Assopellettieri, “Nei nostri piani c’è la Fase 3 per tornare ai livelli di fatturato del 2019”

"È altissima l’attenzione nei confronti delle piccole realtà"

Il primo passo, dal 4 maggio, è riaprire in sicurezza. Ma Assopellettieri non si ferma alla Fase 2 e guarda già alla Fase 3, con l’obiettivo di “attivare progettualità di distretto per tornare il prima possibile ai livelli di fatturato del 2019”.

Dopo aver perso più o meno una stagione, “È una grande soddisfazione – per Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al Distretto Toscano – veder tornare operative tutte le aziende toscane della pelletteria. Abbiamo seguito da vicino tutti i passaggi, dal primo accordo tra Confindustria moda e le rappresentanze sindacali all’allegato al Dpcm del 26 aprile per il riavvio delle attività propedeutiche alla riapertura, passando per la partecipazione al tavolo per il perfezionamento dell’ordinanza regionale. Ora puntiamo a dare stabilità alle imprese”.

“Nel 2019 il comparto della pelletteria ha registrato una crescita importante: le esportazioni hanno toccato quota 10,3 miliardi di euro (+13,1% totale rispetto al 2018, con +23,3% pelletteria e -8,6% concia), incidendo per quasi 7 miliardi nella bilancia commerciale italiana (10,3 miliardi di euro in export meno 3,3 in import). Una percentuale su cui la Toscana pesa molto, perché è proprio qui che si è registrata la crescita più significativa: +36,1% sul 2018, con Firenze +52,1%. Questo evidenzia l’importanza per l’export italiano dei distretti manifatturieri regionali. Se non considerassimo la nostra regione (da cui parte il 42% circa dell’export italiano), l’incremento dell’export nazionale di pelletteria più concia passerebbe dal +13,1% al +0,8%”.

Nella regione ha sede quasi la metà delle aziende pellettiere italiane e lavora più della metà degli addetti. In particolare, nel 2018 in Italia erano attive 4.602 imprese, di cui il 48% (2.211) in Toscana. Su 34.313 addetti del settore il 53.3% (18.288) era toscano. “È altissima l’attenzione nei confronti delle piccole realtà – aggiunge Calistri -, che in Toscana rappresentano la maggior parte delle aziende e sono quelle che, storicamente, fanno più fatica. Queste in particolare dovranno essere oggetto di una serie di misure di sostegno importanti”. Quasi il 70% delle imprese toscane non ha più di 5 addetti. Poco più del 12% ne ha da 10 a 19 e quasi il 10% da 6 a 9. Il 7% da 20 a 49. Piccolissima la percentuale di imprese che hanno fra 50 e 99 addetti, pari all’1,1%. Solo lo 0,4% ha tra 100 e 249 lavoratori mentre quelle con 250-499 e oltre 500 addetti sono lo 0,1% (elaborazioni Centro Studi Confindustria Moda su dati Infocamere Movimprese al 2018).

“È ovvio che non potremo recuperare sulla breve distanza, perché abbiamo perso una stagione – spiega Calistri -. Ma siamo impegnati nel riportare la pelletteria italiana ai livelli che le spettano. Assopellettieri sta lavorando intensamente per aiutare le imprese a ritrovare il più velocemente possibile mercato attraverso sistemi virtuali. E contemporaneamente per cercare soluzioni vere per ciò che riguarda la parte finanziaria: devono arrivare disponibilità immediate, altrimenti non si potranno fare investimenti per il futuro. Insomma nei nostri piani c’è già la fase 3: riportare la Toscana ai livelli del 2019, perché la nostra regione non è disposta a cedere terreno”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.