Tessile e abbigliamento, la manifestazione a Firenze foto

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“Le nostre controparti si ostinano a proporci modelli salariali e normativi che non ci appartengono: noi siamo abituati a un sistema di relazioni industriali solido, partecipativo, in cui si discute tutto”. Così Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, ha aperto il comizio della manifestazione indetta a Firenze da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

“Non è un caso se abbiamo deciso di venire a manifestare a Firenze e nel corso di una delle più importanti rassegne di moda (Pitti Uomo ndr), perché se si fanno profitti, allora è giusto che si garantiscano anche diritti e salari”, spiegano i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani dal palco di Piazza dell’Unità. “Non siamo disposti – aggiungono – ad accettare un contratto a costo zero, così come non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno. Chiediamo un contratto dignitoso che difenda diritti e salario, insomma un contratto normale, ma le posizioni oltranziste di Smi e la retromarcia inaspettata di Assocalzaturifici sono inaccettabili”.
Migliaia le lavoratrici e i lavoratori dei settori tessile, abbigliamento e calzature oggi 13 gennaio in sciopero, molti arrivati fino a Firenze per partecipare alla manifestazione per i rinnovi dei contratti nazionali di lavoro 2016-2019, fermi al palo ormai da oltre 10 mesi.
“Se adottiamo un modello di verifica ex post dell’inflazione – ha aggiunto il segretario -, non solo gli aumenti saranno erogati dopo 18 mesi e già corrosi dall’inflazione in corso, ma non terremo più in piedi il contratto come organismo vitale che regola il rapporto tra lavoratore e impresa. Il rinnovo contrattuale noi lo vogliamo fare sul serio e il salario non lo decide l’Istat ma il negoziato”.
“Lo diciamo pure ai calzaturieri – ha aggiunto Miceli – che pure hanno fatto un passo in avanti dichiarando che il modello salariale di Smi loro non lo adotteranno: è il momento del coraggio per chiudere questo contratto. Per questo oggi abbiamo scioperato perché c’è sempre più bisogno di costruire un contratto che abbia coordinate chiare e forti”.

 

 

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