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Verso lo sciopero generale monta la protesta della Cgil: “Serve una mobilitazione contro il governo”

20 novembre 2024 | 15:26
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Verso lo sciopero generale monta la protesta della Cgil: “Serve una mobilitazione contro il governo”

Al Circolo Arci di Avane un’assemblea con oltre 150 delegati e delegate proveniente da tutti i settori e dalle Leghe Spi dell’Empolese Valdelsa: “Tutelare l’occupazione e sostenere una riorganizzazione produttiva”

Si è tenuto stamani (20 novembre) al Circolo di Avane l’attivo di zona della Cgil Empolese-Valdelsa in preparazione allo sciopero generale del prossimo 29 novembre “contro le politiche del governo Meloni, che, solo per citare alcune temi, riapre la stagione di austerità, dei tagli a sanità e istruzione, del peggioramento della legge Fornero, della riduzione degli investimenti”.

Un’assemblea con oltre 150 delegati e delegate proveniente da tutti i settori e dalle Leghe Spi in rappresentanza di oltre 20 mila lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate. Tante le voci che si sono alternate durante l’assemblea, dal settore della moda, all’agroindustria, dalla scuola agli appalti, dai pensionati alla metalmeccanica. Sono inoltre intervenute Sandra Sani a nome dell’Anpi per parlare di pace e Costituzione e Valentina Torrini per portare il saluto dell’amministrazione comunale di Empoli. A chiudere i lavori Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana.

Dal territorio dell’Empolese-Valdelsa sono inoltre già pronti a partire una decina di pullman per la manifestazione che si terrà a Firenze in occasione dello sciopero del 29 novembre. A cui si aggiungeranno centinaia di persone che si muoveranno con mezzi propri.

“La guerra è la follia del nostro tempo – ha detto Rossano Rossi – e invece serve pace perché le guerre le pagano i lavoratori e le lavoratrici, nei luoghi di lavoro lo sanno bene perché una economia di guerra riduce diritti, taglia i servizi, attacca il dissenso. Sulla pace servono parole chiare, così come sulla difesa dell’acqua pubblica, il rifiuto di politiche di austerità. Landini fa bene a parlare di rivolta sociale, serve una mobilitazione contro un governo che racconta falsità per far credere che vada tutto bene. In realtà le ore lavorate sono diminuite, la precarietà continua ad essere una piaga e il Governo ha peggiorato la situazione, i salari sono sempre più  poveri mangiati dall’inflazione, le pensioni un bancomat per fare cassa. Questo governo non si occupa delle crisi che attanagliano la nostra regione, a partire dal settore Moda, dove sono a rischio 11 mila posti di lavoro (2 mila nell’Empolese-Faldelsa). Fa invece gli interessi delle fasce ricche della popolazione, di chi fa grandi profitti, ha grandi patrimoni. Bisogna favorire la presa di coscienza della nostra gente, spezzando la propaganda del governo, la Cgil si colloca dalla parte di chi lavora. Perché non è andata a tutti in modo uguale. In questi anni i padroni hanno guadagnato utili importanti, si investe meno nello sviluppo e si preferisce la rendita. La Cgil chiede di trovare le risorse per il rinnovo dei contratti, di tassare gli extraprofitti e i grandi patrimoni, Non comprare armi e rafforzare le Stato Sociale. Lo sciopero generale sarà fondamentale, dobbiamo svuotare i luoghi di lavoro e riempire le piazze.  Così come sarà importante la prossima campagna referendaria.”

Questo un estratto della relazione introduttiva di Gianluca Lacoppola, segretario e coordinatore della Cgil Empolese-Valdelsa: “Lo sciopero del 29 porterà in piazza le ragioni del lavoro che oggi abbiamo discusso ad Avane. Difesa del potere d’acquisto dei salari, rivalutazione delle pensioni; lotta alla precarietà e del lavoro; richiesta di prendere i soldi dove sono: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva, investimenti per difendere l’occupazione, anche con il blocco dei licenziamenti; tutela della salute e sicurezza; lotta al caporalato.  Ma all’assemblea di oggi si è parlato anche del nostro territorio.  Interventi nel settore in crisi della moda. Il governo per ora ha deciso di intervenire in modo blando: se non vogliamo che restino solo macerie occorre tutelare l’occupazione e sostenere una riorganizzazione produttiva che riduca le subforniture e aiuti le aziende ad associarsi, oltre a chiedere alle grandi griffe di svolgere una funzione sociale dopo anni di utili importanti. Negli appalti dove si annida lavoro povero e precario, quasi esclusivamente femminile, chiediamo alle amministrazioni di aprire un confronto per costruire alternative alla privatizzazioni dei servizi. Di fronte al blocco delle assunzioni imposto dal governo, proponiamo di valutare di passare progressivamente i servizi ad una società in house. La riqualificazione produttiva del territorio passa anche da interventi strutturali nelle aree industriali, in primo luogo il Terrafino. Abbiamo partecipato con interesse al tavolo aperto pochi giorni fa e fortemente richiesto dalla Cgil, proponendo di valorizzare il Terrafino facendolo diventare un polo attrattore per nuovi insediamenti e investimenti produttivi e direzionali, prevedendo anche servizi interaziendali degli del XXI Secolo. Sulla lotta al caporalato, serve infine una marcia in più, ed è per questo che abbiamo potenziato anche ad Empoli l’attività dello sportello Soleil contro lo sfruttamento lavorativo. Ultimo tema quello degli accorpamenti scolastici di cui tanto si è discusso ultimamente e che ancora una volta dipendono da scelte del governo contro la scuola pubblica. Qui dobbiamo registrare quanto sia stato sbagliato il metodo con cui la città metropolitana ha deciso chi accorpare. Non entriamo nella logica di quanti sono interessati ad evitare solo che l’accorpamento riguardi il proprio territorio. Una scelta purtroppo andava fatta, proprio per questo serviva  aprire un confronto con le comunità educanti, e invece si è preferito tutelare il prestigio di un liceo fiorentino e accorpare la scuola di Gambassi e Montaione. Non si sono cioè valutate le conseguenze delle decisioni prese, preferendo tutelare a prescindere una minoranza privilegiata, il Comune di Firenze, minoranza che però sceglie il sindaco metropolitano. Un meccanismo in contraddizione con una democrazia compiuta. E’ per questo che chiediamo con forza che le province tornino ad essere istituzioni elettive”.