Pd, il segretario provinciale in cambio di un posto in Parlamento

21 giugno 2015 | 11:34
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Pd, il segretario provinciale in cambio di un posto in Parlamento

Una segreteria nel pieno delle sue funzioni entro l’estate, magari entro luglio. E’ questa la volontà espressa dalla direzione provinciale del Pd, che per il nuovo segretario, dopo le dimissioni di Francesco Nocchi, non vorrebbe arrivare al congresso, ma preferirebbe decidere all’interno dell’assemblea. All’apparenza, la scorsa direzione, la prima dopo le elezioni regionali, guidata dal segretario regionale del Pd Parrini, è stata interlocutoria, incentrata sull’analisi del voto, dalla quale ripartire per rinsaldare il partito dopo una corsa che in provincia di Pisa non è stata per niente una formalità. E non è stata neppure povera di sorprese.

Ma quello è un capitolo chiuso e ora, da quello che c’è, bisogna ripartire, puntando a un nome condiviso, che non sia espressione della maggioranza del partito ma della sua unità. Un nome che, venerdì sera, da via Fratti non è uscito, ma che dovrà uscire per forza in tempi brevi. Del resto sempre Parrini circa una settimana fa alla direzione regionale aveva fatto capire che dalle elezioni c’erano della province dove le cose per il Pd non erano andate nel migliore dei modi e bisognava fare presto a ripartire. Pisa alla fine è una di queste, nonostante la folgorante vittoria di Mazzeo. Ma prima di trovare un nome bisogna trovare un metodo e al di là della scelta di andare al congresso in autunno, ipotesi che sembra richiedere tempi troppo lunghi secondo tutte le anime della segretaria, rimane la questione del metodo con cui individuare il nome. Da un lato, i renziani usciti dalle urne come la corrente forte del Pd, che vorranno avere un riscontro di questo risultato, quello di Mazzeo, anche nella segreteria avendone il controllo pressoché totale, dall’altro c’è da tenere conto della corrente “di tradizione” che anche se non è riuscita a mandare Francesco Nocchi in Regione ha sicuramente un peso politico a Pisa e nella provincia. Come a dire: non basta un responso delle urne per spazzare via 80 anni di storia. Poi ci sono quelli intorno e Ivan Ferrucci, altro sconfitto illustre di queste elezioni che proprio recentemente hanno espresso un documento che aspira a ricompattare le loro forze, ma che presto dovranno fare i conti con il fatto che esiste un’intesa tra Ferrucci e i renziani, in particolare con Antonio Mazzeo, una linea che forse non tutti gli uomini e le donne firmatari del documento, che gravitano intorno all’ex capogruppo in regione sono pronti a seguire, vista anche la loro provenienza politica e che potrebbe indebolire questa corrente “ferrucciana”.
Nella sostanza l’accordo sarebbe quello di garantire un ruolo a Ferrucci appena possibile in cambio di un appoggio incondizionato a Mazzeo. Addirittura c’è chi parla già di un possibile accordo tra i renziani e Ferrucci dove in cambio di una candidatura alle prossime elezioni politiche, forse da tenersi nel 2016, Ferrucci sarebbe pronto ad appoggiare i renziani nella costituzione della nuova segretaria (altri confermano questa ipotesi anche se la trovano difficilmente attuabile).
Poi c’è da tenere conto dei giovani democratici, gruppo eterogenea guidata da Matteo Trapani con lucidità politica e senso pratico e voglia di rinnovare il partito, che proprio per superare le correnti, sono riusciti a “piazzare” con migliaia di voti Alessandra Nardini in consiglio regionale. E infine, ci sono i lettiani, che in Pieroni hanno eletto il loro di consigliere, dimostrando di avere ancora un peso in provincia di Pisa. Propri Pieroni circa una settimana fa aveva detto parlando con www.ilcuoioindiretta.it che la linea che avrebbe dovuto portare all’individuazione della nuova segretario e dei suoi collaboratori non poteva essere quella dell’appiattimento sulla corrente maggioritaria, il partito oltre a tenere conto dei numeri avrebbe anche dovuto individuare le persone di valore: la squadra, non il singolo, è la loro strategia. Insomma, le posizioni ci sono e, al di là delle parole, una sintesi sembra lontana, anche se dovrà essere vicina: il segretario entro luglio e una segretaria che non abbia anime ma che sia le varie anime del partito, probabilmente con prevalenza renziana. Senza andare al congresso: per fare prima, o forse perché dall’ultimo era uscito il nome di Nocchi, quindi potrebbe essere ancora quel gruppo a prevalere. Il problema ora potrebbe essere proprio individuare l’uomo: un segretario che piaccia a tutti. Su questo, la riflessione è appena cominciata: in direzione nomi non si sono fatti, ma un primo potenziale candidato ci sarebbe, anche se siamo nell’ambito della valutazioni preliminari. Al momento l’uomo che potrebbe avere più possibilità di diventare segretario sembra essere il sindaco di Buti, Alessio Lari, renziano, moderato, di tradizione cattolica, un uomo del fare, come lui stesso dice. E proprio su Lari potrebbe arrivare la convergenza Mazzeo-Ferrucci e forse anche di altri. Lari, sulla sua possibile candidatura in pectore a segretario provinciale ha preferito dire “No comment” poi ha aggiunto: “Da questa prima riunione non sono emersi nomi, neppure ci abbiamo pensato, abbiamo più che altro cercato di capire i tempi e il metodo con cui procedere e sono contento, come iscritto la Pd che su questi due temi ci sia stata subito un ampia convergenza, questo potrebbe essere garanzia di arrivare a un risultato prima della fine di luglio”.