Pieroni: “Un Partito da ricostruire”, la solitudine di Coppola

L’analisi del voto di Santa Maria a Monte è complessa e oggi nessuno in casa Pd ne vuole parlare se non pochi temerari. La maggior parte dei cellulari squilla a vuoto. Gli unici a rispondere sono Sergio Coppola, l’ex candidato sindaco del centrosinistra e Andrea Pieroni consigliere regionale del Pd. Uno scenario complesso perché da un lato c’è un sindaco uscente che stravince, Ilaria Parrella e – a destra e a sinistra – due formazioni: una lista civica che racchiude in sé Leu e il Pd e la Lega che per la prima volta si presenta da sola a Santa Maria a Monte, rinunciando al vantaggio di una lista civica, riuscendo a totalizzare praticamente lo stesso numero di voti del candidato del centrosinistra.

Sono molti gli aspetti che si potrebbero prendere in esame, ma di sicuro se il 14,5% è un risultato accettabile per Gianpaolo Dini della Lega che ha scelto di non convergere con la sindaca Ilaria Parrella, è poco per un partito come il Pd che fino a pochi mesi fa aveva il governo dell’Italia. Il primo che tenta di dire come sono andate la cose senza troppi retro pensieri è Pieroni che spiega: “La vittoria della Parrella era una vittoria probabile. Mi è parso che il centrosinistra a Santa Maria a Monte nel suo complesso abbia rinunciato a combattere, soprattutto il Pd mi è sembrato arrendevole oltre ogni ragionevole dubbio. Una lista costruita su posizioni identitarie della Sinistra, che non ha saputo o voluto allargarsi a una coalizione ampia, come invece è stato fatto a Montecatini val di Cecina. A Santa Maria a Monte ci si è arresi prima di combattere, il Pd si è accontentato di presentare una lista che si identificasse a sinistra e poi hanno lasciato solo il segretario Petri a combattere questa partita. Betti poteva essere un candidato radicato in alcune zone del comune che poteva raccogliere un consenso che è andato da altre parti, forse alla Lega. La sinistra a Santa Maria a Monte non era equilibrata dal punto di vista territoriale. La sconfitta è eclatante in questo Comune – conclude Pieroni -. Ora va ricostruita una direzione del Pd che recuperi molte sensibilità, opinioni e che metta insieme il più possibile le varie anime”.
E nei prossimi giorni, già a cominciare da domani, in casa Pd e in casa Leu cominceranno le riunioni per capire cosa fare. Soprattutto nel Pd c’è da aspettarsi che forse il primo atto siano le dimissioni del segretario Petri, che nel frattempo è entrato in consiglio comunale. Per quanto riguarda Leu che ha la sua roccaforte a Montecalvoli, la questione è diversa. Sergio Coppola, che oggi si è limitato a dire: “Noi faremo la nostra opposizione in modo serio, dentro e fuori dal consiglio comunale”, in realtà ha scontato una situazione piuttosto difficile forse indotta più dal Pd che non da Leu. Se da un lato Petri secondo Pieroni è stato lasciato solo, dall’altro si può dire esattamente la stessa cosa di Coppola, che alla fine considerando che ha fatto il grosso della corsa elettorale da solo, con candidati al consiglio forse non troppo convinti di voler conquistare il comune, ha fatto anche troppo. Un’operazione, quella della lista Santa Maria a Monte di Tutti, tessuta per quanto riguarda il Pd dal segretario provinciale Massimiliano Sonetti, non senza forzature, visto che un pezzo di Pd aveva scelto di candidare Betti e non priva di colpi di coda. Un’operazione fredda e non realmente sentita da chi la doveva poi sostenere se non per l’eccezione del candidato sindaco e di pochi altri. Se si ammette che Coppola ha fatto buona parte della corsa elettorale con un sostegno timido da parte della lista, allora il risultato cambia peso e diventa più che lusinghiero se pur insufficiente alla vittoria. Forse gli episodi che hanno pesato su una disaffezione all’area Pd-Leu sono stati in primo luogo la candidatura poi abortita di Betti, vissuta come una forzatura della segretaria provinciale e una frustrazione sul territorio e il fatto che alla fine Leu e Pd faticano a stare insieme un po’ come due elementi che se pur parzialmente simili non riescono a reagire. Ma il sacrifico di Coppola in un’ottica di centrosinistra potrebbe avere un senso: adesso è l’ora di cominciare a ricostruire e al momento a Santa Maria a Monte nell’area di sinistra ci sono pochi nomi in grado di funzionare da catalizzatore per i prossimi 5 anni, magari per fare quel percorso di ricostruzione auspicato da Pieroni e arrivare dopo un lustro a poter esprimere un candidato sindaco in grado di competere con l’area Parrella, che a quel punto non sarà ricandidabile. E’ quindi un lavoro lungo e poco gratificante quello che adesso toccherà a Sergio Coppola.
In casa Lega invece, al di là delle intemperanze della notte elettorale, probabilmente Dini può dirsi soddisfatto. Alla fine – come lui stesso ha avuto modo di sottolineare – si è trattato di una campagna elettorale fatta in meno di un mese e con pochissime risorse. Certo è che lo schiacciamento paventato su Manuela del Grande espressione del centrodestra, non c’è stato, ma anche in questo caso forse l’esperienza di Dini è più da interpretare come un primo passo anziché come la fine di un percorso.
Fausto Alberto Vanni ha improntato la campagna elettorale cercando di dare nuove idee, a volte forse troppo futuristiche e che non hanno convinto l’elettorato. Per quanto riguarda Eros Cavallini candidato del partito comunista sembra palese che a sinistra il voto al simbolo non paga più visto che praticamente Cavallini ha potuto contare solo sui propri voti personali.

 

Gabriele Mori

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