Tornare a casa con un piano, il progetto per i migranti

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Il progetto prevede l’elaborazione di un piano personalizzato per ogni migrante, che comprende consulenza, rilascio di documenti, organizzazione del viaggio e predisposizione di attività di lavoro da svolgere in patria. A questo si aggiunge un contributo per l’acquisto di beni e attrezzature utili all’avvio dell’attività lavorativa (fino a duemila euro), erogato nei Paesi d’origine e un’indennità di prima sistemazione in denaro (quattrocento euro) che viene assegnata al momento della partenza. L’opportunità per il migrante di ritornare in patria grazie a un percorso di accompagnamento e sostegno per il pieno reinserimento socio economico nel Paese d’origine è stato illustrato oggi 12 settembre dal prefetto di Firenze Laura Lega.

Il programma si chiama Ritorno Volontario Assistito e Reintegrazione ed è stato illustrato al consiglio territoriale per l’immigrazione allargato anche ai gestori dei centri di accoglienza. L’obiettivo dell’incontro era far conoscere nel dettaglio ai componenti del tavolo uno strumento di particolare valore, promosso dal Ministero dell’Interno e cofinanziato dal Fondo Europeo Asilo Migrazione e Integrazione, che permette ai cittadini stranieri non comunitari di ritornare volontariamente in patria con un supporto logistico e organizzativo in tutte le fasi del rientro. I dettagli sono stati spiegati da un rappresentante dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, intervenuto al tavolo. Per il periodo 2019-2021, il Ministero dell’Interno ha selezionato a livello nazionale sei progetti sviluppati da altrettante organizzazioni, i cui rappresentanti hanno partecipato all’incontro di oggi per descrivere nello specifico le modalità con cui i migranti possono aderire ai vari programmi rivolti a un target complessivo di 1610 stranieri. Nel 2018 sono stati 1142 i beneficiari partiti dall’Italia, evidenziando un trend di adesione in crescita (erano 139 nel 2016 e 895 nel 2017) e interessando 73 nazionalità diverse. In Toscana, nello stesso anno, sono stati fatti 38 ritorni volontari. “Auspico – ha detto il prefetto – che i componenti di questo tavolo possano dare una mano concreta nel diffondere localmente, nell’ambito dei rispettivi distretti operativi, le potenzialità di questo progetto in modo che garantisca a chi non ha o non avrà intenzione o titolo a rimanere sul territorio italiano, un percorso di rientro supportato e assistito, permettendo così di aprire una nuova fase di vita nel proprio Paese”.

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