Mamma con problemi gravi di salute: in 13 in sala operatoria per il cesareo

C'era anche un mediatore linguistico culturale. La bimba sta bene

Un parto cesareo molto complesso che è andato a buon fine con la nascita alla 36esima settimana di una piccola di poco meno di 3 chili ha coinvolto un team multidisciplinare di ben 13 persone fra medici e operatori sanitari. L’equipe guidata Rodolfo Gordigiani, vicedirettore della struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Giovanni di Dio diretta da Anna Franca Cavaliere, si è costituita ieri mattina in urgenza all’ospedale San Giovanni di Dio ed ha portato a termine il parto cesareo su una partoriente con gravi problemi di salute.

L’intervento è stato eseguito in sala operatoria dove nel caso la paziente avesse avuto un arresto cardio circolatorio, sarebbero state disponibili tutte le attrezzature cardiologiche necessarie, non presenti in sala parto. Oltre all’equipe medica, in sala operatoria era presente anche un mediatore linguistico culturale in quanto la partoriente non parlava l’italiano.

A richiedere l’intervento multidisciplinare, è stata proprio la delicatissima situazione di salute della donna, complicata anche dalla presenza di diabete gestazionale che ha obbligato ad anticipare la nascita.

“E’ davvero straordinario come in alcuni momenti – dichiara Gordigiani – quel lavoro che diamo per scontato e a volte percepiamo come routinario, quando viene svolto in forma coordinata fra più team di eccellente livello (ostetricia, cardiologia, anestesia, neonatologia), può permettere a una madre affetta da una grave cardiopatia, di dare alla luce il suo piccolo con minor rischio possibile. Oggi il dipartimento materno infantile della Toscana centro e nello specifico l’ostetricia ginecologia di Torregalli – conclude – ha raggiunto un livello di eccellenza a Firenze che può rassicurare i cittadini, anche più fragili, nell’affrontare il momento del parto con una sicurezza fino a ieri non scontata”.

Il primo intervento è stato delle due cardiologhe Francesca Sani e Federica Michelozzi che hanno provveduto a installare un pace maker temporaneo, necessario a causa di una patologia cardiaca della partoriente. Due anestesiste, Elisabetta Peruzzi e Grazia Meconcelli, hanno effettuato l’anestesia spinale – sempre complessa in una gravidanza a rischio – e il monitoraggio multiparametrico. Successivamente il taglio cesareo cesareo è stato eseguito da Rodolfo Gordigiani, assistito dalla ginecologa Cristina Malavolti. Una volta estratta la neonata, le due ostriche Elena Cioli e Luana Fontanelli, e la neonatologa Beatrice Gambi, hanno preso in carico la piccola e l’hanno trasferita in culla termica presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale. In supporto durante il delicato intervento, sono state la ferrista-ostetrica Maria Zappalà e tre infermieri di sala, Claudia Marzi, Cecilia Banchi e Gianna Rosadini. Ha organizzato i vari percorsi, Daniele Cultrera della direzione sanitaria di presidio.

La bimba sta bene e resterà in Tin ancora nei prossimi giorni. Anche la mamma sta bene, al momento è nel reparto Utic, l’unità di terapia intensiva cardiologica.

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