Ricostruiamo S.Croce: “Terremoti, poca prevenzione”

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“Dopo i primi giorni di desolazione e sgomento dovuti al dramma che ha colpito i territori di Lazio e Marche, di fronte al quale abbiamo preferito restare in rispettoso silenzio, è doverosa un’analisi, una riflessione profonda e costruttiva, utile a ridurre, arginare e magari evitare, per quanto possibile, future altre catastrofi”. A parlare, a nome della lista Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli, è la consigliera di opposizione Fulvia Quirici.

Un analisi che si pone criticamente verso tutto il sistema di prevenzione di fronte a questi problemi, tanto più in un paese come l’Italia attraversato nella sua dorsale appenninica da un’ampia area a rischio sismico elevato. “Una considerazione obbligatoria va fatta sicuramente in merito agli strumenti che ogni italiano ha per poter capire se la propria abitazione potrebbe resistere, e come, a un eventuale sisma” dice. “Volendo offrire un elemento utile per una riflessione in merito, vi invito a considerare cosa si propone di fare la comunità Europea in termini di prevenzione: di fatto ci impone di provvedere alla redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (A.P.E.) che ha la funzione di catalogare la capacità di dispersione della nostra abitazione ma non si preoccupa di emanare direttive affinché una certificazione analoga venga redatta sugli edifici dove abitiamo, sulle scuole, sugli immobili produttivi, ospedali, ecc. volta a stabilire la capacità di resistenza degli stessi in caso di terremoto. Mi verrebbe maliziosamente da pensare che in questo campo (ma è evidente anche in tutti gli altri settori) le linee politiche di questa Europa siano dettate da una Germania, fredda ma non sismica, a cui poco importa di conoscere il comportamento dei suoi edifici in caso di un improbabilissimo terremoto ma che invece ha molto a cuore di non spendere troppo per riscaldare i molti giorni di clima rigido.
 
Le associazioni Nazionali degli Ingegneri e dei Geologi denunciano da anni tale necessità e per questo si battono, cercando di far sentire la loro voce ai tavoli “tecnici” europei. Sono però inuditi: evidentemente i nostri politici sono troppo distratti per perorare le nostre cause, o forse hanno all’interno del parlamento europeo un peso così esiguo da contare meno di niente, così da non riuscire ad opporsi in maniera efficace ai colleghi che invece ottengono direttive sempre favorevoli per il supporto delle loro economie e per una migliore tutela dei loro territori. Occorrerebbe una mobilitazione e un impegno forte a tutti i livelli politici, oltre all’indignazione per l’immane tragedia e all’attivazione della macchina dei soccorsi. Sarebbe auspicabile che il nostro primo cittadino si muovesse con i vertici del proprio partito di appartenenza, che poi è anche lo stesso partito che guida sia il governo regionale che quello nazionale”.

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