Sotto accusa c’è una gestione troppo comunale e sanminiatese della vicenda Marconi. Da qui la richiesta di tornare sui propri passi ed inserire la partita del liceo in un’ottica comprensoriale. “Perché il comprensorio deve tornare ad esistere, partendo proprio dalla scuola”. A dirlo è Maria Vanni, segretaria del Psi di Montopoli, che interviene sul caso Marconi allacciandosi alla richiesta di un consiglio provinciale aperto lanciata, poche settimane fa, dai consiglieri Gabriele Benotto e Marco Rusconi.

Secondo il Psi montopolese, infatti, tutta la gestione della vicenda Marconi si è sviluppata con un vizio di fondo: “La Provincia deve ricominciare a prendersi le sue deleghe territoriali – ha detto Vanni -. Perché fino a prova contraria e nonostante la carenza di risorse strade e scuole sono competenza della provincia. Fino ad ora, invece, non c’è stata una gestione comprensoriale del problema, ridotto solo ad una questione ipercomunale”.
Anche il Psi, quindi, attende fiduciosa una risposta sulla richiesta di un consiglio provinciale aperto presentata ormai una ventina di giorni fa. “Un confronto al quale devono essere invitati tutti i sindaci del comprensorio – ha detto Vanni – con maggiore coinvolgimento dei genitori e dei docenti”. La scorsa settimana, infatti (il 6 di aprile) si è tenuto un confronto nelle stanze della provincia, durante il quale anche i genitori avrebbero espresso tutta la loro preoccupazione per l’incertezza legata alle risorse e soprattutto per la ristrettezza dei tempi. In base agli accordi con l’immobiliare Polis, infatti, il comodato gratuito per i nuovi locali a La Scala scadrà nell’estate del 2018. “È sempre più evidente che c’è un problema di tempi che non saranno rispettato – ha aggiunto Vanni – senza dimenticare che il terreno al Fontevivo dove si vorrebbe costruire il nuovo liceo non è pubblico e andrà quindi comprato”.