Demanio idrico, giù i canoni per l’uso industriale

Uno sconto fino al 30 per cento per i titolari di concessioni idriche nel distretto del cuoio. Ma solo se perseguono e contribuiscono ad uno sviluppo sostenibile.
E’ questa una delle principali novità dele nuove regole e canoni per l’utilizzo e l’occupazione del demanio idrico che hanno ricevuto il via libera della giunta regionale dopo il relativo passaggio di competenze dalle province.

Oltre alla rimodulazione dei canoni sarà anche sospesa per due anni, fino al 2018, l’imposta regionale applicata nei casi di occupazione di suolo. Valeva fino al 2015 tre volte l’importo del canone, poi nel 2016 è stata ridotta ad un sesto della misura originaria (ovvero metà canone) ed ora verrà congelata.
Ci sarà più tempo, fino al 30 novembre, per mettersi in regola sull’imposta dell’anno scorso ancora non pagata, versando un’aliquota agevolata pari al 20 per cento. Si snelliscono pure le procedure per acquisire pareri, nulla osta e atti di assenso necessari al rilascio della concessione, che in questi anni hanno generato più di un ritardo. Infine con i grandi utenti, per la precisione quelli che contano più di cinquanta rapporti in essere, potranno in futuro venire stipulati accordi specifici. Si tratta di realtà come Anas o Autostrade, aziende elettriche come Terna o Enel, distributori di gas come Snam e Toscana Energia e poi i diversi gestori degli acquedotti cittadini e servizi integrati.
La questione del demanio idrico aveva portato a molte polemiche del distretto per l’aumento dei canoni per l’uso di quanti prelevano e utilizzano l’acqua per bagnare campi ed orti, per lavorazioni industriali, per allevare pesci, per la produzione di energia idroelettrica, per acquedotti industriali o rurali oppure, in taluni casi, anche come acqua potabile.
“Il lavoro di riordino ed omogeneizzazione è stato complesso e l’obiettivo si è potuto raggiungere grazie al contributo delle associazioni e e di tutti coloro che hanno partecipato al tavolo di lavoro appositamente costituito a partire dall’autunno scorso”, sottolineano gli assessori al bilancio e ai tributi Vittorio Bugli e all’ambiente Federica Fratoni. “L’armonizzazione dei canoni demaniali rientra in quell’attività di necessaria semplificazione che ha interessato più settori dopo che la Regione è tornata a gestire in proprio le competenze che aveva delegato a suo tempo alle Province – ricorda Bugli – Si trattava sicuramente di un’eredità complessa per quanto riguarda i canoni demaniali”. Tra provincia e provincia erano a volte diversi anche i dati a disposizioni, rendendo ulteriormente complicata ogni previsione. “Nel disciplinare un settore come questo non si poteva non prescindere dal mantenere il giusto equilibrio tra il cittadino e l’utilizzo del bene pubblico – aggiunge Fratoni – e quell’obiettivo mi sembra raggiunto”.

Le novità nel dettaglio
Le modifiche, riassunte nella due delibere e nella proposta di legge che hanno avuto il via libera ieri dalla giunta regionale riguardano in particolar modo l’utilizzo dell’acqua; non mancano però novità anche per l’occupazione.
La prima ‘rivoluzione’ riguarda il canone: non si pagherà più per scaglioni e in base al massimo della concessione richiesta ma sulla base degli effettivi consumi. La proporzionalità, oltre ad essere più equa, favorirà comportamenti più attenti e anche un minor spreco di acqua. Il canone sarà composto da una quota fissa e da una variabile. Inoltre verranno previsti sconti e agevolazioni, anche a fini agricoli: per chi ad esempio restituisce l’acqua con le stesse caratteristiche chimiche e fisiche di quando l’ha prelevate e nello stesso corpo idrico, a chi utilizza per almeno metà del fabbisogno anche acque reflue e riciclate, a chi raccoglie con gli stessi fini acque piovane o a chi irriga in modo intelligente ed efficiente, senza sprechi. Una sorta di premio, insomma, per chi persegue e contribuisce ad uno sviluppo sostenibile, che si tradurrà nei fatti in uno sconto del 30 per cento per le imprese e in particolare per i distretti del cuoio, della carta e del tessile.
Sconti, fino ad un massimo del 35 per cento, anche per chi si impegna a trasmettere periodicamente dati sui consumi o per le piccole aziende idroelettriche che non tutto l’anno riescono a produrre energia. Per l’uso agricolo sarà ridotto il valore ‘soglia’ che imponeva il pagamento di un contributo minimo, in modo da rendere il tributo similarmente ad altre fattispecie più equo e proporzionale e in modo che chi utilizza più acqua paghi di più di chi ne fa un uso minore.
Risolti, rispetto all’anno scorso, pure alcuni paradossi e disparità che nel passaggio dai regolamenti provinciali ad un’unica norma regionale si erano venuti a creare per chi ormeggia piccole imbarcazioni sui corsi d’acqua. Il canone applicato, che in questo caso riguarda non l’uso dell’acqua ma l’impiego di spazio del demanio, si baserà d’ora in poi su una formula che trasforma tre metri lineari di ormeggio in dieci metri quadri di occupazione. In questo modo il passaggio dalle vecchie alle nuove norme sarà più omogeneo per tutti.

Mazzeo (Pd): “Asscoltate le richieste del territorio”
“Sui canoni relativi al demanio idrico abbiamo ascoltato le richieste che arrivavano dal territorio – commenta il consigliere regionale Antonio Mazzeo – e grazie al lavoro portato avanti in sinergia con gli assessori Bugli e Fratoni e con l’ingegner Massini siamo arrivati ad una soluzione che garantisce equità e rispetto delle regole. Una ulteriore testimonianza che quando si lavora tutti insieme si possono portare a casa risultati concreti e soddisfacenti per tutti. In virtù della necessità di omogeneizzare i canoni a livello regionale, a Pisa, come in altre realtà, si era posto un problema di forte aggravio dei costi sia per gli ormeggiatori sia per gli operatori del commercio le cui attività insistono sulle rive dell’Arno. Ferma restando la necessità di uniformare il sistema per tutta la Toscana, il lavoro che abbiamo fatto insieme alla giunta ha permesso di analizzare tutte le criticità e trovare le migliori soluzioni che, da un lato, permettano a tutti di pagare canoni equi e dall’altro di non avere più disparità tra territorio e territorio come accadeva quando la competenza era delle Province. Crediamo fermamente che oggi più di sempre debba valere il principio del ‘pagare meno ma pagare tutti’ e in questo senso è stato trovato con la giunta l’accordo per arrivare al nuovo regolamento. Ancora una volta, per quel che ci riguarda, abbiamo scelto di non sottrarci al confronto, talvolta anche aspro, ma di lavorare tutti insieme a una soluzione concreta. Questo è quello che è chiamata a fare la politica e questo è quello che,in questa occasione possiamo dire di aver fatto”.

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