Il coronavirus riporta la provincia indietro di 8 anni e fa perdere quasi 3 miliardi all’export: poco meno della metà nel Cuoio

Che cresce solo, seppur di poco, in Corea del Sud. Le calzature perdono addirittura il -38,3%. Arretra anche il vino

Il lockdown legato alla pandemia da coronavirus del 2020 ha colpito in modo violento la provincia di Pisa, dove si è registrata una flessione del 14% delle esportazioni, un dato che riporta la provincia, in termini di valore, ai livelli del 2012. Nel 2020, il valore dei prodotti esportati scende infatti a quasi 2,7 miliardi di euro, principalmente a causa della caduta registrata dal pelli, cuoio e calzature, dai mobili ma anche dalla meccanica.

Lo dicono i dati Istat sull’export 2020 diffusi oggi 17 marzo dalla Camera di Commercio di Pisa. Gli effetti della pandemia sulle esportazioni pisane risultano particolarmente pesanti nella filiera della moda a causa degli shock determinati dal diffondersi e del ripresentarsi della pandemia. I dati Istat sull’export pisano evidenziano come il cuoio, già in flessione da un biennio, arretri di un ulteriore 30,9% spiegando ben -6,41 punti sui -14,04 della caduta complessiva dell’export. Il cuoio del distretto perde terreno in tutti i principali mercati di sbocco come Francia (-42,8%), Spagna (-41,8%), Hong Kong (-37,6%) e Cina (-46,4%) mentre cresce, seppur di poco, in Corea del Sud (+3%).

La situazione risulta pesante anche per le calzature che nel 2020 perdono addirittura il -38,3% (contributo negativo per -2,22) a causa delle flessioni registrate in quasi tutti i Paesi di riferimento come Stati Uniti (-39,5%), Svizzera (-67,6%), Germania (-43,1%), Francia (-30,3%) e Regno Unito (-59,1%). Uniche eccezioni di rilievo, Corea del Sud (+51%) e Hong Kong (+7%). Meno negativa, ma pur sempre in flessione, l’evoluzione dell’abbigliamento (-7,9%).

In provincia, invece, crescono le vendite all’estero di cicli e motocicli, di prodotti farmaceutici e di vetro. Considerando i Paesi di destinazione delle merci pisane, tutti i principali partner commerciali arretrano con alcune eccezioni come Germania, Paesi Bassi, Belgio e Corea del Sud. La caduta dell’export pisano nel 2020 (-14%) è assimilabile, come intensità, a quella registrata durante la “grande recessione” del 2009 (-17,4%): anno, anche quello, caratterizzato da una pesante flessione del sistema moda. Considerando i Paesi a perdere terreno sono le vendite dirette nel Regno Unito che, nel 2020, calano di oltre un terzo per effetto, oltre che del covid, degli ostacoli burocratici e amministrativi legati alla fase transitoria della Brexit.

Allargando l’orizzonte di analisi a livello internazionale, gli effetti della pandemia sul commercio mondiale non sono stati simmetrici. Se è vero che secondo i dati del CPB1 nel 2020 le esportazioni mondiali, espresse in termini reali e quindi di quantità, hanno segnato a livello globale una flessione del 5,1% rispetto all’anno precedente è altrettanto vero che i Paesi occidentali hanno pagato il prezzo più elevato con punte del -10,6% negli Usa e del -8,7% nell’area Euro mentre la Cina è cresciuta addirittura del +2,6%.

Oltre che per il brusco ridimensionamento della moda, il 2020 è caratterizzato dalla caduta dell’export di prodotti della meccanica (-11,6% rispetto al 2019 pari ad un contributo all’export complessivo di -2,25 punti percentuali). Flessioni consistenti si sono avute nel Regno Unito, Spagna, Ungheria ed Egitto mentre una forte crescita si è registrata in Tanzania. Scendendo nei sotto settori meccanici i dati evidenziano una situazione frastagliata con le macchine di impiego generale (motori e turbine, apparecchiature fluidodinamiche, pompe, compressori, valvole, ecc., -15,1%) e altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche per l’industria, -7,8%), che mettono a segno una decisa contrazione. Aumentano, ma non abbastanza per risollevare le sorti del comparto, le vendite all’estero di macchine per l’agricoltura (+17,1%), di macchine per la formatura dei metalli (+4%) e le altre macchine per impieghi generali (forni, macchine per il sollevamento, utensili portatili a motore, refrigeratori non domestici, ecc., +0,3%).

Anno negativo, sempre a causa della frenata dell’industria mondiale, anche per la chimica, con pesanti flessioni sia dei prodotti chimici di base (-14%) che degli altri prodotti chimici (-9,8%). Tra i settori tradizionali destinati al consumo finale calano, per il secondo anno consecutivo, le esportazioni di mobili (-16,5%) a causa della caduta delle vendite verso Russia (-28,9%), Cina (-31,9%), Kuwait (-92,2%), Emirati Arabi Uniti (-40,1%) e Stati Uniti (-18,9%).

Gli effetti della pandemia si ripercuotono sull’export di bevande pisane (prevalentemente vino) che arretra, nel 2020, del -13,1%. La crisi della ristorazione internazionale indotta dalla pandemia mette in difficoltà soprattutto i piccoli produttori a causa della loro maggiore esposizione sul canale Horeca rispetto alle grandi cantine che, invece, sono più presenti nella grande distribuzione. Flessioni consistenti si sono registrate nelle vendite di vino dirette negli Stati Uniti (-14,9%), Giappone (-55%), Cina (-39,1%) e Francia (-46,2%). Per contro, invece, cresce l’export di vino diretto nei Paesi scandinavi. Tra i primi 15 settori risultano in flessione anche gli utensili (-10,5%, per lo più strumenti di perforazione) e gli strumenti e apparecchi di misurazione (-0,3%): anche questi interessati dalla caduta della produzione manifatturiera globale.

Nel corso del 2020 la mobilità individuale non solo è stata considerata la più sicura in ottica pandemica ma anche la spesa per acquistare un motociclo è stata ritenuta più gestibile in una situazione di precarietà economica. Se la pandemia ha quindi messo letteralmente in ginocchio buona parte dell’export pisano, i cicli e motocicli sono stati tra i pochi comparti che hanno fatto un passo avanti nel corso del 2020 (+1,3%) confermando, tra l’altro, il buon risultato del 2019. Tale variazione tuttavia, non è stata sufficiente a invertire la tendenza delle esportazioni provinciali e, a causa del vero e proprio tonfo della pelle, ha portato il settore ad occupare prima posizione a livello provinciale. A far crescere le vendite all’estero di motocicli hanno contribuito molti Paesi, su tutti Germania (+15,3%), Paesi Bassi (+25%), Austria (+16,9%), Francia (+3,6%), Vietnam (+55,7%) e Cina (+45,1%).

Nel 2020 la pandemia spinge anche la farmaceutica pisana che con un +8,6% fornisce una spinta di 0,29 punti percentuali alle esportazioni complessive grazie agli ottimi risultati conseguiti in Spagna (+33%), Austria (+3,6%), Emirati Arabi Uniti (+125%), Iraq (+123,7%) e Regno Unito (+35,5%). Anche le esportazioni pisane di prodotti in vetro, grazie alle misure di sostegno europee (ma non solo) che puntano ad una maggiore efficienza energetico-ambientale, contribuiscono alla crescita del settore nel corso del 2020 (+4,2%). Si tratta di una crescita avvenuta grazie ai buoni risultati segnati in Francia, Croazia, Cina, Egitto e Polonia.

“Come ci aspettavamo – spiega il commissario straordinario della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini -, la pandemia ha inflitto ferite profonde al sistema produttivo pisano e ha riportato la lancetta dell’orologio delle esportazioni indietro di 8 anni. Tuttavia gli effetti del covid hanno colpito in modo asimmetrico i settori penalizzando il sistema moda, la meccanica e il vino mentre altri, nonostante le innegabili difficoltà incontrate, hanno saputo mettere a segno una crescita. Consapevoli delle criticità che il ripresentarsi ciclicamente della pandemia provoca al sistema produttivo provinciale, la Camera di Commercio continua a impegnarsi per sostenere le aziende attraverso specifiche iniziative legate all’internazionalizzazione non solo con un’intensa attività formativa ma anche grazie al sostegno per la partecipazione a iniziative promozionali di livello. Importante anche il nostro servizio di primo check up attivabile a richiesta e pensato per le piccole e medie imprese che vogliono lanciarsi sui mercati esteri in una fase dove, nonostante tutto, emergono anche alcune opportunità che solo chi è preparato riesce a sfruttare”.

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