Conciatori a colloquio con Salvini sulla Fase 2: “Siamo sommersi di protocolli. Ci aspettavamo più velocità e flessibilità” foto

AssoConciatori: "E' necessaria la cancellazione degli oneri fiscali per il periodo in cui siamo stati fermi"

Apertura dei negozi per garantire tutta la filiera, cancellazione degli oneri fiscali per il periodo di chiusura, una “spinta” a riportare in Toscana il manifatturiero e soprattutto meno burocrazia e più velocità nelle procedure.

Sono alcune delle cose che i presidenti del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola Michele Matteoli e la presidente e il vice dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno Maila Famiglietti e Roberto Giannoni hanno chiesto direttamente a Matteo Salvini, in una diretta organizzata dall’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi.

Diamo voce a chi produce era lo slogan con cui raccogliere proposte e con queste premesse, non poteva mancare il distretto produttivo del Cuoio.

“Protocolli sanitari per lavorare in sicurezza – hanno detto entrambi i presidenti delle associazioni che riuniscono i conciatori -, le nostre aziende li hanno attivati fin da subito, ancora prima che fossero necessarie e imposte”. E in nome degli stessi protocolli, ora chiedono di riaprire tutta la filiera perché “noi siamo solo un elemento – ha chiarito Giannoni -, perché se non aprono i negozi e inutile che noi facciamo pelli per borse e scarpe che non si possono vendere. I negozi hanno gli spazi e possono organizzarsi per aprire”.

Ma i problemi, nell’immediato, sono anche altri: “I finanziamento garantiti hanno tempi lunghi di erogazione e troppo brevi di rientro: 6 anni sarebbero pochi anche con i fatturati pre covid 19, figuriamoci con questi”. “Siamo un’eccellenza nel nostro settore e un esempio di economia circolare – hanno ricordato -, ma le incertezze a livello di mercato sono tante e un aiuto economico è fondamentale a prescindere dal rating perché se si va avanti così, tra un mese saremo tutti cattivi pagatori. Ed è fondamentale anche che arrivi presto, altrimenti i tempi non coincidono più con quelli della moda e noi abbiamo già perso una stagione, non possiamo perdere anche la prossima”.

“Ci aspettavamo più velocità e flessibilità” è la sintesi della numero 1 di AssoConciatori. “E’ necessaria la cancellazione degli oneri fiscali per il periodo in cui siamo stati fermi”, rilancia il vice che propone: “Questo è il momento di spingere per il ritorno al manifatturiero in Toscana perché abbiamo visto cosa succede se si concentra tutto in un Paese: quando la Cina si è fermata, abbiamo rallentato tutti”. Poi serve “abbassare l’Iva sulle filiere che hanno avuto una perdita maggiore, per vedere di tornare a spendere”.

Dal punto di vista economico e burocratico, poi, gli imprenditori sottolineano come “Alcune aziende anticiperanno la cassa integrazione, ma altre non se lo possono permettere e questo è un problema serio”. Ma anche, come ha ben chiarito Matteoli, “Siamo sommersi di protocolli. Le nostre aziende hanno avuto a cuore fin dall’inizio la sicurezza dei lavoratori perché la media è di 12 dipendenti a conceria, quindi si parla di famiglie. Noi in questo periodo stiamo fornendo assistenza alle aziende solo per compilare fogli”.

Salvini, da parte sua, si è appuntato un po’ di cose e poi ha detto: “Noi vediamo di ascoltare tutti e di trasformare in proposte di legge quello che arriva da chi è in prima linea, cioè voi. Penso che un sistema di dazi e la ricollocazione in Italia di alcune produzioni potrebbe essere una grande debacle o un grande rilancio, quindi per farlo occorre un incentivo fiscale” e, per chi in Italia c’è rimasto, “Dare soldi a fondo perduto alle aziende è l’unica strada ma non possiamo stampare moneta quindi bisogna emettere titoli di stato. Sento, in queste ore, parlare di sussistenza, ma se non riparte il settore produttivo, non daremo mai sussidi a sufficienza. Diciamo 150 miliardi di buoni del tesoro in più si possono emettere? Per me è l’unica strada perché non posso gravare su una filiera per salvarne un’altra”.

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