“Discorso sul Mito 2”, con l’attore Continelli i classici parlano d’amore a Pontedera

Amore, eros e teatro di scena domenica prossima al circolo Arci “Il Botteghino” di La Rotta, alle 22, con il nuovo spettacolo di Vittorio Continelli. Un “Discorso sul Mito #2” che avrà come tema, appunto, l’amore, al centro del dibattere di un gruppo di amici che, nella Atene del V secolo, si incontra in casa di un poeta; lì tutti insieme decidono di trascorrere la notte parlando di Eros, ovvero l’Amore, la Passione.

Il gruppo, formato da filosofi, storici, letterati e un medico si pone delle domande, domande alle quali tentiamo ancora di rispondere: da dove nasce l’amore, cos’è di preciso? È cosa buona o cattiva? Ci fa star bene o male? Per quale ragione gli esseri umani, per tutta la vita, non fanno altro che cercare di finire gli uni nelle braccia degli altri? Miti d’amore e altre sciocchezze che ancora ci parlano raccontando di noi molto più di quanto osiamo immaginare. Ne verrà fuori un piccolo itinerario letterario e filosofico insieme che, prendendo piede dalla descrizione del Simposio di Platone, procederà attraverso l’intreccio delle storie raccontate dagli ospiti con altre favole romantiche appartenenti al corpus della mitologia classica: la ninfa Eco e Narciso, Perseo e Andromeda, Orfeo e Euridice, il ratto di Europa, Tiresia, le metamorfosi di Zeus, Aretusa e Alfeo.

Uno spettacolo che da due anni percorre in lungo e largo lo stivale “infilandosi” letteralmente nelle case, nelle cantine e nelle piazze, alla ricerca di un teatro in grado di tornare alle origini, recuperando la sua natura catalizzatrice, stuzzicando l’immaginario attaverso il potere evocativo della parola e poco più, con l’ausilio potente dei classici. “La parte laica della nostra società non si occupa più di anima, sembra quasi non esista, dimenticata del tutto” si legge nella presentazione dello spettacolo. “Eppure per migliaia di anni l’anima è stata al centro della storia e del pensiero occidentale. L’anima dell’umanità per migliaia di anni l’ha raccontata il Mito: racconto per eccellenza. La meraviglia dell’esserci di un mondo, la necessità di lasciare un segno tangibile di sé sono tra i motori della filosofia classica e stanno alla base della necessità umana di tramandare storie; il Mito, in quanto racconto, è strumento di cui filosofi e uomini comuni si sono serviti per millenni al fine di raccontare quella meraviglia e quella necessità. Il discorso si poggia su storie che ci accompagnano da migliaia di anni, ci portano per mano e che noi inconsapevolmente portiamo per mano: le ampliamo, le modifichiamo e ce ne serviamo come apologhi, exempla, paradigmi. Cantori, attori, poeti, narratori si alternano da secoli nel tramandare un lascito prezioso, inestimabile, servendosi esclusivamente della potenza evocativa del racconto. Raccontare storie è la ragione per cui si sale su un palco, ascoltare storie, guardare le immagini che evocano e riconoscersi in esse è quella per cui ci sediamo in platea”. (ndm)

 

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