Materie prime e caro bollette, verso l’aumento del prezzo del caffè al bar

Allarme di Confesercenti Valdera Cuoio: "Tanti imprenditori rischiano di alzare bandiera bianca"

“Il prezzo del caffè alla fonte nell’ultimo anno ha subito continui aumenti. Sarà difficile per i pubblici esercizi nelle prossime settimane continuare a mantenere il costo della tazzina invariata. Purtroppo questo non dipende dagli operatori, pur consapevoli delle conseguenze per la clientela”.

A lanciare l’allarme è il presidente area Valdera Cuoio di Confesercenti Toscana Nord Alessandro Cai. “I colleghi dei pubblici esercizi ci raccontano dell’ennesimo rincaro registrato da parte delle torrefazioni. Questo solo per il costo della materia prima, non considerando gli altri aspetti che influiscono sul prezzo finale al banco e che sono comunque sempre a carico degli imprenditori”. Chiaro il riferimento al caro bollette, in questo caso purtroppo trasversale a tutte le attività commerciali. Ancora Cai. “Per l’energia si parla di aumenti del 50%, 300 milioni di costi in più per i ristoratori e pubblici esercizi in generale della nostra regione. Secondo il nostro centro studi nazionale l’aumento sull’energia elettrica, per le attività di ristorazione e somministrazione, registra una percentuale che oscilla tra il 45% e il 53%. Bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, paninoteche, che mediamente pagano una bolletta di fornitura di energia elettrica che si aggira intorno ai 1.500 euro al mese hanno visto a dicembre un aumento medio di 750 euro, ai quali va aggiunta l’Iva. Tanti imprenditori rischiano di alzare bandiera bianca”.

I numeri di Confesercenti Toscana Nord sono eloquenti. “Un ristorante di 240 metri quadri, ad esempio, è passato da 2500 euro a 4700 circa. Nel nostro studio abbiamo considerato uffici, piccoli negozi e soprattutto attività come bar e ristoranti che hanno macchinari sempre in funzione, 24 ore su 24. Questo aumento spaventoso che grava sulle aziende già piegate dalla crisi conseguente alla pandemia è dovuto non soltanto all’aumento del costo del chilowattore, che sale di una percentuale del 35/40%, ma alla crescita ingiustificata e inspiegabile di moltissime voci in bolletta, quali la spesa del trasporto dell’energia, la gestione del contatore ed altre, nella misura del 10-20% circa. Aumenti fuori controllo – secondo il presidente area Valdera Cuoio – quando il fatturato è calato del 40-50% e in alcuni casi del 70%. Calo sul quale influiscono anche aspetti come lo smartworking che, specie nei locali del centro, ha quasi azzerato i classici pranzi di lavoro”.

La conclusione sugli ultimi provvedimenti del governo a sostegno delle imprese. “I sostegni decisi sono un riconoscimento della profonda crisi che colpisce le attività economiche, soprattutto nei settori del commercio e del turismo. Ma le risorse messe in campo rischiano di non essere sufficienti, e su lavoro e credito si deve fare di più. Bene le norme sul credito d’imposta per gli affitti e sgravio per le rimanenze di magazzino ma ancora nessuna risposta su moratoria debiti bancari e scadenze fiscali. Profonda delusione per gli interventi sul fronte ammortizzatori sociali e per la mancata proroga della cassa Covid-19. A livello nazionale ci siamo già mossi per porre rimedio”.

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