Riforma Province, personale e confini all’attenzione del consiglio regionale

Un documento per impegnare la giunta regionale sul futuro del personale della province che sarà trasferito alla Regione e ipotizzare di ridisegnare la province non sulla base dei vecchi confini, ma sull’omogeneità economica e politica dei territorio. Lo ha presentato il capogruppo Pd Marras al termine della relazione della giunta regionale. 

“Il consiglio regionale impegna la giunta affinché nel riordino delle funzioni amministrative in atto siano valorizzate e salvaguardate le professionalità e le competenze specifiche maturate in questi anni dal personale proveniente dalle amministrazioni provinciali”. Questa la posizione del Pd in consiglio regionale sulla questione del personale delle province e sul futuro impiego di queste risorse umane. “Deve, inoltre, essere posta la massima attenzione- continuano i democratici dall’aula consiliare a palazzo Panciatichi – a garantire la continuità dei servizi da esse erogati, con presidi attivi sul territorio ed una semplificazione delle procedure. In questo quadro, sarà fatta una verifica sulla congruità di livello del loro esercizio. Deve, infine, essere trovata una soluzione adeguata per i servizi legati ai centri per l’impiego e della polizia provinciale, mantenendo per quest’ultima l’unitarietà del corpo presso le attuali province”. Il capogruppo Pd Marras al termine del dibattito sulla comunicazione della giutna regionale con particolare riferimento al trasferimento del personale dalle province alla Regione. La risoluzione è stata approvata dall’aula a maggioranza con i voti favorevoli di Pd. Nella risoluzione si invita anche l’esecutivo ad individuare nella futura programmazione ambiti e aggregati territoriali omogenei dal punto di vista economico e sociale, non necessariamente corrispondenti alle attuali province. La Giunta dovrà inoltre attivarsi in Conferenza unificata affinché alle province, in questa fase di transizione siano garantite risorse adeguate per l’esercizio delle funzioni fondamentali, a partire dalla viabilità e l’edilizia scolastica.
L’assessore Vittorio Bugli nell’informativa ha sottolineato che la Toscana ha accettato la sfida lanciata dalla riforma Delrio, seppure a suo tempo criticata, che rappresenta il più pesante riordino istituzionale degli ultimi decenni. “Il lavoro fatto ha consentito di essere la prima Regione in Italia a dotarsi di una legge di riordino – ha dichiarato – Entro l’anno ne daremo la definitiva attuazione, consapevoli che andiamo di fatto a disegnare i primi tratti di quella che sarà la Regione del domani”.
Bugli ha ricordato che la Regione si è ripresa le funzioni sulla base dei tre criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione e che la legge regionale di riordino dedica un’attenzione particolare all’istituzione della Città metropolitana di Firenze, la vera novità istituzionale della riforma.
In questo quadro una tappa importante è stata la delibera di Giunta dell’agosto scorso, con cui sono stati approvati gli accordi preliminari, che hanno identificato il personale che transita dalle Province alla Regione, comprendente quello del servizio antincendi boschivi e delle aree protette. Il personale associato alle funzioni regionali è pari a 990 unità, di cui 20 dirigenti, il cui costo trova copertura sia per mezzo delle risorse trasferite dalla Regione alle Province per le funzioni delegate (pari, nel 2015, a 27milioni e 300mila euro) sia grazie alle entrate extra-tributarie connesse con le funzioni da riordinare, che le Province non potranno più incassare 46milioni di euro.
Bugli ha infine ricordato che è necessario, entro il 31 ottobre, approvare alcune modifiche alla legge regionale per le sole parti che riguardano il personale, in maniera da permettere al consiglio di approvare il testo legislativo in tempo utile.

 

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