Catena Douglas, chiudono 17 negozi in Toscana: 3 a Pisa

26 marzo 2021 | 13:14
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Catena Douglas, chiudono 17 negozi in Toscana: 3 a Pisa

Interessati 457 lavoratori, sindacati del commercio sul piede di guerra. Il commento di Galletti

La direzione della catena di profumerie Douglas Italia ha formalizzato ai sindacati la lista dei 128 punti vendita che entrano della riorganizzazione annunciata che coinvolge 457 lavoratori. La catena tedesca ha già disdettato la maggior parte dei contratti d’affitto dei negozi.

I punti vendita che chiuderanno sono 17 in Toscana (due su Firenze, uno a Prato, tre su Siena, tre su Pisa, due su Livorno, due su Pistoia, due a Grosseto, uno a Massa ed uno ad Arezzo),

I sindacati Fisascat, Filcams e Uiltucs hanno ribadito la contrarietà alle chiusure e sollecitato il tavolo di crisi al ministero dello sviluppo economico. Intanto, il confronto con Douglas è stato aggiornato al 9 aprile, data entro la quale l’azienda dovrebbe presentare il piano commerciale e mostrare i criteri utilizzati e quali sono le misure che intende mettere per a salvaguardia occupazionale.

“Esprimo – ha detto Irene Galletti, capogruppo M5S in regione Toscana e componente della commissione lavoro e attività produttive – massima solidarietà a tutti i dipendenti della catena commerciale Douglas, che improvvisamente e in piena emergenza economica e sociale hanno ricevuto la notizia del loro futuro licenziamento. Una scure occupazionale inaccettabile che colpirà soprattutto donne, la quota maggiore dei lavoratori della catena di profumerie. La Regione deve immediatamente aprire un tavolo di crisi e chiedere al MiSe di fare altrettanto, visto che già dal 9 aprile l’azienda dovrebbe rendere noti il piano commerciale, i criteri utilizzati per redigerlo e quali sono le misure che intende mettere per la salvaguardia occupazionale. Ho presentato per questo una mozione urgente che presenterò alla prima seduta di consiglio utile.

Adesso si pretende che siano i lavoratori come sempre a pagare le spese dei mancati guadagni di un colosso economico, che magari concentrerà le sue vendite sull’online minimizzando di fatto le perdite. Questo è inaccettabile e il governo e la Regione devono pretendere un piano di salvaguardia dei livelli occupazionali chiaro e dettagliato”.