Termovalizzatori per chiudere il ciclo dei rifiuti, l’idea della Lega

"Per una Toscana futura più efficiente, più pulita e più amata dai suoi cittadini"

“Esiste un’economia circolare solo se il ciclo della gestione dei rifiuti si chiude con la valorizzazione degli stessi e con la loro conversione energetica. Questa è la nostra posizione per una Toscana futura più efficiente, più pulita e più amata dai suoi cittadini”. Lo dice la Lega Toscana e lo sottolineano i consiglieri comunali di San Miniato Roberto Ferraro, Beatrice Calvetti e Federico Gregorini.

“La Toscana – spiega la Lega – da alcuni anni si trova stabilmente nella parte alta della classifica delle Regioni che applicano una Tari, la tassa sui rifiuti a carico di cittadini e imprese, fra le più alte d’Italia. E’ un primato di cui c’è poco da andare fieri. Per quale motivo in Toscana la Tari non tende a diminuire a fronte di un effettivo aumento della raccolta differenziata? (aumento comunque contenuto ed inferiore alla media nazionale e ben lontano dall’obiettivo dichiarato dal Pd nella campagna elettorale del 2015 e da quello previsto dalla Comunità Europea).

La risposta è univoca e va ricercata nella cattiva gestione da parte degli amministratori regionali del Pd avvolti nella loro ipocrita ideologia dell’essere green a tutti i costi senza essere capaci di prendere decisioni vere, coraggiose e forti tali da poter rendere la nostra Regione tra le più virtuose d’Italia. Gli effetti positivi di un aumento della raccolta differenziata in Toscana sono completamente vanificati da diversi fattori e la conseguenza è quella di generare elevati costi di gestione che ricadono inevitabilmente sulle bollette di cittadini e imprese”.

Secondo la Lega Toscana, tra i fattori ci sono l’aumento del “conferimento in discarica (in termini assoluti ben superiori alla media nazionale) con inevitabile impatto sui costi di gestione delle discariche stesse. La nostra è una delle regioni più belle d’Italia, peccato che la bellezza del nostro territorio è stroncata da quelle ‘colline di rifiuti’ che nascono e proliferano in diverse zone della Toscana.

A causa un ‘deficit impiantistico‘, inteso come numero limitato di termovalorizzatori e impianti di compostaggio, è diminuito il recupero energetico. E’ aumentato l’export dei rifiuti fuori regione causato inevitabilmente dalla mancanza di impianti di conversione energetica ma anche da discariche ormai colme e non sempre in grado di ricevere qualsiasi tipo di rifiuto. In termini ambientali vi è in questo caso anche un effetto poco green in quanto i rifiuti sono esportati con mezzi su ruota che inevitabilmente inquinano”.

Ci sarebbero, poi, “scarso recupero energetico ottenibile dai rifiuti non riciclati e dall’indifferenziato a causa dello scarso impiego dei termovalorizzatori installati in Regione e della loro limitata presenza e che la Toscana applica una Ecotassa fra le più alte d’Italia che dovrebbe invogliare le aziende a produrre meno rifiuti da conferire in discarica, ma la domanda sorge lecita: Dove posso conferire i miei rifiuti se le discariche sono stracolme e gli impianti di conversione scarseggiano?. Molte aziende del territorio regionale hanno già denunciato questo delicato aspetto, ma come spesso accade i governatori di sinistra sono poco avvezzi ad ascoltare le problematiche del territorio.

Esistono delle soluzioni a questi problemi? Certamente. La nostra posizione è quella di investire in impianti di conversione quali termovalorizzatori e se necessario dotati di cogenerazione, in quanto è dimostrato che un ‘deficit impiantistico’ vanifica qualsiasi sforzo di una efficiente raccolta differenziata (sulla quale è comunque necessario continuare ad investire). Questa nostra posizione è chiaramente contrapposta a quella del candidato del Pd Giani che ha apertamente dichiarato, durante il confronto del 13 luglio scorso con la nostra candidata Susanna Ceccardi, che la Toscana ‘non ha la necessita di nuovi termovalorizzatori anzi e ne stiamo chiudendo tre’. Noi dobbiamo uscire dall’assurda retorica di coloro che si definiscono green e associano la parola termovalorizzatore ad inquinamento ambientale. Ciò è dimostrato anche dalle installazioni che si stanno moltiplicando nella stessa Europa: uno dei più recenti è stato costruito a Copenaghen, una delle città più green del mondo, dove il termovalorizzatore si trova in piena città e al di sopra dello stesso sono presenti delle piste da sci.

Il termovalorizzatore consente di ottenere energia elettrica e, se dotato di cogeneratore, possiamo produrre anche il riscaldamento per interi quartieri o l’energia necessarie per molti cicli produttivi delle aziende. Tutto ottenibile da energia primaria diversa dal carbone o dal gas e quindi con enormi vantaggi sia di impatto ambientale che di risparmio energetico. Tutto si traduce quindi in costi di gestione inferiori per le aziende e certamente bollette meno pesanti anche per i cittadini (basta pensare alle voci Trasporto presenti in bolletta). Il coraggio di investire in questi impianti, oltre ai succitati vantaggi, porta alla creazione di nuovi posti di lavoro (anche per le manutenzioni necessarie) e rende le nostre aziende più competitive sul mercato”.

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