La crisi si misura anche dagli scarti: sul Cuoio è del 30% circa

I numeri di Tecnoambiente su sale e scarti di pelle smaltiti

Si conosce molto di una persona guardando i suoi rifiuti. Lo stesso si può dire del comprensorio del Cuoio, che dell’economia circolare fa un vanto. Sono proprio i rifiuti di conceria a dare una stima della crisi da coronavirus per le aziende del Distretto, almeno secondo Tecnoambiente di Ponte a Egola, società di smaltimento e recupero dei rifiuti industriali in piedi dal 2001 e la cui crescita è stata costante in tecnologia e capacità di lavorazione.

Tra le particolari lavorazioni di Tecnoambiente c’è il sale utilizzato per la conservazione della pelle che diventa, una volta trattato, prodotto antighiaccio, tra i numeri più importanti del materiale avviato a recupero. Prendendo a riferimento il cloruro di sodio, si vede un andamento produttivo in netto calo passando da 1.753.085 chilogrammi del 2019 (media 146.090 chilogrammi/mese) a 1.201.955 chilogrammi nel 2020 (media 100.162 chilogrammi/mese). La produzione per i primi due mesi del 2021 è stata di 315.510 chilogrammi per una media mensile di 157.755 chilogrammi. Questa tipologia di rifiuto è indirizzata ad un impianto di recupero che dopo un trattamento di purificazione lo destina, appunto, all’utilizzo come antighiaccio stradale. La percentuale di calo produttivo tra gli anni 2019 e 2020 è stato di poco superiore al 31%.

Ma ci sono anche gli scarti di pelle al vegetale che diventano cuoio rigenerato. “La rasatura a vegetale – spiegano in Tecnoambiente – è uno scarto della produzione di cuoio da suola per cui l’analisi dei quantitativi prodotti permette di monitorare con precisione l’andamento delle concerie produttrici di questo articolo che sono principalmente di Ponte a Egola. Anche in questo caso un andamento produttivo in netto calo passando da 1.439.635 chilogrammi del 2019 (media 119.969 chilogrammi/mese) a 1.024.080 chilogrammi nel 2020 (media 85.340 chilogrammi/mese). La produzione per i primi due mesi del 2021 è stata di 158.560 chilogrammi per una media mensile di 79.280 chilogrammi. Questa tipologia di rifiuto è indirizzata principalmente ad una attività di recupero per la realizzazione di un prodotto in pannelli dai quali si ottengono articoli per l’industria della calzatura (suola da scarpe) e in parte minore alla produzione di fertilizzanti per agricoltura. La percentuale di calo produttivo tra gli anni 2019 e 2020 è stato di poco inferiore al 29%, in perfetto allineamento con il calo del lavoro nelle aziende del Comprensorio”.

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