Autismo, associazioni chiedono piccole unità: “No a megastrutture”

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Piccole unità abitative che rispettino la filosofia della legge sull’assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare. Sul no alle megastrutture di Pisa e Empoli, sono concordi le voci che si alzano dalle associazioni sentite dalla commissione regionale sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), in merito alle sindromi autistiche. La richiesta di audizione è arrivata dalle stesse associazioni, sedici in tutto, che chiedono di affrontare “il tema del durante e del dopo di noi”.

La legge nazionale 112 “rappresenta una grandissima opportunità per le famiglie e le persone disabili per progettare e gestire il proprio futuro in modo autonomo e ambire a una vita libera”, ha spiegato Marino Lupi, presidente dell’associazione Autismo toscana. “L’erogazione del fondo previsto da quella legge auspichiamo sia effettuata sulla base di scelte di natura politica e non solo amministrativa”. In Toscana, “nonostante la legge spinga alla realizzazione di servizi per l’inclusione e la socializzazione, esistono tendenze al ritorno all’istituzionalizzazione”. E l’attenzione è rivolta al centro ‘Le Vele’ di San Giuliano Terme, struttura privata, “un istituto, lo chiamo così, che dovrà accogliere cento disabili”, dice ancora Lupi e al “progetto di Empoli, da realizzare al Terrafino, definito polo della disabilità per accogliere e concentrare settanta-ottanta persone”. Centri che “vanno in direzione contraria alla legge nazionale. Pisa è già stato realizzato, Empoli è ancora sulla carta. La Regione non ceda a logiche localistiche che getterebbero un’ombra sulla storia della nostra regione. Non mortifichiamo le decine di esperienze positive. Unità abitative di cinque persone al massimo da inserire nelle nostre città. I disabili sono cittadini più degli altri, perché deboli e più fragili”. La serie degli interventi ha seguito questa stessa linea: sono intervenute l’associazione sindromi autistiche, Aiaba onlus, l’associazione autismo Pisa, il Coordinamento etico dei caregivers (associazione che tutela i diritti di chi si prende cura delle persone, in particolare dei diversamente abili), l’associazione Fish Toscana, Aiaba (Associazione italiana per l’assistenza ai bambini autistici), Autismotoscana, il coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, l’associazione autismo Arezzo. Richieste concordi di “vedere applicata la legge 112”, di fare in modo “che anche i privati siano tenuti a rispettarla”, di non creare “nuovi mostri della disabilità, non ricreiamo i manicomi”, come ha detto Piero Perciballi (Aiaba). “Alle famiglie rivolgiamo un appello: non accettiamo mostruosità, diciamo no a edifici terrificanti. L’opportunità di vivere in piccoli appartamenti è praticabile anche per le disabilità più gravi”, ha aggiunto Patrizia Frilli, presidente del ‘Dipoi’, coordinamento regionale per il “dopo e durante di noi”.

 

Il presidente Scaramelli, a conclusione dell’audizione, “avevamo il dovere di ascoltare, non siamo qui per dare risposte oggi, ma avremo modo di esprimere le nostre posizioni, quando saremo chiamati ad esprimere pareri o piuttosto a condizionare la Giunta sull’utilizzo delle risorse della legge 112”.

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