Sanità, tagli al sistema del soccorso: a rischio i presidi con medico foto

Una nuova mannaia potrebbe abbattersi prima di quanto si pensi sul sistema sanitario toscano. E nel Comprensorio del Cuoio potrebbe avere effetti piuttosto pesanti: questa volta nella spirale dei tagli, secondo quanto trapela da fonti politiche e sindacali, sarebbero finiti 25 Pet, ovvero i punti di emergenza territoriale, per capirci quelli dove si trova l’automedica con a bordo infermiere e medico, il presidio, cioè, più avanzato che è rimasto sul territorio dopo la riforma del sistema sanitario regionale.

Nel Comprensorio sono due i punti inseriti nella rete Pet dell’Empolese Valdelsa: quello de La Catena a San Miniato e quello di Fucecchio. Nella stessa rete Pet ci sono anche quello di Empoli e quello di Certaldo, ma nella logica di tagli sembra essere abbastanza concreta l’ipotesi che una riorganizzazione possa andare a modificare la struttura sopratutto per la vicinanza del presidio di Fucecchio e di San Miniato. A sollevare la questione è Maurizio Marchetti, capogruppo in consiglio regionale per Forza Italia che parlando in generale dei 25 Pet a rischio in Toscana dice: “Non faccio che ricevere segnalazioni e indiscrezioni – dice Marchetti – su tagli imminenti alla rete del sistema di emergenza urgente da parte della Regione. Ai timori dei sindaci, anche del Pd, si sommano quelli dei medici e degli infermieri per una sottrazione delle loro presenze nelle postazioni che rimarranno. Ma a un mese dalle amministrative, la maggioranza di sinistra ben si guarda dallo spiegare come stiano realmente le cose. E invece noi vogliamo saperlo. Ecco perché ho scelto di depositare un atto specifico sulla materia. Con 25 punti di emergenza territoriale (Pet) a rischio taglio sul territorio regionale – continua Marchetti – il 118 toscano è sulla graticola di un’autentica roulette russa condivisa da cittadini, sindaci, medici e infermieri. La giunta regionale si assuma una volta per tutte la responsabilità di chiarire le proprie intenzioni e presentare un piano dettagliato”.
“A fronte dei tagli sul sistema sanitario regionale – si legge poi nell’interrogazione depositata dal capogruppo Marchetti – si paventa anche per l’emergenza urgenza territoriale una massiccia demedicalizzazione del territorio con creazione di ‘punti di emergenza territoriale’ dotati di Ambulanze Blsd (dotata di defribrillatore) dislocati sul territorio in misura di 1 ogni 1000 abitanti, parametro tra l’altro non contemplato dalla legge Balduzzi e che il taglio dovrebbe riguardare, a livello regionale, circa 25 Pet con medico a bordo a favore di mezzi con soli volontari a bordo e altri mezzi medicalizzati saranno invece sostituiti con mezzi infermierizzati”.
In pratica, quindi, secondo quanto riferito da Marchetti, si chiuderebbero i presidi dove è presente un medico che ha una formazione specifica nel soccorso in emergenza e in qualunque condizione, per sostituirlo con ambulanze dotate di soli volontari e quindi gestite dal terzo settore, dove al massimo a bordo si trovano volontari che hanno fatto un corso. Una scelta che farebbe quindi aumentare l’impegno dei volontari a discapito della presenza del personale della Asl ovvero medici e infermieri. Quindi, secondo alcuni, uno sbilanciamento verso una sorta di privatizzazione del servizio di emergenza urgenza con un maggiore impiego del terzo settore.
I timori di Marchetti però, sono poca cosa rispetto alle perpelssità espresse da Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind dell’Empolese Valdelsa, ovvero ex asl 11 che spiega: “Con il personale che abbiamo, siamo già in difficoltà ad affrontare il periodo della ferie nell’area empolese e del comprensorio, figuriamoci se si va a tagliare il personale infermieristico specializzato nell’emergenza urgenza cosa accade. Il timore c’è e noi lo abbiamo già sollevato in passato visto che è un po’ che si sente parlare di questa riforma. Per quanto riguarda poi il territorio, non è da escludere che i punti Pet possano essere modificati, ma al momento dalla Regione non ci rispondono certo che la questione sia nell’aria è vero. L’idea è quella di omogeneizzare il sistema dell’emergenza urgenza toscano a quello già sperimentato in Piemonte con un forte impiego dei volontari, assetto che al momento sta dando pessimi risultati. Non nascondo che siamo molto preoccupati, anche perche l’impressione è quella di voler fare questa riorganizzazione parlando con le associazioni di volontariato e con i medici escludendo gli infermieri. Di sicuro il nuovo assetto potrebbe impostare il settore dell’emergenza urgenza verso una sorta di privatizzazione con un impiego preponderante del mondo del volontariato. Noi siamo assolutamente contrari a questa riforma se la strada è questa, anche perché gli infermieri e i medici diventerebbero dipendenti di strutture private e questo non è accettabile. Per formare un medico o un infermiere che opera nell’emergenza urgenza servono corsi specifici che durano vari mesi. Noi ci siamo già mossi ma al momento nessuno ci risponde. In sostanza noi siamo assolutamente contrari a lasciare il sistema dell’emergenza urgenza in mano ai privati”.
Il nostro sistema dell’emergenza urgenza sul territorio attualmente ha raggiunto un livello di eccellenza. Abbiamo vari punti presidiati da ambulanze con volontari che sono in grado di utilizzare un defibrillatore, i mezzi che intervengono sui codici verdi quelli meno gravi, poi abbiamo le ambulanze con infermiere a bordo che sono già in grado di fare molto e infine i Pet, ovvero i presidi dove è presente un medico e un infermiere che si muovono con l’auto medica e che intervengono sui casi più gravi, è per questo che non possiamo andare a toccare il personale in questa riforma”.
In pratica, nell’ipotesi paventata da Marchetti, la Regione vorrebbe far aumentare il numero dei presidi gestiti dalle associazioni ovvero quelli con ambulanze con volontari a scapito dei presidi dove è presente personale della Asl formato e che di lavoro fa il soccorritore.
“Su quello che può accadere sul territori del comprensorio – conclude Giannoni – non è facile capirlo ma sicuramente le cose potrebbero cambiare”.

Gabriele Mori

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.