Farmaci oncologici innovativi, più di 33 milioni alle Asl toscane

La ripartizione dei budget tra le varie aziende è stata fatta tenendo conto dello storico della spesa per farmaci oncologici innovativi dell’ultimo trimestre 2017 e del primo trimestre 2018. Oltre 33 milioni saranno destinati alle aziende sanitarie toscane per farmaci oncologici innovativi: l’assegnazione dei budget a ciascuna azienda la stabilisce una delibera approvata dalla giunta nel corso dell’ultima seduta, che per il 2018 destina la somma di 33.667.928 euro alle tre aziende sanitarie (Toscana centro, nord ovest e sud est) e alle tre aziende ospedaliero universitarie (Pisana, Senese e Careggi).

In Toscana, come nel resto d’Italia, il 30% della spesa farmaceutica è rappresentato dai farmaci oncologici. E l’impatto della spesa farmaceutica oncologica è destinato ad aumentare: l’ingresso sul mercato di nuove opportunità terapeutiche, in grado di cambiare la prognosi di molti pazienti, avrà rilevanti ricadute economiche, sia per il costo dei farmaci che per il processo di cronicizzazione della malattia. Da qui l’esigenza di finanziare nuove terapie farmacologiche.
L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha individuato farmaci oncologici che abbiano dimostrato un provato valore di innovatività e istituito uno specifico fondo nazionale di 500 milioni di euro. All’interno di questo fondo, la somma destinata alle aziende toscane è, appunto, di oltre 33 milioni.
Le aziende sanitarie sono chiamate ad assumere un ruolo attivo e corresponsabile nel processo di governance delle nuove terapie farmacologiche, attraverso: lavoro sistematico sull’appropriatezza prescrittiva, incentivo alla scelta di molecole più costo-efficaci (costo minore a parità di esiti), utilizzo tempestivo e diffuso dei biosimilari (versione alternativa di un farmaco biologico già autorizzato per uso clinico). Le aziende dovranno quindi implementare gli strumenti di monitoraggio appropriati e attivare momenti di confronto con i clinici prescrittori, in modo da facilitare la tempestiva penetrazione dei farmaci biosimilari, non appena disponibili e dismettere progressivamente quei farmaci oncologici che non diano prova di un analogo livello di innovatività.

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