Ungulati, Remaschi al consiglio regionale: “Un piano subito”

Circa 200mila caprioli, 200mila cinghiali, 8mila daini e 4mila cervi sul territorio della Toscana, un fenomeno ungulati stimato 4 volte superiore alla media nazionale. “Numeri così elevati – secondo l’assessore regionale all’Agricoltura Remaschi – costituiscono un serio rischio per il mantenimento dell’equilibrio naturale”.

Secondo Remaschi, i danni all’agricoltura sono in aumento negli ultimi anni e “i danni da ungulati rappresentano ben l’88% di quelli liquidati. Non solo gli indennizzi stanno diventando insostenibili per le casse regionali, ma per gli agricoltori il danno rimane e in molti casi la perdita di prodotto causa anche una perdita di mercato, data la minore produzione ottenuta, non solo in quell’annata ma anche nelle successive”. Almeno 200 sono stati gli incidenti dell’anno scorso. Per questo la Regione propone una legge obiettivo, della durata di tre anni, che dovrà prevedere parametri misurabili, effettuare monitoraggi, predisporre un piano di interventi che, ha spiegato l’assessore, “stabilirà dove concentrare gli interventi di riduzione delle presenze, comprendendo quanto meno i vigneti, gli oliveti e i seminativi dove si registrano i danni”. Gli obiettivi, spiega Remaschi, sono attuare una riforma urgente della normativa regionale e la gestione diretta da parte della Regione, con la revisione delle aree vocate e non vocate alla presenza del cinghiale, la previsione di ulteriori modalità di prelievo per le zone problematiche, il controllo della fauna anche in assenza di danno conclamato, quando ci sia rischio per le coltivazioni. Per mitigare il problema del sovraffollamento anche in zone di divieto di caccia “sarà prevista una metodologia di contenimento che dovrà essere gestita in maniera complessiva, senza lasciare zone dove le specie possano proliferare indisturbate”. Ultima questione, la gestione delle carni degli ungulati abbattuti: Remaschi propone la creazione di una filiera per la commercializzazione delle carni, molto richieste dal mercato. “Alle emergenze si risponde con provvedimenti d’emergenza. Per questo la Regione sta lavorando a un testo di riforma della norma regionale e dei regolamenti venatori, che possa dare attuazione a un’efficace politica di contenimento degli ungulati in tempi rapidi”. E, poi, spiega il percorso: “mettendo insieme una serie di provvedimenti che la giunta predisporrà nelle prossime settimane e che poi affiderà al consiglio per la discussione perché si arrivi in tempi rapidi a una gestione faunistico venatoria che tuteli concretamente l’agricoltura e l’equilibrio ambientale del nostro territorio e riconduca la situazione alla normalità cioè all’interno della media nazionale”.

 

“Il Ministero dell’ambiente è in prima linea per affrontare l’emergenza del sovra-popolamento degli ungulati, in particolare dei cinghiali, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli eccezionali – ha aggiunto la sottosegretario all’ambiente Silvia Velo -. La Regione Toscana che sta intervenendo con una legge obiettivo, avrà il supporto del ministero dell’ambiente attraverso Ispra che fornirà un sostegno tecnico e legislativo con attività di monitoraggio e nella stesura del provvedimento. In questo modo il modello della Toscana potrà fare da apripista per fronteggiare un’emergenza che sta assumendo una portata di carattere nazionale”.

Il consiglio regionale ha votato a maggioranza l’ordine del giorno presentato da Remaschi. Contrario il Gruppo consiliare di Sì Toscana a Sinistra con i consiglieri Sarti e Fattori. “Nella comunicazione odierna sull’emergenza ungulati la giunta omette alcuni punti fondamentali, eludendo i quali è impossibile una seria discussione sull’eccessiva presenza in Toscana di cinghiali e caprioli e dei danni conseguenti nelle aree agricole” secondo Paolo Sarti, consigliere di Si – Toscana a Sinistra. “E’ contraddittorio – aggiunge – affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c’è un conflitto d’interessi. Questa emergenza esiste da anni e la causa principale è stato il lasciar fare ai cacciatori tutto quello che volevano, come l’introduzione di esemplari dall’est Europa, che hanno soppiantato per la loro prolificità i cinghiali autoctoni, e la pasturazione nei periodi invernali, con conseguente aumento ulteriore della popolazione. La Toscana ha uno dei calendari venatori più ampi di tutta Italia e ciò non è servito a contenere il sovrappopolamento: le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano, infatti, proprio il contrario, che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità, può essere considerata come una causa dei danni stessi. Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche e il controllo della fertilità della fauna selvatica, sembrano invece essere molto efficaci. Si tace poi sulle conseguenze della caccia in Toscana come i morti e feriti, sia tra la gente comune, sia tra i cacciatori stessi: perché non sono pubblicati e resi pubblici anche questi dati? Aumentare l’esercizio venatorio aumenterà anche questo tipo di tragici incidenti. Anche il voler mettere in piedi una filiera per le carni e quindi una catena produttiva, come annunciato dalla giunta, presuppone che la materia prima ci sia anche per il futuro e dunque contrasta con la proclamata volontà di riduzione degli ungulati. Inutile quindi usare slogan, servono azioni concrete, che abbiano solide basi scientifiche e il coinvolgimento del mondo ambientalista”.
Secondo Enrico Cantone (M5S) “è strano sentir denigrare la Toscana dicendo che il 60% del territorio è boschivo o che il 40% del territorio è protetto. Questi dati sono un fiore all’occhiello e non motivo di lamentela”. Cantone ha parlato di affermazioni “piene di ipocrisia, perché si parla di emergenza non dicendo che questa si è creata con la gestione del territorio e l’attività venatoria così come consentita fino ad oggi”. Per Cantone si dovrebbero invitare i cittadini “a moderare la velocità” sulle strade interessate all’alta presenza di ungulati e “prevedere metodi non cruenti per diminuire il loro numero”.

Gianni Anselmi (Pd) ha sostenuto che “è sbagliato contrapporre i temi dell’ambiente e quelli della caccia. Siamo di fronte a un problema complesso e lo si deve affrontare con la complessità che richiede, così come fa il nostro ordine del giorno e il percorso individuato dall’assessore Remaschi”. Anselmi ha sottolineato che a fronte di un “quadro non ordinario, la soluzione non può che essere non ordinaria, anche se transitoria perché l’obiettivo deve essere quello di tornare a una corretta gestione del territorio”.

Andrea Quartini (M5S) si è detto perplesso circa il fatto che “la politica continua a non essere lungimirante, lavorando solo in un contesto di gestione dell’emergenza”.

Per il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi, è necessario “trovare un equilibrio” per affrontare e risolvere il problema degli ungulati. “Il raddoppio della presenza di questi animali – ha sottolineato – è un problema per l’agricoltura e per la sicurezza dei cittadini, ma anche per gli stessi boschi, perché un’eccessiva presenza di ungulati provoca danni al territorio e al paesaggio”. Rossi ha ricordato che un equilibrio “dovrà essere trovato, con patti chiari e regole certe, anche con il mondo venatorio”.

In sede di presentazione degli ordini del giorno collegati alla comunicazione dell’assessore, la consigliera Irene Galletti (M5S) ha confermato la contrarietà all’ordine del giorno proposto dal Pd e ha ribadito la necessità di eliminare completamente la pratica dei foraggiamenti e di affrontare il problema senza ricorrere a metodi cruenti.

Secondo Leonardo Marras (Pd), che ha illustrato l’ordine del giorno della maggioranza, “la determinazione e l’equilibrio sono le due parole che dovremo tenere presenti per affrontare la soluzione del problema” e ha definito come “soluzione giusta, il complesso delle risposte individuate dall’assessore Remaschi”. Marras ha anche definito importante il nuovo rapporto instaurato con l’Ispra.

Stefano Mugnai (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo e di quello della Lega Nord all’ordine del giorno presentato dal Pd, “perché prende in carico la realtà dei fatti”. E ha aggiunto: “Quello degli ungulati è un problema grave e non vederlo lascerebbe spazio a soluzioni spontaneistiche che, invece, vanno evitate”.

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