Meno acquisti per i saldi, stime e consigli di Federconsumatori Pisa

Farà acquisti il 38% delle famiglie, ma spendendo meno

Oggi 2 gennaio in alcune regioni d’Italia sono iniziati i saldi di fine stagione. In Toscana si parte sabato e in vista della stagione di acquisti, Federconsumatori Pisa diffonde stime e consigli.

Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, gli acquisti verranno effettuati dal 38% delle famiglie e l’andamento delle vendite sarà in lieve calo: rispetto allo scorso anno si registrerà una diminuzione del -1,3%, per una spesa media di 179,20 euro per ogni famiglia. Una diminuzione dovuta specialmente all’andamento delle vendite in occasione del Black Friday: se prima le famiglie preferivano rimandare qualche regalo di Natale o il proprio shopping al periodo dei saldi, quest’anno hanno approfittato delle promozioni del venerdì nero, con il vantaggio di avere più probabilità di aggiudicarsi il capo desiderato.

Chi, in ogni caso, aspetta le promozioni per effettuare ancora qualche acquisto, è bene che tenga a mente alcune
raccomandazioni importanti.

Il cartellino deve indicare sia il prezzo “ordinario” che quello scontato, riportando anche la percentuale di sconto. Per evitare che i potenziali clienti possano confondere la merce in saldo con quella a prezzo pieno sarebbe inoltre utile separare le due tipologie di prodotto.

La normativa vigente obbliga gli esercizi commerciali a garantire ai clienti il pagamento tramite pos, quindi con carta di credito o bancomat. Nel caso in cui l’esercente non consenta tale opzione di pagamento, è possibile segnalare l’episodio alla Guardia di Finanza. In linea di massima è preferibile evitare di acquistare nei punti vendita che non espongano entrambi i prezzi (quello pieno e quello scontato) e la percentuale di sconto nonché diffidare delle offerte eccessivamente vantaggiose (pari o superiori al 60%), dietro a cui potrebbe nascondersi un tentativo di truffa o un prodotto contraffatto.

I punti vendita non sono tenuti per legge a permettere la prova dei capi di abbigliamento prima dell’acquisto così come, in assenza di vizi o difetti, consentire il cambio del prodotto è rimessa alla discrezionalità del commerciante. Nel caso in cui il negoziante lo consenta, è quindi sempre meglio provare l’articolo e, prima del pagamento, chiedere all’esercente termini e condizioni per l’eventuale possibilità di sostituzione. In ogni caso consigliamo di diffidare di quegli esercizi che non consentono di provare i capi, potrebbe essere indice di mancata trasparenza.

Se da una parte il negoziante non è tenuto a per legge a sostituire un prodotto integro, la situazione cambia
radicalmente in caso di prodotto difettoso. E’ quindi bene conservare lo scontrino (e possibilmente fotocopiarlo, considerando che le ricevute in carta chimica tendono a sbiadire dopo pochi mesi) per chiedere al negoziante la sostituzione del prodotto difettoso e che comunque presenti un vizio di conformità, emerso entro i 24 mesi dall’acquisto, che ne pregiudichi l’utilizzo. In alternativa alla sostituzione è possibile usufruire della riparazione o richiedere una riduzione proporzionale del prezzo o ancora scegliere la risoluzione del contratto. Da precisare che l’opzione scelta non deve risultare eccessivamente onerosa o oggettivamente impossibile per il venditore.

A differenza di quanto accade per gli acquisti effettuati direttamente nei negozi, nel caso dello shopping online non è sempre possibile consultare tutte le informazioni relative al prodotto. E’ pertanto opportuno controllare con attenzione la completezza e l’esaustività della descrizione e la buona qualità delle immagini disponibili per inquadrare il prodotto nel suo complesso.

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