Tartufo, la Regione lancia un bando da 108mila euro

Ma i fondi potrebbero servire solo per finanziare i progetti minori

Tutela e valorizzazione del tartufo. La Regione Toscana lancia un bando da 108 mila euro da destinare ad associazioni e comuni che si impegnano nella protezione e promozione delle varietà del pregiato fungo ipogeo. I progetti dovranno essere presentati entro 15 giorni dalla pubblicazione sul bollettino regionale con l’elenco completo delle spese sostenute e dei dettagli tecnici.

Un bando che apre quindi a due strade. La prima ha a che fare con la valorizzazione economica sia del tartufo che dei suoi territori e può dar vita a finanziamenti per le fiere, le manifestazioni, le mostre mercato e le esposizioni aventi a oggetto il pregiato fungo ipogeo. La seconda strada, altrettanto importante, è quella del ripristino ambientale delle aree tartufigene. Così vengono incentivati interventi di ripulitura della vegetazione in eccesso, regimazione delle acque e diradamenti.

Il totale dei fondi stanziati sono divisi tra queste due opzioni. 60 mila euro per gli interventi del primo tipo, quindi promozione del tartufo e 48 mila per quelli di tutela ambientale. Per la redazione della graduatoria, i criteri di valutazione, in entrambe le aree del bando, premiano i progetti elaborati in collaborazione tra più associazioni o tra associazioni e comuni. Per quanto riguarda gli eventi e le mostre, viene premiata la storicità e la rilevanza nazionale, cioè la capacità attrattiva. Per le opere di ripulitura delle zone tartufigene, invece, avranno priorità gli interventi che superano un ettaro di superficie e quelli a salvaguardia del tartufo bianco, il più pregiato.

Dati questi criteri, San Miniato, capitale toscana del tartufo, può dirsi ottimista e ben sperare di ottenere un buon punteggio. L’evento principale è sicuramente la mostra mercato del tartufo che in quanto a storicità e a collaborazioni tra diversi enti non teme competitori. Giunta alla soglia del mezzo secolo è una manifestazione articolata e complessa. Ma anche sull’altro versante, quello boschivo, San Miniato è in vantaggio. Lì, infatti, il prodotto tipico è il cosiddetto tuber magnatum pico o più comunemente il tartufo bianco. Secondo i criteri scelti per l’assegnazione dei fondi, la tutela del bianco è più incentivata rispetto agli altri tipi di tartufo.

“Noi abbiamo vari progetti già pronti –  parla Guido Franchi, agronomo e vicepresidente dell’associazione tartufai di San Miniato -. Stiamo ragionando su come proporci perché il bando prevede solo 48 mila euro per gli interventi a tutela ambientale. Questa somma divisa tra le associazioni toscane sono circa 7 mila euro. I nostri progetti superano di gran lunga quella cifra. Ci si potrà pagare l’iva, ma per il progetto e le pratiche ci son dei costi importanti, visto anche che adesso le associazioni per determinati lavori devono per forza rivolgersi a professionisti esterni. Comunque, noi presenteremo le nostre idee progettuali che avevamo già in mente”.

Il rischio, come si legge nelle parole di Guido Franchi, è che il bando in proporzione all’entità dei progetti, abbia un effetto premiale per quelli di minori dimensioni. Per gli eventi e le manifestazioni può essere concesso un contributo fino alla metà delle spese sostenuto, ma comunque entro i 15 mila euro. Così come per gli interventi boschivi, nonostante possano essere coperte tutte le spese sostenute, queste comunque non devono superare i 7 mila euro.

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