Guazzini dopo il voto di Cascina: “Serve più trasparenza e coerenza”

Un campanello d’allarme, che è suonato a Cascina ma che vale per tutta la Toscana, San Miniato compresa. Inizia così la riflessione politica che l’ex assessore sanminiatese Manola Guazzini, segretaria del circolo Pd de La Serra, dedica alla situazione politica locale dopo l’incredibile risultato di Cascina. Sotto accusa, da parte di Guazzini, la situazione del Pd come forza politica appiattita sulla dimensione istituzionale, “lontana dalle situazioni di sofferenza che la crisi sta moltiplicando”. Una critica che Guazzini muove anche nei confronti di San Miniato, richiamando gli ex colleghi di giunta al rispetto di “certe affermazioni programmatiche”, con riferimento in particolare al problema del consumo di suolo. Di seguito, integralmente, la riflessione firmata da Manola Guazzini.
“La campana che è suonata per Cascina suona per l’intera Toscana, e anche per San Miniato? In qualche misura certamente sì. Il rapporto tra le amministrazioni di centrosinistra e i cittadini non è dappertutto uguale. Non dappertutto uguale è la capacità di chi si oppone al centrosinistra (sia la destra o il movimento Cinque Stelle) di presentarsi credibilmente come forza di governo alternativa, ma tra gli aspetti che hanno pesato nel risultato di Cascina ce ne sono tre generalizzabili.
1) Il Pd non è più percepito, da nessuna parte, e tanto meno là dove è più appiattito in modo esclusivo sulla dimensione istituzionale, come una forza di rinnovamento e di cambiamento. È percepito invece come l’esercizio del potere costituito, in una fase in cui il vento soffia nelle vele delle forze anti-casta e anti-establishment molto più che in quelle di chi si presenta garante della stabilità.
2) Il Pd molto spesso non è percepito come una forza vicina alle situazioni di sofferenza sociale che la crisi sta moltiplicando anche in Toscana. È per esempio impossibile sopravvalutare, in proposito, l’impatto anche sui risultati elettorali delle crisi del sistema bancario regionale che si riflettono, a quanto dicono le ultime notizie pubblicate sui bilanci, anche sulla Cassa di Risparmio di San Miniato.
3) Il Pd non è più percepito, come conseguenza di scelte politiche nazionali su cui bisognerà avviare una discussione vera, come forza di riferimento da chi sente ancora un legame di appartenenza all’area della sinistra e del centrosinistra. Quali sono, dunque, le indicazioni che dal risultato catastrofico delle amministrative in Toscana si ricavano per la nostra presenza locale?
1) Occorre essere portatori di una visione sovracomunale. Invece dopo lo scioglimento delle province, le prospettive di costruzione dell’Unione dei Comuni sembrano affondate. E si denuncia un limite grave nella nostra capacità di proposta, direzione politica, capacità di interlocuzione con i soggetti economici del territorio.
2) La trasparenza non è mai troppa. Il livello di correttezza delle nostre amministrazioni è certamente alto, ma bisogna che la gente lo percepisca. E per questo è fondamentale curare l’evidenza pubblica di tutte le operazioni di gara, appalto e concessioni.
3) Su certe affermazioni programmatiche ci vuole coerenza: in tutti i nostri programmi elettorali c’è scritto in bella evidenza che vogliamo evitare il consumo di territorio, con un’attenzione particolare ai terreni di golena e ai versanti franosi, ma questo non si direbbe proprio, guardando le previsioni degli strumenti urbanistici, ma anche semplicemente quello che succede lungo la Fi-Pi-Li. Occorre intervenire su ecomostri come il centro intermodale di San Donato, fissando precise scadenze entro le quali quegli immobili oggi per lo più ridotti a scheletri di cemento dovranno essere completati, messi in sicurezza e utilizzati, prevedendo in alternativa l’abbattimento. Quanto all’ipotesi, prevista dal piano urbanistico di San Miniato, di un’area commerciale nelle adiacenze del centro intermodale, sarà il caso di approfittare del fatto che, come risulta da dichiarazioni del sindaco alla stampa, sembra venir meno l’interesse di Penny Market per quell’area per eliminare quella previsione dai regolamenti urbanistici. E si dovrà infine risolvere il problema dell’allontanamento dell’ex Icla dall’abitato di Ponte a Egola.
4) Infine non si può continuare fino a dopo l’estate con una situazione di vacanza della segreteria del partito: è certamente necessario che il sindaco e la giunta svolgano in piena autonomia le proprie funzioni. Ma è altrettanto indispensabile che il partito sia in grado di organizzare iniziativa politica anche al di là delle scelte locali e di promuovere, su tutte le scelte locali importanti, il confronto, la discussione, l’indirizzo e il controllo. Il partito di San Miniato non ha bisogno di commissari. Non ha bisogno di “gestioni collegiali” che prolungherebbero una situazione di “organi del partito in carica per l’ordinaria amministrazione”, in una situazione che non ha proprio niente di ordinario. Ha bisogno di un segretario eletto a maggioranza più o meno larga, e questa maggioranza sarà larghissima se il candidato avrà caratteristiche di equilibrio, autorevolezza e autonomia politica”.