Antincendio boschivo, il premio della Toscana

E’ stata un’estate calda, anche dal punto di vista degli incendi. Per il grande lavoro svolto dall’antincendio boschivo, la Regione Toscana ha premiato con la medaglia d’oro del Pegaso, il cavallo alato simbolo della Toscana, gli uomini e donne dell’organizzazione regionale anticendi boschivi.

Il riconoscimento è stato consegnato oggi 8 ottobre dal presidente Enrico Rossi durante una festa al Parco mediceo di Pratolino, sulle colline che da Firenze risalgono l’Appenino, e sarà conservato nei locali della Pineta Tocchi, il centro regionale di addestramento. “Non possiamo che essere orgogliosi di questi cittadini, volontari, operatori e dipendenti dello Stato – sottolinea il presidente – che con dedizione, coraggio, professionalità, capacità di intervento e dispiegamento non indifferente di mezzi hanno permesso anche quest’anno di evitare il peggio”. Qualcosa come seicentosessanta interventi, con il 70 per cento degli incendi domati prima di raggiungere una superficie superiore all’ettaro. Rossi ricorda i numeri di un vero ‘annus horribilis’: 851 incendi che hanno mandato in fumo più di 4 mila ettari in Toscana, eventi due volte e mezzo la media degli ultimi cinque anni e quattro volte tanto l’estensione del terreno bruciato. La siccità non ha aiutato. “Ma all’alternanza di periodi piovosi ad altri assai più secchi è qualcosa a cui dobbiamo abituarci – annota – ed anche per questo dobbiamo migliorare in prevenzione. Ci stiamo lavorando: con un piano quinquennale, investimenti sulla formazione e sull’educazione de cittadini, visto che molti incendi si sviluppano per una disattenzione”. Per il presidente va recuperato anche l’utilizzo, in modo sostenibile ma produttivo, delle foreste: coinvolgendo anche i privati, visto che in Toscana – regione più boscata d’Italia – solo il 10 per cento dei boschi è di proprietà pubblica. “Servono più strade frangi fuoco” spiega, come quelle che si fanno in Spagna o realizzate in Toscana sui monti pisani. Forse servirebbe, annota il presidente, anche un ministero della prevenzione, dotato di un budget adeguato (almeno dieci miliardi l’anno) e investimenti su mezzi e organici in modo da evitare affanno nei periodi di massima allerta. “Sono per un regionalismo cooperativo – si sofferma Rossi – ma non trovo giusto che alla Toscana, che si è adeguatamente dotata del proprio sistema aereo come prevede la legge, si vede negata la propria richiesta di aiuto in momenti di emergenza, perché i mezzi della protezione civile nazionale sono impegnati altrove”. Su questo e sull’aspetto della prevenzione si lavorerà nei prossimi mesi. Intanto oggi era la giornata per dire grazie a chi ha aiutato a salvare i boschi della regione dalle fiamme: gente che lo fa di mestiere (ma con tanta passione) – 400 operai forestali, i regionali delle sale operative e 180 direttori – ma anche e soprattutto tantissimi volontari, ben 4.200, che regalano tempo ed energie e la cui “più grande soddisfazione (ed emozione) – racconta uno di loro, venticinque anni di attività alle spalle – è il vedersi arrivare la sera, dopo una giornata nel fumo, un bambino con i genitori che ti offre una bottiglia di tè e ti dice grazie perché hai salvato la loro casa”.

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