Frattura fra i grillini a Montopoli: Potì e Raffaelli si dimettono

di Nilo Di Modica

Scollamento con una base militante evanescente, ma anche una profonda delusione verso i meccanismi che regolano la politica locale, oltre che nazionale, e verso la maggioranza. Sono queste le motivazioni che, a sorpresa, hanno visto ieri sera (9 novembre) in consiglio comunale dimettersi i due consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Luca Potì ed Erica Raffaelli.

Un fulmine a ciel sereno, giunto subito dopo le comunicazioni del sindaco ad inizio del consiglio, motivato da un lungo intervento dell’ormai ex candidato sindaco Potì, in cui si esprime una grande delusione anche verso le scelte nazionali del Movimento 5 Stelle, in un contesto che vede l’organizzazione scossa dalle polemiche interne a seguito del frutto più avvelenato dell’asse con la Lega, quel “decreto sicurezza” sulla cui votazioni stanno saltando in queste ore molte teste, fra dissidenti ed “esuli”.

Questo l’intervento di Potì:

“Dopo una lunga meditazione son qui ad esporre le motivazioni della mia scelta che riguarda diversi ambiti: Comunale prima di tutto perché è qui che più di 1000 concittadini hanno dato fiducia al Movimento 5 Stelle, Nazionale e familiare. Come ben sapete, l’atteggiamento che il Movimento 5 stelle ha avuto durante l’arco di questa legislatura è stato sempre aperto, di confronto, mettendo a disposizione dell’amministrazione competenze utili alla buona gestione del territorio con l’ambizione di contribuire alla crescita del paese in cui abitiamo. Certamente, nel ruolo di forza di opposizione, su temi specifici abbiamo lottato anche in modo aspro e determinato (si pensi al caso CONAD non ancora definito), mentre su altri abbiamo dimostrato collaborazione ed appoggio incuranti di qualsiasi ambizione politica ma con l’unico obiettivo di seguire scelte che ritenevamo ragionevoli.

Il giudizio che noi forniamo sull’operato di questa amministrazione è profondamente negativo. Lo avevamo previsto già in campagna elettorale e, purtroppo, il sindaco, gli assessori e tutti i consiglieri comunali di maggioranza lo hanno confermato. E’ mancata l’ambizione e l’impegno da parte di tutti, non escludo nessuno. E’ mancata la competenza nella ricerca di finanziamenti, è mancata l’efficacia e la determinazione su alcune scelte (ricordo, a titolo di esempio, l’apertura degli uffici comunali il Sabato, la pesa pubblica, lo streaming del consiglio comunale, e così via) è mancato perfino il desiderio di farsi ricordare per qualcosa. E’ mancato un intervento politico degno di questo nome, è mancata in sostanza ogni forma di rappresentanza.

La figura del Consigliere Comunale risulta, da questa mia esperienza, decisamente deprimente, in particolar modo osservando il comportamento dei Consiglieri di Maggioranza che in nessun momento hanno fatto politica con interventi ed argomentazioni né tantomeno con scelte decise atte a rappresentare gli elettori. Deprimente, tuttavia, anche quella del Consigliere di opposizione visto come una minaccia prima che risorsa. Il nostro contributo risulta sostanzialmente nullo anche in fase di controllo (le denunce vanno perse) data la situazione marcia consolidata che viviamo sul nostro territorio.

Come portavoce del Movimento 5 stelle di Montopoli però faccio una forte critica anche ai sostenitori della nostra forza politica che avendo espresso con il loro voto una scelta non hanno poi trovato le energie e le motivazioni per perseguirla secondo il modello partecipativo che questa scelta prevedeva. La critica è di sostanza anche a noi stessi Luca ed Erica che in qualità di portavoce evidentemente non abbiamo trovato i modi giusti per accogliere e coinvolgere non solo i cittadini che hanno scelto il Movimento ma anche gli altri cittadini che sarebbero dovuti essere interessati al nostro operato. E’ una colpa lieve, io credo, considerando che i cittadini stessi non hanno le energie, la voglia e la passione per seguire l’amministrazione comunale. Ciò è dimostrato anche dalla partecipazione ai Consigli stessi. Anche in questo caso, la responsabilità non può che essere della politica (nazionale e locale) che ha fatto di tutto per allontanare le persone, anche in modo strategico. A livello locale tante volte la forza di maggioranza nella sua proposta elettorale ha copiato il termine ‘partecipazione’ ai nostri principi ma poi in nessun modo è riuscita ad attuarla nella sostanza.
Dal punto di vista Nazionale la situazione è in evoluzione com’era naturale prevedere. Ho personalmente sostenuto il Movimento 5 Stelle perché credevo fosse indispensabile in un momento storico dominato dal degrado politico fatto di compromessi inaccettabili, inseguiti con il fine di mantenere una situazione di oligarchia assoggettata alla finanza. Il mio sostengo è stato ed è ancora energico e convinto, convinto che la strada sia lunga e piena di difficoltà. Quando alle scorse elezioni, tuttavia, il M5s ha raggiunto un risultato così importante, io non ho gioito, ho sofferto. Ho sofferto per l’altrettanto sorprendente risultato della Lega che ritenevo inconcepibile, soprattutto sul nostro territorio. Persone culturalmente legate alla sinistra e deluse da governi precedenti che di sinistra non avevano proprio nulla, hanno scelto un voto di protesta pericoloso, come quello dato alla Lega, pur di non orientare la loro scelta sul M5s per paura dell’ignoto o per preconcetto. Questo governo è il risultato anche di questo e vedremo dove ci porterà.
La mia posizione è chiara e definita dal primo momento. Il modello politico proposto dal M5s non può funzionare nel lungo termine, perché si basa su principi volatili e trascura una parte sostanziale della nostra storia e della nostra cultura. Il limite dei due mandati, ad esempio, è ragionevole e funzionale a questo periodo ma non è, a mio avviso, un punto di arrivo sostenibile. La competenza politica dovrebbe nascere da una formazione specifica e perdurare nel tempo. Evolvere da ciò che era la militanza ed un percorso professionale accompagnato dalla conoscenza del territorio. Inoltre, non è ragionevole immaginare una forza politica che racchiuda insieme visioni di ridistribuzione della ricchezza con l’approccio più liberale inclinato al mercato in senso ampio. Le distinzioni esistono, perdurano e, probabilmente, sono uno degli ingredienti di stimolo continuo volto all’arricchimento umano e culturale. E’ lecito pensare che ci siano scelte ‘operative’ pressoché logiche ma è anche scontato constatare che alcune posizioni siano frutto di ideologia e che sia della classe politica il compito di declinarle in ambito amministrativo. Ancora una volta, l’azione del M5s da questo punto di vista è temporanea (senza riuscire ad immaginare i tempi però) e assolutamente sensata nel mettere al centro il tema della onestà davanti all’ideologia perché è risultato storicamente dannoso sacrificare la prima pensando di garantire la seconda.

Durante la mia esperienza politica, inoltre, ho cercato di mettere in atto ciò che ritengo fondamentale nell’approccio ad ogni problema: raccogliere tutti gli elementi, le variabili e le condizioni che lo descrivono. Quando non arrivo a questa consapevolezza taccio. Quando non riesco a tacere, sottolineo gli elementi che ho collezionato ma, soprattutto, evidenzio quelli che ancora non sono riuscito ad analizzare. Perché sbagliare e facile, è umano, ma, proprio per questo, se abbiamo gli strumenti per ridurne l’impatto è nostro dovere utilizzarli, soprattutto quando si tratta di problemi che riguardano non solo noi stessi ma una comunità. Come forse alcuni di voi sapranno, ed altri lo immagineranno, sono stato vicino a Marco Potì, mi cugino sindaco di Melendugno in provincia di Lecce, nella posizione rispetto ad una opera privata legata ad interessi di multinazionali e fortemente voluta dai governi precedenti, la TAP. Non credo sia il luogo per esporre le motivazioni della mia contrarietà ma non posso non provare imbarazzo e rabbia nell’ascoltare portavoce del M5s nazionale, miei portavoce, addurre scuse non plausibili verso dichiarazioni e posizioni maturate prima della campagna elettorale e poi consolidate in fase elettorale, frutto di cattiva informazione, nella migliore delle ipotesi, di trans da prestazione o di precise strategie politiche. Quella non è la mia voce. Sono abbastanza grande da capire l’errore, e fornire tutte le attenuanti del caso. Ma ritengo che sia stato fatto un grosso torto in tale circostanza.
Mi avete spesso sentito parlare di modello.

Non ho le competenze per dire quale sia il modello più efficiente in Italia, è un problema altamente complesso ed anche squisitamente interessante. E’ certamente necessario considerare un modello dinamico data la straordinaria capacità dell’uomo ed in particolare di noi Italiani di adattarsi alle condizioni (nel bene ma, purtroppo, anche nel male).
Un impegno che tuttavia ritengo indispensabile al fine di rendere ogni azione perseguibile in modo più efficace deve essere profuso nella ricostruzione di un senso civico totalmente scomparso così come il senso di comunità che la politica, in primis, ma anche la grande frenesia che l’attività lavorativa impone, hanno degradato nella sostanza. E’ qui che ciascuno di noi può e deve lavorare.

Il mio disagio è enorme e sostanziale. Non mi sento parte di Marti, non di Montopoli, non di questa Italia, non dell’Europa, tantomeno dell’Occidente arrogante e colonialista. Non sento i confini. Mi sento parte, però, di questo Mondo in cui l’uomo è, tra gli animali, il più feroce e sadico. Ed io sono un uomo.
Proprio per questo, e non solo per Caterina, mia figlia, continuerò a dedicare tempo ed impegno alle mie comunità, quelle che sentirò vicine e quelle che riterrò di volta in volta più utili a fare ogni piccolo passo verso ciò che sento giusto. Queste, in sostanza, le motivazioni per le dimissioni che ho presentato e così, ora vi comunico.
Buon lavoro”.

I due consiglieri, eletti nel 2014 sulla scorta di un buon 17% dei voti, pari ad oltre mille preserenze, essendosi dimessi dovranno adesso essere surrogati dai primi fra i non eletti, al netto delle possibili ulteriori dimissioni: dopo il candidato sindaco Potì e la prima degli eletti della lista Raffaelli, i due candidati con maggiori preferenze sono Barbara Francalanci (37 voti) e Rinaldo Rinaldi (36).

 

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