La richiesta da Montecalvoli: “Da approfondire il cantiere in piazza della chiesa”

Due residenti cresciuti a due passi dall’area: “Ciò che ci preme e che non vada tutto perduto, magari in una semplice relazione da archiviare”
“Qui sotto la piazza, a ridosso della chiesa, fino alla fine del XVIII secolo c’era un cimitero – ricordano Giovanni Bracci, storico dilettante, e Sergio Coppola, entrambi nati e cresciuti a due passi dalla piazza. – Ci sono un’infinità di documenti che arrivano fino al ‘700 negli archivi vescovili e civili che attestano questo. Adesso, con il lavoro delle ruspe, stanno venendo a galla diverse cose, sarebbe bello che si trovasse il modo di testimoniare quanto sta vedendo la luce dopo tanto tempo”.
La prima chiesa montecalvolese, dedicata a San Giorgio di Nottuno, venne consacrata dal vescovo di Lucca nel 728 dopo cristo e si trovava nei pressi dell’attuale oratorio in via Indipendenza. “Una seconda chiesa, poi divenuta la più importante, venne fatta attorno all’anno Mille nel luogo in cui si trova adesso quella che conosciamo. In alcuni documenti la si descrive come una struttura in fango e legno. Poi nel 1830 nello stesso sito sorse l’attuale chiesa, inaugurata nel 1836, che venne ampliata traslata rispetto al passato – continua Bracci. – Per secoli però questo spiazzo fu occupato dal cimitero e chissà da cos’altro”.
Furono infatti le leggi leopoldine della fine degli anni Settanta del 1700 che imposero di spostare i ‘campi santi’ fuori dal centro storico, anticipando le norme napoleoniche di stampo simile. Pezzi di storia locale che adesso stanno emergendo fra le pietre. “Scrutando il cantiere, in questi giorni, si possono notare alcuni tracciati in mattoni ‘a spina di pesce’ lungo via Indipendenza – continuano Bracci e Coppola – ma anche, sul lato opposto della piazza, una sorta di volta a mattoni, un ‘tetto’ di qualcosa, una tomba o qualcos’altro. Ciò che ci preme e che non vada tutto perduto, magari in una semplice relazione da archiviare”.
Il cantiere, come da norme di legge, è stato ovviamente dotato di una regolare perizia archeologica. L’appello che i due adesso lanciano in direzione del comune, pronti ad andare avanti coinvolgendo altri cittadini della frazione, è però quello di andare oltre i soli obblighi di legge. Magari qualcosa di simile a quanto avvenuto a suo tempo per piazza della Vittoria nel capoluogo, dove nel corso dei lavori emerse l’antico tracciato della torre della porta del paese fortificato, adeguatamente studiata, testimoniata e poi ricoperta dal nuovo selciato con una modifica al progetto finalizzata a evidenziare il disegno delle antiche mura.
“La nostra intenzione non è certo quello di bloccare tutto, ma vorremo che si approfondisse un minimo ciò che sta emergendo – dicono. – Montecalvoli non ha mai avuto molti segni del suo passato, sarebbe bello approfittare di questo momento per approfondire queste tracce, capire cosa sono e magari trovare un modo per restituire qualcosa alla popolazione, tramite un incontro o una mostra sulle analisi di questi manufatti, o un elemento della nuova piazza che li recuperi”.

















