Paniere e Festival d’Europa, a Santa Maria a Monte tornano le celebrazioni di Pasquetta

Dopo due anni di stop forzato
E saranno, ancora, Paniere. Dopo due anni di stop. La notizia era iniziata a trapelare nei giorni scorsi, ma ancora mancava l’ufficialità: la storica e coloratissima processione del lunedì di Pasqua a Santa Maria a Monte tornerà in tutto il suo splendore, dopo due anni in cui il Covid aveva costretto comune e parrocchia di San Giovanni Apostolo Evangelista a ripiegare su formule ridotte, con una sola cesta di fiori in onore della beata Diana Giuntini.
Proprio lei, la “santa mancata” ma beatificata a furor di popolo, sarà la protagonista assoluta delle celebrazioni, che come sempre avranno una parte religiosa e una laica, il Festival d’Europa, che si terrà il 18 e 19 aprile.
Un rito pressoché unico almeno nel centro Italia, che affonda le radici nell’inestricabile commistrione fra religiosità popolare, sincretismo e celebrazioni dell’abbondanza correlata alla primavera che fiorisce: una lunga processione di giovani donne in bianco, accompagnate dai loro “cavalieri”, che dalle pendici della collina nel tardo pomeriggio del lunedì di Pasquetta inizia il suo percorso tenendo sulla testa grandi ceste ricolme di fiori, verso la Collegiata nel cuore del centro storico. Un rito che celebra il trasferimento della patrona di Santa Maria a Monte dall’antica chiesa di San Dalmazio, oggi non più esistente, verso la chiesa del borgo. I fiori rimandano al “miracolo” più noto che le storie sulla Beata ci hanno tramandato: la trasformazione del pane, che Diana portava nel grembiule, in rose e fiori e poi nuovamente in pane, per evitare di essere scoperta dal padre, benestante, nella sua carità verso i poveri.
Oltre a presentare le tradizioni della comunità, l’evento e la due giorni del Festival d’Europa intende valorizzare il patrimonio storico culturale del borgo. E’ prevista l’apertura con visite guidate teatralizzate dei poli museali del centro storico: l’Area Archeologica La Rocca, l’annesso Museo Civico Beata Diana Giuntini, il Museo di Casa Carducci che ospita la mostra permanente “Tenero Gigante” del pittore Antonio Possenti.
Affascinanti visite guidate consentiranno inoltre di far conoscere la “città sotterranea”: una vera e propria rete di cunicoli, sotterranei e cisterne corrono infatti sotto le abitazioni passando attraverso quelle che una volta erano le tre cerchie murarie dell’antico castello. Nonostante i secoli e i rimaneggiamenti subiti, la “città nascosta”, un tempo concepita per scopi militari, è una delle attrazioni da non perdere del comune.