“Adesso il tribunale, poi la Provincia di Empoli”. Per un’altra Santa Croce: “È un’assurdità”

L'opposizione non approva la mozione: "Il progetto deve avvenire attraverso un percorso il più partecipato possibile"

“Come gruppo non approveremo questa mozione e invitiamo tutti a fare lo stesso facendo valere la nostra autonomia amministrativa territoriale perché approvando questo atto, finirete per svendere le prerogative del nostro territorio ad un comune, oggi appartenente ad altra provincia, senza un vero e proprio valido motivo rischiando, peraltro, di aprire la strada a future ingerenze altrui anche in altri campi amministrativi”. Al gruppo consiliare Per un’altra Santa Croce e al capogruppo avvocato Alessandro Lambertucci non piace la proposta di riportare a Empoli un tribunale e una procura che dirimano anche per i comuni del comprensorio del Cuoio (qui).

Lo scorso consiglio comunale infatti, la maggioranza a Santa Croce sull’Arno “ha approvato la mozione a sostegno del costituendo tribunale di Empoli ma l’impianto della proposta è stato comunque demolito dalle articolate e puntuali considerazioni del capogruppo Lambertucci che ha messo in luce tutte le fragilità di questo ambizioso progetto empolicentrico e soprattutto l’assoluta carenza di risorse utili alla sua realizzazione.

Siamo sicuri che la nostra sarà la prima di tante voci che da oggi si alzeranno dal mondo imprenditoriale e giuridico appartenente alle province di Pisa e di Firenze perché l’operazione è stata sin qui condotta senza minimamente preoccuparsi di coinvolgere la partecipazione di tutti gli attori interessati quali consigli dell’Ordine, magistrati e rappresentanti degli imprenditori dei territori che dovrebbero passare sotto la giurisdizione del costituendo tribunale”.

“La richiesta – ha detto Lambertucci – di manifestare il proprio appoggio, formale e sostanziale, agli scopi di un’associazione di avvocati empolesi che nutre l’ambizione di creare da zero un super tribunale da contrapporre a quello di Pisa e di Firenze, richiesta che oggi sottoponente a questo consiglio con la mozione fotocopia che il Pd ha fatto girare in tutti i comuni dell’empolese Valdelsa e anche in alcuni del comprensorio del Cuoio in cerca di consensi, è irricevibile per tutta una serie di motivi che a breve andrò a illustrare.

Questa mozione nasce in primis a Empoli dove è legittimo, non lo mettiamo in dubbio, che le forze politiche di quella città, tutte riunite, quindi Pd, Fratelli d’Italia e Lega si siano spese per approvarla a favore e lustro della propria città e per perorarne la causa a livello regionale e parlamentare con i propri rispettivi consiglieri, onorevoli e senatori. Quello che però costituisce una completa anomalia di questa iniziativa è che si sia ideato un meccanismo per realizzarla che si fonda su questa mozione itinerante, che spesso è stata parzialmente modificata a seconda dell’amministrazione che di volta in volta interessa, con la quale si intende richiedere ai comuni del comprensorio del cuoio, che storicamente non sono mai stati sotto la giurisdizione del circondario empolese, una dichiarazione di pacifica annessione al circondario di Empoli.

Storicamente è stata casomai Empoli ad esser stata sottoposta dal Motuproprio del 2.08.1838 alla giurisdizione, dal 1838 al 1848, del Tribunale collegiale di I istanza di San Miniato che aveva competenza nella materia civile e criminale. La città di Empoli, così come gli esponenti politici, la confindustria di quella città e questa associazione di miei colleghi avrebbero già di per sé i numeri sufficienti per poter richiedere l’istituzione di un autonomo tribunale senza dover scomodare i numeri e il voto dei comuni del comprensorio ma, evidentemente, l’intenzione coltivata è un altra e non è propriamente quella di reggersi con le proprie forze.

In questo riconosciamo una volontà politica di non poco conto: quella cioè, mai abbandonata, di voler istituire, sotto diversa forma, una entità sovracomunale che se non corrisponde al nome di nuova provincia, quella di Empoli, ci si avvicina molto. Purtroppo le parole che ebbe a pronunciare Brenda Barnini, sindaco di Empoli, alcuni anni fa all’esordio dell’associazione per la costituzione del tribunale, ovvero che ‘abbiamo messo le basi per un percorso serio slegato da una rinvendicazione di provincia’, mi fanno capire che, chiamalo come vuoi, ma l’intento è ancora esattamente quello e non è stato mai abbandonato.

Consapevoli che la tendenza dell’amministrazione della Giustizia negli anni ha visto la progressiva chiusura e smantellamento di molte sedi giudiziarie di provincia, pensiamo a San Miniato, a Pontedera e alla stessa Empoli e che sarà praticamente impossibile che questa tendenza possa venir invertita nell’immediato. Soprattutto dopo le ripercussioni economiche post covid 19 e il progressivo passaggio al sistema della cancelleria telematica ormai adottato da anni con il conseguente ridimensionamento ed accorpamento di molte competenze degli uffici, questi promotori empolesi, devono aver pensato che, con queste dichiarazioni di appoggio formale e sostanziale provenienti dai territori, si potesse blindare in qualche modo la loro proposta facendo vedere al Ministero della Giustizia che l’iniziativa non veniva calata dall’alto ma corrispondeva ad una spontanea intenzione dei cittadini di staccarsi dalle due giurisdizioni esistenti di Pisa e di Firenze per farsi annettere alla giurisdizione di un nuovo costituendo tribunale in città ritenuto magari più comodo e vicino.

Territori i cui cittadini e categorie, però, si badi bene, non sono state minimamente interessati dal processo decisionale attraverso un ampio dibattito utile a prospettare loro benefici e svantaggi di una tale scelta. Per esempio oltre alla Confindustria Empolese vi siete mai preoccupati di che cosa ne pensano quella pisana o quella fiorentina? Oppure i consigli dell’ordine degli avvocati di Firenze e Pisa? Oppure alla Magistratura ai cui componenti e alle loro aspirazioni di carriera questo tipo di centri urbani vanno spesso stretti.

Lo so che l’idea empolese, ormai divenuta trasversale a livello politico, è quella di far accettare ad ogni costo questo appoggio e che, là dove non si riesce a trovare la quadra tra le diverse forze politiche, magari perché qualche esponente politico locale oppone resistenza, sopperire con le maggioranze che ci sono nell’ambito dei vari consigli comunali. Per questo la mozione è approdata anche da noi con piena iniziale indifferenza della maggioranza che oggi la propone sapendo che questa scelta, invece di esser dettata da motivi di vera opportunità per i territori e dal rigor di logica, risponde solo a motivazioni di scuderia politica e di reverenza nei confronti del partito a cui appartiene il sindaco di Empoli.

Tant’è vero che anche in commissione dei capigruppo quando io, Sindaco, l’ho invitata a rimandare la discussione su questa mozione ad altri incontri successivi in modo da darle tempo di effettuare maggiori approfondimenti, mi è stato da lei risposto che aveva già promesso ad altri di portarla in questo momento. Posso capire il legame che la rende unita a doppio filo con la sua collega sindaco Brenda Barnini e il suo partito ma le ricordo che prima vengono i suoi cittadini e poi le sue convenienze personali o le sue aspirazioni di futura carriera politica.

Inoltre, mi risulta del tutto incomprensibile come si possa proporre una mozione di tale portata in modo così approssimativo e senza aver letto nemmeno la relazione Nannelli su cui si fonda tutto l’impianto di questa iniziativa,
relazione che è stata reperita dal nostro comune solo dopo il mio preciso interessamento e la mia richiesta di esibizione visto che, altrimenti, votare la mozione a scatola chiusa e senza documenti, com’è avvenuto per esempio a San Miniato, sarebbe stato fuorviante e non avrebbe avuto alcun senso.

D’altra parte ce lo insegna lei da un anno a questa parte quando, dopo ad ogni discussione, chiosa il dibattito con le sue lezioncine morali. Prima si approfondiscono gli argomenti e si prende atto delle documentazioni e poi, quando si ha il quadro preciso, si fanno gli interventi mirati e non campati per aria. Lo stesso dovrebbe valere oggi per questa mozione che avete presentato.

Ma veniamo all’esame di questa relazione. Devo premettere che in passato e precisamente nel l’aprile del 1998, io stesso, allora giovane avvocato, fui tra i promotori del comitato contro la soppressione della Sezione Distaccata di San Miniato e insieme ad altri colleghi, ai magistrati e al personale di cancelleria abbiamo elaborammo un dossier contente una serie di elementi conoscitivi necessari per far rimanere la competenza della Sezione Distaccata di Tribunale sul nostro territorio.

Incontrai anche l’allora Ministro della Giustizia Filippo Mancuso che venne appositamente a San Miniato per discutere con noi della vicenda e si mostrò molto favorevole alla permanenza della sezione. Nonostante avessimo buone possibilità, la sezione venne poi comunque soppressa. So bene, quindi, quali sono le dinamiche che muovono certe battaglie e gli interessi in gioco. Devo dire però che l’operazione non è nuova. Infatti anche nel 1921 un comitato esecutivo di giudici, funzionari e avvocati dette vita ad una relazione che si intitolava ‘Memoria per la conservazione del Tribunale di San Miniato’.

Se si legge tutte queste relazioni, così come la relazione o meglio le slide elaborate da questo avvocato empolese, perché di questo si tratta, ci si accorge che tutte dipingono un quadro altamente favorevole al mantenimento o all’istituzione del tribunale al quale si riferiscono. Ovviamente non c’è frode e non c’è inganno, anche perché i dati sono presi da relazioni statistiche, ma comprensibilmente e umanamente si tende a dare, in queste relazioni, una lettura positiva dei dati massimizzando quel che si ha e lasciando, invece, più in sordina quegli aspetti che possono essere un po’ più scomodi.

Se si leggono tutte queste relazioni si rimane favorevolmente colpiti dalla positività che promana dalla lettura dei dati e ci si domanda allora perché negli anni l’amministrazione della Giustizia ha provveduto a sopprimere queste sedi. La risposta è facile: perché i costi per un tribunale sono ingenti e la coperta delle risorse statali è sempre più piccola e più corta.

Ora in questa vostra mozione – ha detto rivolgendosi all’amministrazione comunale – o nella relazione sopra descritta non sono nemmeno contenuti riferimenti alla collocazione logistica del costituendo Tribunale di Empoli e alle spese che necessiterebbero a carico dello Stato per mettere in atto questa macchinosa operazione e credo che questo punto sia proprio l’elemento debole dell’impianto che più di altri renderà impossibile il verificarsi di questo ambizioso progetto empolese al quale, ovviamente, auguro tutto il meglio possibile ma senza la vostra auspicata annessione dei territori che compongono il nostro Comprensorio del Cuoio”.

Abbiamo cercato allora di sopperire a questa mancanza di dati facendo affidamento alla Rete” e tra le tante versioni presentante, in 2  “si fa riferimento a una sede già esistente e si sostiene che ‘l’edificio ex sede del Tribunale di Empoli, anche se oggi è preda del degrado, sarebbe tutt’ora in piedi e non sarebbe necessario realizzare una nuova sede’. Mi chiedo, ma chi presenta queste mozioni fotocopia le verifica prima o si limita a fare copia e incolla facendole girare sulla fiducia e, quindi, parla senza alcuna ragion veduta? Io ho lavorato anni in quella sede di Via Raffaello Sanzio, precisamente per più di 25 anni e già venticinque anni fa era inadeguata, scalcinata e priva di spazi adeguati.

Sfido chiunque abbia lavorato come avvocato, cancellerie o giudice dotato di onestà intellettuale a sostenere che quella sarebbe una sede adeguata per ospitare tutto il carico giudiziario civile e penale di un super tribunale come ambiziosamente si vorrebbe realizzare. Voi non vi rendete conto quanto spazio occorra per far funzionare un tribunale con sezioni civili e penali, con volontaria giurisdizione, con una sezione fallimentare, una Procura della Repubblica, ufficiali giudiziari, cancellerie, aiutanti, autisti, centralinisti, magistrati e uffici di polizia giudiziaria, parco macchine e quant’altro. Con la competenza di un supertribunale poi vi sarebbe la necessità di avere un ordine degli avvocati autonomo e così una Prefettura e una Questura.

Capite che la piccola sede che oggi ospita il Giudice di Pace di Empoli necessiterebbe di ingenti lavori di amplimento che ne stravolgerebbero completamente tutto l’impianto progettuale e l’attuale consistenza.
Non funzionerà mai un tribunale a cavallo di due province perché di rimbalzo si creano tutta una serie di problemi che la gente non considera. Prato a suo tempo lo fece ma creando una nuova Provincia quando il momento gli era favorevole. Figuriamoci se questo può avvenire a Empoli considerando per di più che la Toscana è oggi la regione, dopo la Lombardia, con più province di tutti.

E’ bello correre con la fantasia soprattutto in periodo elettorale dove costa poco fare una bandiera di queste rivendicazioni magari per sventolare agli occhi degli elettori una sfacciata forma di interessamento alla vita dei cittadini e alle loro problematiche ma, è inevitabile che, passato il momento, queste cose finiscono per arenarsi nelle secche del Parlamento. Dobbiamo infatti fare sempre i conti con la realtà che è fatta anche di molti problemi economici e di risorse pubbliche ristrette; altrimenti il tutto rimane confinato dell’ambito di una mera operazione mediatica fine a se stessa e di poca sostanza.

Capisco che istituire un tribunale ordinario ad Empoli vorrebbe dire per quel territorio renderlo più attrattivo per nuovi investimenti ma questo accadrebbe a scapito di altri territori, penso per esempio a Pisa che da sempre è orma legata amministrativamente al territorio del Comprensorio del Cuoio. Operazioni di questa portata non si fanno mai ai danni di altri territori perché innescano dei meccanismi e delle reazioni di autodifesa che ad oggi Voi non avete messo in conto e soprattutto non si fanno attraverso una semplice e sbrigativa mozione fatta girare in fretta e furia in fotocopia sostenuta dalla poco incoraggiante giustificazione che tanto l’hanno approvata quasi tutti.

Se fino a qui tutti l’hanno approvata senza misurarne la portata e valutarne gli effetti negativi peggio per loro. L’operazione, proprio perché molto delicata, richiede un’estrema chiarezza e deve avvenire alla luce del sole attraverso un percorso il più partecipato possibile un po’ come quando si devono fondere due comunità diverse in un unica entità e occorre il consenso di tutte le realtà interessate.
Vi è poi una domanda fondamentale che non vi siete minimamente posti. Ma i costi di questa operazione chi li paga? Andatevi a leggere le dichiarazioni che all’epoca fecero i promotori dell’associazione per la costituzione del Tribunale di Empoli.

L’ambiziosa proposta empolese ha però i piedi d’argilla se è vero che gli stessi promotori tirarono fuori una trovata poco realistica: per non gravare ulteriormente lo Stato, avrebbero pensato di aumentare leggermente l’importo del contributo unificato che è un importo in danaro che chi vuole aprire un contenzioso giudiziario deve pagare allo Stato. Eresia. Modificare addirittura una tariffa unica nazionale ad uso e consumo di Empoli e delle sue ambizioni. Francamente, ancor prima da avvocato e poi da esponente politico locale, rimango basito e non so voi come possiate minimamente pensare che la cosa possa reggersi in piedi e appoggiarla.

Fatemi capire, quindi, per ridurre ai cittadini del comprensorio del cuoio pochi minuti di tragitto per raggiungere la sede giudiziaria più vicina si annettono i loro territori ad un costituendo Tribunale ma, contemporaneamente li si carica dei costi di tutta questa operazione rendendo per essi più caro l’accesso al servizio della Giustizia rispetto a chi si trova nelle altre circoscrizioni d’Italia? Cioè si fa gravare sui più deboli il costo di un progetto così ambizioso e irrealistico solo per fargli risparmiare pochi minuti di viaggio?”.

Ecco perché “Noi non ci crediamo e soprattutto non ci stiamo a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti del comprensorio del cuoio per accontentare le ambizioni di un altra città che vorrebbe avere un tribunale con estensione della propria competenza sui nostri territori.
Sull’ultimo inciso della mozione, quello che prevede, in denegata ipotesi della mancata costituzione del Tribunale di Empoli, di richiedere una Sezione Distaccata Lavoro del Tribunale di Pisa nel comprensorio del Cuoio è una completa assurdità che vedrebbe una duplicazione di costi che oggi non è possibile sostenere da parte dell’amministrazione finanziaria”.

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