“Partigiani continuano a insegnare la democrazia”, l’invito dell’Anpi

“Moderiamo i nostri atteggiamenti, non cadiamo nelle provocazioni, stiamo al merito della riforma. Anche se c’è chi vuole dividere l’associazione tra partigiani buoni e cattivi, tra quelli veri e quelli finti. Tra i partigiani del si e del no. Siamo una sola e grande associazione, unita a difesa della democrazia costituzionale. I partigiani continuano a insegnare la democrazia”. L’appello alla sostanza, con più attenzione anche alla forma, è del presidente della sezione Anpi di Fucecchio Giovanni Cartolano.
“In merito agli ultimi accadimenti – spiega -, che hanno coinvolto alcune sezioni Anpi, sento in me un diritto e, un dovere, di fare alcune precisazioni, provando a fare una analisi della condizione attuale, soprattutto in vista del medio periodo. Leggendo la rassegna stampa che riguarda l’Anpi, si leggono della inesattezze incredibili, addirittura secondo alcune trasmissioni televisive, si potrebbe dare l’interpretazione che la nostra associazione sia stata fondata, da non più di sei mesi, appositamente per mettere i bastoni tra le ruote alla riforma costituzionale, come se dei politici rottamati, non avessero niente di meglio da fare. Volendo appositamente omettere un particolare, l’Associazione Nazionale dei Partigiani D’Italia, fu fondata ancora prima che L’italia fosse liberata tutta, fu fondata con delle motivazioni chiare e precise: difendere e perorare la causa della lotta di Liberazione, portando avanti la memoria della Resistenza. Tra i lasciti più importanti della lotta al Fascismo, vi è sicuramente la Costituzione della Repubblica Antifascista Italiana già da subito vi furono tentativi di modificare la Costituzione, in virtù di una maggiore velocità, altro non era il tentativo di stravolgere un compromesso al rialzo, perché questo è la Costituzione, un accordo tra le varie sensibilità politiche e culturale, che hanno sconfitto il nazi-fascismo. Arriviamo ai giorni nostri: nel 2001 vi fu una importante modifica costituzionale, cambiamento assolutamente sbagliato e, ne vediamo oggi i pessimi risultati, l’Anpi non era d’accordo e, ben fece a farlo presente ai suoi tempi, nel 2006 poi vi fu un nuovo tentativo di stravolgere la Costituzione, la bozza del 2006 era di matrice politica ben chiara, era assolutamente necessario contrastare questo bozza e anche allora l’anpi fece la sua parte, il fronte del No al referendum costituzionale era molto ampio, tutti avevano il piacere è il vanto di fregiarsi, d’essere dalla stessa parte del’Anpi, eravamo sulle stesse barricate, arriviamo ai giorni nostri, chi nel 2006 si batté per difendere la Costituzione, oggi come per magia ne ritiene necessaria il totale stravolgimento, non mi dilungo sul come sia stato di basso livello il dibattito parlamentare, fatto sta che l’Anpi ha legittimamente preso una decisione molto importante, in sede di congresso, l’Anpi ha deciso che voterà No al referendum costituzionale, in ottemperanza ai propri ideali e in linea ai propri comportamenti, praticamente all’unanimità 371 delegati hanno detto no alla riforma e 3 si sono astenuti, qui l’informazione non ha fatto il suo dovere, dicendo che eravamo divisi come Associazione, quando invece eravamo assolutamente tutti sulla stessa linea. Da qui è partita l’attenzione smisurata sulla linea Anpi, come se non fosse un No legittimo. In taluni casi vi sono stati comportamenti sbagliati, ma rimane comunque incomprensibile il tentativo di delegittimare l’opera è la campagna referendaria, una campagna referendaria che l’Anpi sta portando avanti con grande impegno e competenza, non nego che vi siano difficoltà a far conoscere le nostre ragioni, il nostro No è motivato e consapevole.
Ma tant’è. Che vi sia un problema di comunicazione, si vanno a creare le modalità, in modo da poter mettere in difficoltà l’associazione. Quando l’Anpi ha legittimamente deciso di dichiarare il proprio No ha come intrapreso un percorso, nel deserto: in questa campagna referendaria, l’Anpi è sola. Di volta in volta si sono fortunatamente aggiunti dei nuovi e buoni compagni di viaggio, ma fatto sta che l’Anpi ha iniziato questa traversata da soli, contando sulle nostre uniche forze. Non mi stupisce che vi siano degli attacchi, con motivazioni del tutto pretestuose”.