Pd, il segretario Cerri si dimette ma restano le polemiche

Da più parti arrivano attestati di stima e richieste di ripensamento. "Solo se si azzerano le questioni"

Il primo a chiedergli di ripensarci è stato proprio il consigliere regionale Antonio Mazzeo, quello da più parti indicato tra le cause della sua decisione. Poi, a chiedere all’ex segretario provinciale del Pd Fabrizio Cerri di ritirare le dimissioni, è stato anche il Pd di Montopoli Valdarno. Lo sa da solo quanto, con il voto a settembre, la campagna elettorale da fare in estate e la convergenza del centrodestra sulla candidata Susanna Ceccardi, non c’è spazio per divisioni e crisi interne. Ma non vuole ratificare scelte di altri, fa intendere, che non siano condivise ma imposte. Tanto che apre: “Se si tolgono di mezzo tutte le note questioni mi metto a disposizione”.

Questioni che sarebbero maturate in due ambiti prevalentemente: la costituzione delle liste per le regionali e la candidatura per riprendersi Cascina.

Il Pd di Montopoli

“L’assemblea dell’unione comunale del Partito Democratico di Montopoli – dicono – rinnova tutta la propria fiducia nei confronti di Fabrizio Cerri e, volendo prescindere dalle motivazioni che hanno portato a tale sofferta decisione, invita il segretario provinciale a ritirare le proprie dimissioni poiché il momento particolare che stiamo vivendo richiede una guida forte e legittimata. Il Partito Democratico di Pisa ha bisogno di un segretario che operi nella completa agibilità delle proprie funzioni”.

Il consigliere regionale Pieroni

“Le dimissioni di Cerri lasciano l’amaro in bocca – ha detto il consigliere regionale Andrea Pieroni -, prima di tutto per le ragioni che le hanno determinate. Fabrizio Cerri, persona di alta capacità politica con una storia di militanza e di amministratore locale indiscussa, si era messo a disposizione per prendere per mano il Partito ormai svuotato di contenuti dal precedente segretario, Sonetti, che è poi fuggito in Italia Viva. Cerri stava ricostituendo quel senso di comunità che la leadership renziana ha devastato.

Aveva iniziato con buoni risultati a rigenerare il Pd provinciale e, per quanto possibile durante il lockdown, Cerri ha continuato a curare i rapporti con circoli, iscritti, amministratori ed eletti. Su Cascina era riuscito a creare un percorso politico per riconquistare il Comune perso nel 2016, obiettivo che richiede l’allargamento del campo del centrosinistra.

A settembre voteremo anche per le Regionali e dovremo sostenere Giani e il centrosinistra per dare una nuova stagione di rilancio alla Toscana ed essere uniti contro il rischio di una destra a trazione leghista, reduce dai disastri della gestione pandemica in Lombardia e protagonista del malgoverno in molte Regioni d’Italia.

La provincia di Pisa dovrà essere unita per confermare il ruolo trainante per lo sviluppo economico della Toscana costiera. Saranno prioritari gli investimenti per la crescita dell’aeroporto Galilei e la progettazione di una linea ferroviaria veloce che abbatta radicalmente i tempi di percorrenza tra Pisa e Firenze. Oggi Pisa è praticamente tagliata fuori dall’alta velocità che passa al centro della penisola. Il territorio provinciale pisano rappresenta il maggiore punto di forza per trainare la costa dal deficit infrastrutturale rispetto all’area centrale della Toscana”.

Il consigliere regionale Mazzeo

“È una scelta che mi dispiace molto – ha detto il consigliere regionale Antonio Mazzeo – e gli rivolgo fin da subito un invito a ripensarci perché, a 90 giorni dalle elezioni amministrative e regionali, il nostro partito ha bisogno di tutto tranne che di una lacerazione così forte. So bene, anche per esperienza diretta, che non è semplice guidare una comunità plurale come la nostra, ma non possiamo pensare di affrontare due partite decisive come il voto di Cascina e quello contro Salvini e la Ceccardi per la Toscana in condizioni di debolezza e incertezza o peggio ancora con un partito commissariato.

Oggi più di sempre, dopo le drammatiche conseguenze della pandemia e del lockdown, le persone ci chiedono di pensare alla salute, al lavoro, alla cassa integrazione che non arriva, al ritorno a scuola, alla sicurezza economica e sociale. Avere posizioni anche diverse, all’interno di un partito, è legittimo ma se dobbiamo discutere, facciamolo per trovare soluzioni a questi temi che sono fondamentali per la vita vera di migliaia di famiglie. Dare l’impressione di dedicare tempo ed energie a dibattiti autoreferenziali, in un momento così grave come quello che stiamo vivendo, suonerebbe a dir poco incomprensibile”.

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