Lavoro, in un anno il manifatturiero dimezza le assunzioni. Il Cuoio lascia sul terreno un terzo degli ingressi

I dati della Camera di Commercio di Pisa. La crisi spinge le assunzioni nei trasporti e gli incentivi all'edilizia quelle nelle costruzioni

Sono 5.660 le assunzioni previste dalle imprese con dipendenti che operano in provincia di Pisa nei primi tre mesi del 2021. Si tratta di un valore in netto calo (2mila contratti in meno) rispetto al medesimo periodo del 2020, quando gli ingressi furono 7.700 pari, in percentuale, ad un -26,5%. Calo anche per le imprese che intendono assumere: nei primi tre mesi del 2021 la quota percentuale si assesta al 15,4% delle imprese con dipendenti della provincia di Pisa (erano il 21,5% nel 2020).

I dati sono dell’analisi della Camera di Commercio di Pisa sui dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal, sulla base delle entrate previste dalle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi nei primi tre mesi del 2021: un’indagine che ha coinvolto in provincia di Pisa un campione di 1.094 aziende in diverse tornate di indagine mensili. Le informazioni sui flussi di entrate programmate dalle imprese riguardano le attivazioni di contratti di lavoro (a tempo indeterminato, a tempo determinato, stagionali, a chiamata, apprendistato, in somministrazione, di collaborazione coordinata e continuativa ed altri contratti non alle dipendenze) della durata di almeno un mese solare (pari ad almeno 20 giornate lavorative) per il trimestre oggetto di indagine.

Considerando le aree geografiche alle quali afferiscono i Centri per l’Impiego, tra il 2020 e il 2021 Santa Croce sull’Arno lascia sul terreno un terzo degli ingressi che passano da 2.060 a 1.380. Tra le competenze richieste, i più ricercati saranno tagliatore di calzature e conciatore di pelli.

Pisa, l’area territoriale che assorbe la quota maggiore di manodopera, scende da 3.110 a 2.220 assunzioni pari a -890 ingressi (-29%). Volterra, con 90 assunzioni in meno, perde anch’essa il 26% nel giro di un anno. L’altra area industriale di rilievo per la provincia, Pontedera, passa da 2.190 a 1.820 ingressi, pari ad una flessione di “appena” il 17%.

Anche nei primi tre mesi del 2021 il titolo di studio più richiesto dalle imprese pisane continua a essere il diploma. Con oltre 2mila ingressi il diploma registra una flessione (-19,2%) che però risulta inferiore rispetto alla media complessiva provinciale che si attesta al -26,5% dimostrando quindi una maggiore resilienza rispetto agli altri titoli di studio. Tra i diplomi più gettonati troviamo quelli di natura tecnica come l’indirizzo tecnologico (950 ingressi) e il tecnico economico turistico (430) seguito dal professionaleturistico (300). A distanza gli altri diplomi come quelli legati all’ambito costruzioni ambiente (110), assistenza sanitaria e agrario alimentare (entrambi con 100 ingressi) per chiudere con 50 persone che hanno un diploma liceale.

A seguire troviamo quelli in possesso di qualifica professionale (1.320) con gli indirizzi industriali che assorbono 640 ingressi, il turismo-servizi altri 510 e l’indirizzo edile 140. Più indietro, ma sempre con un buon numero di assunzioni, si posizionano quelle di personale che ha frequentato la sola scuola dell’obbligo (1.180).
Le persone in possesso di lauree magistrali o di primo livello registrano all’incirca lo stesso numero di posizioni offerte ed un più elevato livello di difficoltà delle imprese a trovare la figura richiesta rispetto alla media. Tra le lauree magistrali in prima posizione si trovano ingegneria elettronica e dell’informazione (160) seguita da ingegneria civile e architettura (80), economia (70 ingressi) e ingegneria industriale (60). Tra le lauree di primo livello spiccano quelle a carattere economico (190).
Persone con titolo di istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS1) domandate dalle imprese pisane sono 190 delle quali 50 specializzate in tecnologie innovative per i beni e le attività culturali.

Il settore che segna una crescita, in mezzo a tanti segni meno, risulta essere l’edilizia con 90 ingressi in più rispetto al 2020. Permane, nonostante il forte rallentamento della domanda di lavoro, il gap tra domanda e offerta: se nel 2020 il 33% dei posti offerti dalle imprese era stato difficile da coprire nei primi tre mesi del 2021 le difficoltà si acuiscono con tale percentuale che sale al 37%. La difficoltà a trovare la persona giusta sale con il crescere del titolo di studio richiesto. Quanto all’età preferita per il personale in ingresso Pisa è sempre meno una provincia per giovani: se nel 2020 il 26% delle assunzioni erano appannaggio di under 30 nel 2021 tale quota scende al 22% del totale con gli over trenta anni che toccano il 55% (erano il 53% lo scorso anno). Stabile, rispetto al 2020, la quota di assunzioni per le quali le imprese prediligono una figura femminile: il 23%.

“I primi mesi del 2021 – per Valter Tamburini, commissario straordinario della Camera di Commercio di Pisa – non portano novità sul fronte del mercato del lavoro che, purtroppo, rimane ancora in una situazione difficile. La pandemia ha infatti innescato un circolo vizioso riduzione dei consumi – riduzione della domanda di lavoro che è necessario fermare. Per farlo è indispensabile riavviare quanto prima il motore degli investimenti. A questo proposito il programma Next Generation EU e il collegato Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresentano un’occasione che, come paese, non possiamo fallire. Due dei tre assi strategici del Piano, digitalizzazione innovazione e transizione ecologica, coincidono con le linee d’azione della Camera di Commercio. Il nostro impegno sarà quindi, assieme alla Fondazione Isi, quello di sostenere la transizione delle imprese verso la digitalizzazione e l’economia circolare attraverso appositi bandi con i quali, di concerto con le categorie economiche, metteremo a disposizione contributi finanziari ed anche specifici percorsi di formazione che sono già operativi”.

Considerando i settori, tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre di quest’anno si riduce di oltre il 45% la domanda di lavoro espressa dal manifatturiero (-1.330 unità). Flessione pesante anche per il turismo (-43,1%, -280 unità) mentre il commercio perde “solo” il 25,9% (-280 ingressi). Solo una leggera flessione per gli altri servizi (-3,3%, -70 unità) mentre le costruzioni, sospinte dai vari bonus, crescono del +17,3% (pari a +90 contratti).

Nel manifatturiero il 33% dei lavoratori è difficile da trovare e un 13% è donna. Il 29% di posti offerti a personale under 30 mentre un 54% a persone più mature. Per quanto concerne le costruzioni spiccano anche in questo caso la difficoltà di reperimento (41%) e il basso livello di posti destinati ai giovani (il 16%) mentre gli adulti arrivano al 67%. Le posizioni nell’edilizia riservate alle donne sono appena il 3%. Nel commercio il 32% dei contratti è offerto ai giovani (il 48% a over 29) così come il 32% è difficile da reperire, la quota per la quale sono preferite le donne tocca il 24%. Per quanto concerne il turismo, risulta decisamente più elevata rispetto alla media sia la quota dei giovani (il 39%) che delle lavoratrici che rappresentano il 43% delle assunzioni. Anche negli altri servizi è elevata la quota dei lavoratori difficili da trovare (37%) mentre gli over 29 sono il 57%.

In termini di professioni, la domanda di lavoro delle imprese pisana è ancora molto variegata. Al primo posto, con 300 assunzioni, troviamo gli addetti ai servizi di pulizia. Il dato non sorprende perché non solo a Pisa si trovano molte imprese attive nel settore ma anche perché tante sono le operazioni di sanificazione da compiere a seguito della pandemia. Il 51% dei posti sarà offerto a donne e per il 49% a persone con più di 29 anni: appena il 10% dei posti è difficile da trovare.
Seconda piazza tra le professioni è per gli addetti all’amministrazione (230 persone): anche in questo caso la difficoltà di reperimento è praticamente nulla (appena l’8%). Netta, in questo caso, la preferenza per personale più maturo (il 78% con oltre 29 anni) mentre la “quota rosa” tocca il 45%.

Gli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia in ottica green spingono la domanda di muratori (200): si tratta nella totalità dei casi di uomini dotati di esperienza pregressa dato che ad una buona fetta (il 76%) è chiesto di avere più di 29 anni. La difficoltà di reperimento per questo si assesta al 20%. Prima professione in termini di domanda di lavoro nel settore del turismo è quella dei camerieri di sala (180): nel 55% dei casi è preferita una figura femminile, nel 52% una persona over 29. Il 63% dei posti è difficile da coprire.
Una più alta domanda di mobilità delle merci spinge il settore dei trasporti: ben 150 sono le assunzioni di conducenti di mezzi pesanti. Per questa professione netta è la preferenza per un uomo (83%). Nel 61% ci si affida a over 29 e la difficoltà di reperimento risulta particolarmente elevata l’81%.

Sono invece 130 gli ingressi di commessi di negozio: in questo caso si rileva una certa preferenza per giovani under 29 (44%) e per le donne (38%) mentre la difficoltà di reperimento è pari ad appena il 10% delle assunzioni. Prima professione per il settore industriale, nei primi mesi del 2021, è quella dei tagliatori di calzature (100): si tratta di una figura maschile e, nell’80% dei casi, esperta (over 29 anni). Secondo le imprese tutte le posizioni sono difficili da coprire.

Altri 90 posti sono disponibili per i tecnici commerciali: una figura che le imprese trovano difficile da trovare (nel 48% dei casi) e che preferiscono con una certa esperienza (nel 76% dovrà avere più di 29 anni). Per questo lavoro non esiste una netta preferenza di genere.
Le imprese pisane assorbiranno anche 90 addetti alla segreteria: per questa posizione è preferita una donna (nel 64% dei casi) e la difficoltà di trovare personale è bassa (14%). Anche in questo caso, tuttavia, l’esperienza conta: nel 59% è richiesto di avere oltre 29 anni. La richiesta di maggiori capacità logistiche indotta dalla pandemia spinge la domanda di addetti alle consegne di merci con mezzo aziendale (80 ingressi): nel 93% dei casi è richiesto un maschio e nel 44% dei casi vi sono difficoltà di reperimento. Rispetto alle altre per questa posizione si registra una leggera preferenza per giovani under 29 (48%).

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