Cna: 2015 in timida ripresa, criticità nel manifatturiero

E’ un quadro tendenzialmente positivo quello che emerge dall’analisi Trend della Cna per il primo semestre del 2015 dell’andamento dei vari settori produttivi della provincia di Pisa.

In questa analisi permangono ancora molte criticità e tra i settori quello che continua a mostrare probabilmente le maggiori sofferenze è il manifatturiero, con particolari attenzione alla filiera conciario, moda, calzaturiero. A dirlo è proprio la Cna. Va meglio per le costruzioni, ma rimane comunque una difficoltà sugli investimenti che sono nettamente sotto la media del decennio passato in tutti settori, a questo si accompagna un crescita degli invetimetni per al retribuzione.
In sintesi, la congiuntura del primo semestre del 2015 è positiva, ma permangono comunque diversi elementi d’incertezza, come dimostrano i segnali contrastanti degli indicatori Trend: indicazioni positive per ricavi che recuperano 0,7 per cento e per la retribuzioni dove la crescita complessiva a livello provinciale è del 13,8 per cento, cui si accompagnano l’assestamento negativo dei consumi meno 0,9 pr cento e la contrazione degli investimenti che flette del 15,4 per cento. La stessa dinamica degli investimenti, indicativa di un sentiment degli imprenditori ancora piuttosto “fragile”, induce a un’analisi abbastanza prudente del quadro congiunturale e della possibile evoluzione nel breve periodo dell’artigianato e della piccola impresa di Pisa. In conclusione, se in Toscana guardando al medio-periodo, il potenziale produttivo dell’artigianato e della piccola impresa si è in parte deteriorato in questi lunghi anni di crisi, a Pisa la situazione è relativamente peggiore che altrove. In effetti, il tasso medio annuo di crescita del fatturato è diminuito del 5,1 per cento, collocando Pisa tra quelle province che hanno accusato i gap produttivi più ampi nel triennio 2012-2014. Così, la recente dinamica favorevole dei ricavi non è ancora sufficiente per poter parlare di una svolta positiva del ciclo economico provinciale. D’altro canto, presentano tendenze negative tanto i consumi quanto gli investimenti. Inoltre, qualche elemento positivo potrebbe però arrivare da un progressivo rafforzamento della confidence degli imprenditori. Su questo piano, tuttavia, anche indagini extra-Trend sembrerebbero tratteggiare un quadro congiunturale ancora interlocutorio nel manifatturiero, sebbene si registrino aspettative di chiusura d’anno in lieve recupero per produzione e domanda estera.

 

I dati di contabilità Trend relativi ai consuntivi del primo semestre 2015, misurano, come in passato, variabili aziendali chiave quali ricavi, spesa per consumi, retribuzioni e investimenti. Come nella precedente uscita del rapporto (Luglio 2015) l’analisi Trend si basa su nuove metodologie di stima, maggiore affidabilità dei dati ed una più ampia applicazione dell’analisi che così viene ad estendersi oltre l’artigianato inteso in senso stretto e formale. Essa viene infatti a comprendere tutto il mondo della micro e della piccola impresa (fino a 10 addetti), con una copertura settoriale dei dati che, rimanendo completa sulle costruzioni, offre un’osservazione approfondita dei principali settori tipici della manifattura toscana e di un insieme significativo di servizi, anche se, ad esempio, commercio e professioni sono esclusi da questa analisi. La prima parte del 2015 viene archiviata dall’economia artigiana e dalla piccola impresa della provincia di Pisa come un semestre caratterizzato da una congiuntura sostanzialmente positiva: si registra infatti un incremento dei ricavi del più 0,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un crescita superiore alla media regionale che si ferma a più 0,3 per cento. Tuttavia si rilevano ancora diverse fragilità con riferimento ai consumi e agli investimenti e nel complesso la situazione appare ancora connotata da un certo grado d’incertezza. Se, da un lato, l’indicatore Trend dei ricavi registrato nel primo semestre interrompe l’andamento negativo del 2014, dall’altro lato, l’analisi congiunturale mostra una persistente difficoltà del Manifatturiero che segna un meno 6,1 per ceto, in cui si evidenzia la crisi della Pelletteria. L’aumento tendenziale dei ricavi è, infatti, imputabile a una ritrovata vivacità delle Costruzioni più 3 per cento e al rimbalzo dei Servizi più 6,4 per cento. Inoltre rimane un flessione nei consumi che nei primi sei mesi del 2015 rispetto all’anno precedente si calano di quais un punto percentuale. Sul fornte degli investimenti il quadro economico della provincia di Pisa nel primo semestre 2015 la spesa per investimenti sostenuta dall’artigianato e dalla piccola impresa nella provincia di Pisa registra una contrazione complessiva del 15,4 per cento indicativa di una confidence degli imprenditori ancora piuttosto debole. In generale, l’andamento di Pisa è molto simile a quello regionale: la lieve crescita dei ricavi complessivi è frutto di una dinamica positiva delle costruzioni e dei servizi e di una costante tendenza negativa del manifatturiero. Nel primo semestre del 2015 infatti il macro-settore delle Costruzioni registra una buona performance per quanto riguardano i ricavi con un più 3 per cento anche se del tutto ascrivibile alla dinamica tendenziale del secondo trimestre 2015. Situazione molto diversa per gli indicatori Trend riferiti al manifatturiero, che conferma una situazione di crisi che ormai va avanti da diversi trimestri. Anche gli indicatori proxy della produzione non lasciano intravedere un’inversione del ciclo economico almeno in questo primo semestre 2015. Si contraggono le retribuzioni 17,4 per cento e i consumi meno 4 per cento, a dimostrazione di un’attività produttiva delle imprese manifatturiere pisane ancora in diminuzione. Tutti i comparti a differenza dell’alimentare risultano in crisi, a cominciare dal settore Pelle-Cuoio-Calzature che oltre ai ricavi meno 11,5 per cento presenta pesanti contrazioni dei costi di produzione con un meno 51,6per cento che corrisponde anche ad un flessione dei consumi. Fase recessiva anche per la metalmeccanica, che accusa una nuova, seppur lieve, flessione del fatturato pari al 0,5%, e per il comparto del Legno-Mobili che si perde un 9 per cento. Per quanto riguarda i Servizi, l’analisi dei dati riferiti ai ricavi del primo semestre 2015 evidenzia un incremento tendenziale del più6,4 per cento, al momento anche per il Terziario si può parlare di un rimbalzo dopo la flessione del 2014, ma la situazione appare ancora sostanzialmente interlocutoria. Gli indicatori di costo sostenuti dall’artigianato e dalle piccole imprese che operano nei servizi presentano tendenze discordanti infatti, alla stabilizzazione al ribasso dei consumi si accompagna il netto rimbalzo della spesa per retribuzioni più 37 per cento. Di fatto, si assiste a una certa dicotomia fra i servizi maggiormente rivolti alle aziende e quelli più orientati a soddisfare la domanda del consumatore finale. si registrano anche segnali di recupero del fatturato tanto nei Trasporti che cresce del 5,4 per cento quanto nei Servizi alle imprese più 13,7 per cento, mentre persiste la recessione all’interno delle riparazioni del 7,3 per cento e (soprattutto) dei Servizi alle famiglie che perdono il 4,2 per cento, in calo dal 2013.
In termini di prospettive qundi l’analisi congiunturale della spesa per investimenti sostenuta dall’artigianato e dalla piccola impresa in provincia di Pisa registra, complessivamente, un calo tendenziale pari al 15,4 per cento che si somma alle contrazioni del biennio 2013-2014. Si rilevano flessioni degli investimenti nei Servizi meno 47,7 per cento e all’interno della filiera delle Costruzioni meno 9,1 per cento, mentre il rimbalzo del sistema Manifatturiero più 23,5 per cento tende ad attenuare la negativa diagnosi congiunturale di settore offerta per questo primo semestre.
Sulla performance negativa degli investimenti pesa la flessione relativamente più ampia registrata nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2015 con un meno 20,7 per cento. In effetti, il livello della spesa per investimenti nella provincia di Pisa è indicativo di una situazione ancora molto difficile: in particolare, il Manifatturiero mostra il peggior andamento nel complesso della serie storica Trend, evidenziando una profonda diminuzione rispetto ai livelli del 2012 con una flessione di quais il 49 per cento. Del resto anche l’Edilizia presenta una tendenza assai negativa. La dinamica di medio-termine è migliore per i servizi, almeno fino alla fine del 2014, quando poi iniziano ad accusare sensibili contrazioni che portano l’indice ad attestarsi su valori piuttosto risicati.

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