Nuove regole per i piazzali delle concerie, Ricostruiamo dice no: ‘Solo 24 mesi per adeguarsi’

“Il rischio, per molte concerie, è quello di dover mettere mano ai propri piazzali con pesanti investimenti”. È l’allarme lanciato da Fulvia Quirici, consigliere comunale della lista Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli, in merito al nuovo regolamento sull’utilizzo dei piazzali delle concerie approvato nell’ultimo consiglio comunale.

“In sintesi – spiega Quirici – tale regolamento è un adeguamento al Dpgr 46/R del 08-09-2008 che norma le condizioni di trattamento delle acque meteoriche le quali, dilavando superfici contaminate da agenti inquinanti, produrrebbero inquinamento in acque superficiali o con immissioni in fogna in maniera errata. Fermo restando che ai principi generali del Dpgr è necessario adeguarsi, durante la discussione ho chiesto che potesse essere applicato il termine di adeguamento previsto dal Dpgr stesso, ossia 4 anni, anziché quello adottato dalla nostra amministrazione che, in maniera restrittiva, l’avrebbe limitato solamente a 24 mesi”.
“Ritengo che in questo periodo di difficoltà economica – dice Quirici – ancora pesante per il settore conciario, richiedere a tutti gli imprenditori un adeguamento obbligatorio in un lasso di tempo così breve, potrebbe comportare per alcune aziende la sistematica impossibilità di affrontare l’investimento. Infatti l’ultimo regolamento in merito è stato approvato nel lontanissimo 1990. Da allora sono intervenute modifiche sostanziali al nostro sistema di regimentazione delle acque reflue e sono state enormemente approfondite le tematiche ambientali per la limitazione dell’inquinamento. Ci potremmo trovare di fronte alla necessità per molti impianti produttivi di dover mettere pesantemente mano alla sistemazione dei piazzali di manovra i cui lavori, oltre che paralizzare per periodi considerevoli l’intera attività produttiva (conosciamo bene l’importanza degli spazi esterni per le nostre concerie), comporterebbero cospicui investimenti”.
“Abbiamo pertanto espresso il nostro parere contrario – spiega la consigliera – perché chiediamo che sia dato maggior tempo per l’adeguamento, ovvero almeno i 4 anni previsti dal dpgr; il fatto che il provvedimento in questione sia datato 2008 e che lo si contempli solamente ora, non può essere un limite per l’estensione temporale. Inoltre, abbiamo espresso il nostro disappunto anche riguardo al tipo di attività che sono state inserite nell’elenco delle obbligatorie. Il decreto individua l’attività conciaria fra quelle potenzialmente più sottoposte alla contaminazione delle acque meteoriche. Per similitudine anche alcune attività terziarie possono avere le stesse caratteristiche di pericolosità alla contaminazione; ma sono certa che esistano lavorazioni artigianali, senza scarichi industriali e che si occupano fondamentalmente di lavorazioni su pelli asciutte, senza uso di solventi e senza stoccaggi esterni (penso alle stiratrici), che in realtà si troverebbero costrette all’adeguamento senza di fatto averne oggettivo obbligo, se non quello dettato dal regolamento comunale. Chiediamo uno studio mirato per assoggettare solo le aziende effettivamente bisognose, senza gravare indistintamente tutti gli artigiani”.

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