Santa Croce in festa: si riunisce la “Comunità dell’Amaretto”






Anche i bambini con le mani in pasta. Appuntamento l’8 dicembre
“Sarà la prima occasione per scambiarsi gli auguri di buone feste. Ma anche un’opportunità di assaporare un’eccellenza tutta santacrocese come l’amaretto, grazie agli stand di Slow Food Street, in particolare l’amaretto d’Antan, con una ricetta facilmente riproducibile anche tra la mura domestiche”. Tanto che lo fanno anche i bambini, in uno specifico progetto con le scuole.
Non più solo una festa, quindi, ma una comunità che si ritrova, quella descritta dal presidente della pro loco di Santa Croce sull’Arno Angelo Scaduto. La “Comunità dell’Amaretto”, l’8 dicembre in festa. Perché il prodotto non è difficile da preparare, ma il suo valore è nella convivialità e nella realizzabilità a basso costo che diventano un motivo in più per essere orgogliosi che tale eccellenza sia alla portata di tutti. Una festa arrivata all’edizione numero 31, cresciuta nell’attenzione tanto da collocare l’amaretto accanto alla pelle e al cuoio come prodotti di punta di Santa Croce.
In palio c’è l’Amaretto d’oro, trofeo realizzato dalla gioielleria Baroni corredato da bracciali che evidenziano i vincitori delle scorse edizioni fra cui uno in rosso per l’edizione 2020 sospesa causa pandemia. A scegliere il forno autore degli amaretti migliori, proclamato alle 17, sarà una giuria d’eccezione composta da cinque membri tra cui la chef Sara Brancaccio (autrice di uno show cooking ad hoc alle ore 16) e lo storico Guido Mori, da segnalare anche il coinvolgimento del presidente della pro loco di Carmignano, che permetterà l’espandersi del successo dell’evento anche oltre i confini comunali. Alle 17,30 il ritmo è quello dello show dal vivo della Band Echo Beach, divertimento per grandi e bambini che verranno coinvolti nell’addobbo dell’albero di Natale di piazza Garibaldi.Alle 10.00 con l’apertura della mostra mercato in Piazza Matteotti dove gli amarettai, per l’occasione, allestiranno a festa i loro banchi e i fruitori avranno la possibilità per tutta la giornata di assaggiare e comprare gli amaretti degli artigiani santacrocesi.
Alle 10, in piazza Garibaldi e in via Turi si terrà il tradizionale addobbo dell’albero di Natale Unicef da parte degli alunni di tutte le scuole di Santa Croce sull’Arno, e i più piccoli potranno divertirsi con il laboratorio a cura di Ciaf Maricò e con “Gioca la piazza”, giochi da tavolo e a terra, costruiti con legno e materiale di recupero che creano un’animazione senza tempo. Nel pomeriggio, alle 15, in piazza Garibaldi andranno in scena “Abracadabra”, spettacolo di magia comica per bambini e adulti e il laboratorio di bolle di sapone giganti.
Torna per questa edizione anche il concorso Amaretto d’Antan, la gara riservata a tutte le cittadine e a tutti i cittadini che custodiscono una ricetta di famiglia e che vorranno cimentarsi nella preparazione del dolcetto tipico. L’amaretto in gara dovrà essere consegnato entro le 12 nello stand di Slow Food in piazza Garibaldi; in premio una lezione di Passione Cucina tenuta da Viola Leporatti alla Scuola Università della Cucina Italiana a Firenze. La festa è organizzata da Comune di Santa Croce sull’Arno, dagli Amarettai santacrocesi, dai commercianti del Centro Commerciale Naturale di Santa Croce sull’Arno con la preziosa collaborazione di Confcommercio e il patrocinio della Regione Toscana.
L’amaretto e la sua storia
La Festa dell’Amaretto si celebra l’8 dicembre, Immacolata Concezione, giorno in cui santa Cristiana, in pellegrinaggio ad Assisi, sette secoli prima di Lourdes e Fatima, ebbe in visione la Vergine Maria.
Nel Monastero di Santa Cristiana, luogo sacro a cui i santacrocesi sono particolarmente devoti, nasce la ricetta dell’amaretto: era usanza per le suore di clausura locali donare ai benefattori del luogo di culto il dolcetto a base di mandorle, uova e zucchero. La ricetta viene fatta risalire alla fine dell’Ottocento, anche se la leggenda la vuole antecedente, data l’antichità del monastero le cui fondamenta furono gettate addirittura nel 1286, quando Oringa Cristiana Menabuoi fondò una piccola casa religiosa basata su regole agostiniane. Negli anni Cinquanta poi la ricetta dell’amaretto, che era rimasta segretissima fino ad allora, venne regalata dalle suore alle proprietarie di un piccolo bar che si trovava di fronte al monastero. Le due donne, fervide religiose, facevano da ponte fra la clausura e il mondo esterno, assolvendo anche ad importanti incombenze per la comunità. Fu quindi un segno di ringraziamento, come è sempre stata la missione di questo biscottino povero ma gustoso, per molti anni simbolo appunto di devozione e di gratitudine espresse nel periodo natalizio. L’Amaretto è ormai diventato un prodotto della tradizione locale, è possibile trovarlo tutto l’anno in vendita nei panifici e nelle pasticcerie che ancora portano avanti la sua storia in nome di santa Cristiana.
Piccoli amarettai crescono
Gli alunni delle scuole di Santa Croce diventano piccoli amarettai: i bambini e le bambine delle scuole d’infanzia e primaria sono stati coinvolti in una serie di laboratori per imparare a preparare il dolce tipico santacrocese. A guidarli i pasticceri di Santa Croce.
Gli alunni dell’ultimo anno delle scuole dell’infanzia dell’Albero Azzurro, via dei Mille, Poggio Fiorito e De Amicis hanno seguito il laboratorio con il pasticcere amarettaio Mauro Bizzolini del Fornaretto, le classi terze e quarte della scuola primaria Torello della Maggiore di Staffoli con il pasticcere amarettaio Nino Minissale del Laboratorio degli Impasti “Il pizzaiolo imbruttito”. Alle attività hanno collaborato le cuoche nelle cucine centralizzate di Santa Croce e gli educatori del Ciaf Maricò.
Durante i laboratori gli educatori hanno spiegato la storia dell’Amaretto, per fare in modo che i bambini e le bambine vengano a conoscenza delle tradizioni del loro paese scoprendo come la ricetta del dolcetto santacrocese, nata tra le mura dello storico convento di Santa Cristiana sia rimasta per anni appannaggio delle suore di clausura, come regalo per i benefattori del convento, per poi nei primi anni del ‘900 essere stata donata a due benefattrici e venire diffusa nelle case dei santacrocesi. Dopo la narrazione, tutti con le manine in pasta a seguire le indicazioni dell’amarettaio e delle cuoche, per amalgamare mandorle, uova, scorza di limone e zucchero , impastare, infornare e poi gustare gli amaretti come merenda tutti insieme.
“Lo scopo dei laboratori dell’Amaretto – spiega la sindaco Giulia Deidda – è far conoscere ai piccoli cittadini le tradizioni, creare un momento piacevole attorno alla preparazione del dolcetto, diffondenderne la ricetta nelle case e, con essa, la cultura dello stare insieme anche nella semplice preparazione di un dolce. I laboratori si inseriscono in una programmazione più ampia che riguarda progetti di educazione alimentare rivolti alle scuole”.
I laboratori sono stati anche proposti nella casa di riposo Meacci, dove Mauro Bizzolini del Fornaretto ha preparato insieme agli anziani ospiti gli amaretti, che sono stati gustati a merenda.