


La richiesta rivolta ai sindaci è quella di applicare la legge alla lettera, seguendo l’esempio dell’amministrazione comunale di Cascina per limitare il contributo all’affitto ai cittadini extracomunitari. Un appello lanciato ai sei sindaci del Cuoio dagli esponenti delle Lega Nord del comprensorio, pronti a mettere radici, anche nel Valdarno, con una sede fissa a Santa Croce da inaugurare entro l’anno.
“Vogliamo porre l’accento sull’iniziativa del comune di Cascina, dove la sindaca leghista Ceccardi e l’assessore Ziello hanno dimostrato che qualcosa, in realtà, si può e si poteva fare per trattare alla pari italiani e stranieri nell’assegnazione dei contributi all’affitto”, afferma Alessandro Salvadori, affiancato da Gustavo Pagni, Jonathan Bagnoli, Nicola Garofalo, Mirella Bensi e Maurizio Banti, componenti del nascente coordinamento Lega Nord del comprensorio.
È notizia di questi giorni, infatti, la decisione del comune di Cascina, di applicare alla lettera la legge 431 del ’98, arricchita nel 2000 dal Dpr 445, in base al quale le pubbliche amministrazioni possono chiedere ai cittadini stranieri idonee certificazioni che attestano l’assenza di proprietà all’estero, mediante una procedura che si avvale dell’ausilio dell’ambasciata o del consolato del paese di provenienza. In pratica, per ottenere un contributo all’affitto, anche il cittadino extracomunitario deve certificare di non essere possedere proprietà all’estero, chiedendo tale certificazione al proprio paese di origine. Generalmente, invece, la richiesta dei comuni si limita ad una autocertificazione. “Noi chiediamo semplicemente – dice Salvadori – che gli stranieri siano trattati come italiani, i quali devono ovviamente dimostrare di non possedere altri immobili o redditi. L’autocertificazione non può bastare. Chi chiede un aiuto deve anche accettare di avere dei controlli, come avviene per gli italiani: gli stranieri, invece, sono stati abituati fino ad oggi ad avere solo dei diritti ma non dei doveri”.
Il “cavillo” applicato a Cascina, del resto, ha spinto molti stranieri a farsi da parte, evitando di chiedere il contributo all’affitto. “Quest’anno, per la prima volta – aggiunge Salvadori – il 75% delle persone in graduatoria sono italiane”. Da qui la richiesta, ai sindaci del Cuoio, di fare altrettanto: “Perché la sindaca Ceccardi e l’assessore Ziello non hanno cercato un cavillo – dicono – ma hanno semplicemente applicato la legge, cosa che dovrebbero fare tutti i Comuni”. (g.p.)