Sinistra civica ecologista: “Servono correzioni alle politiche sanitarie della Regione”

Carenza di personale e prevenzione: “Non abbandoniamo i malati non Covid”

“Abbiamo posto in tutta la campagna elettorale la priorità delle politiche per la tutela della salute e l’esigenza del rafforzamento del sistema sistema sanitario pubblico toscano, puntando sulla prevenzione e sui servizi nel territorio. Allo stesso tempo abbiamo sostenuto la necessità di un maggiore coinvolgimento dei professionisti, medici e infermieri, nella individuazione delle misure volte a migliorare il funzionamento dell’intero sistema. Per questo abbiamo sostenuto che occorrevano correzioni rispetto alle politiche attuate dalla Regione negli ultimi anni, e per questi abbiamo proposto agli elettori un quadro programmatico autonomo, alternativo all’impianto filo lombardo propagandato dalla Lega di Salvini e di sollecitazione critica verso quello indicato dal Partito democratico”. Così dicono da Sinistra civica ecologista, intervenendo sulla gestione della pandemia a livello regionale.

“Queste valutazioni – hanno continuato dal partito – sono state esposte con chiarezza, in più occasioni, dal capolista Sinistra Civica Ecologista Paolo Malacarne, e muovevano proprio da una riflessione sugli effetti del Covid-19, in generale e nel nostro territorio in particolare. Adesso di fronte alla recrudescenza della pandemia, che ci ha portato rapidamente nella zona rossa, si misurano i ritardi e le sottovalutazioni che hanno caratterizzato il periodo estivo, favorendo un abbassamento dei livelli di guardia in direzione del virus. Ma per quanto ci riguarda non viene meno l’impegno e la responsabilità di agire per individuare le azioni migliori e necessarie per fronteggiare questa nuova fase della pandemia. In tal senso riteniamo fondamentale, insieme al recupero di una forte regia e programmazione regionale, operare per affermare adeguati e verificabili livelli di integrazione a livello di Area Vasta sia fra le strutture ospedaliere che a livello territoriale, basati sulla partecipazione alle scelte e sulla motivazione degli operatori sanitari. Senza questo coinvolgimento è difficile affrontare efficacemente i problemi posti dall’emergenza attuale, che riguardano tutte le attività e i servizi sul territorio rivolti alle cure primarie (dalle Zone-Distretto alle Case della Salute, dai medici di medicina generale alle Usca fino alla prevenzione), come alla necessità di rafforzare il controllo e limitare i contagi nelle Rsa.

Allo stesso tempo bisogna fare in modo che i malati con patologie acute o croniche non Covid non vengano abbandonati, seppure temporaneamente, ma trovino un riferimento attivo nei professionisti ospedalieri che non sono direttamente impegnati nella gestione dei malati coinvolti nella pandemia. Per quanto riguarda l’Area Vasta della costa riteniamo che sia necessario implementare l’azione di coordinamento fra le Aziende Ospedaliere e quelle territoriali, con particolare riferimento agli assetti delle terapie intensive e sub-intensive. Esiste indubbiamente un serio problema di carenza di personale nell’insieme del sistema socio-sanitario, e in particolare nelle situazioni più esposte all’emergenza, che va affrontato con tutti gli strumenti possibili, e ciò richiama l’esigenza di salvaguardare un giusto equilibrio nella utilizzazione del personale al fine di evitare scompensi tra le esigenze organizzative di cura dei malati e la tutela della salute degli operatori”.

“Queste nostre idee – concludono – le abbiamo illustrate come Sinistra Civica Ecologista al nuovo assessore alla Salute della Regione e abbiamo dichiarato la nostra piena volontà di dare una mano, con lo spirito di chi ritiene che in un momento così difficile la cosa peggiore sia la pratica della propaganda e dello scaricabarile. Per questo consideriamo poco credibili e anche un po’ ipocrite le affermazioni di chi ora fa polemica sui ritardi degli interventi di prevenzione mentre solo qualche settimana fa partecipava alle riunioni e alle iniziative che contestavano la persistenza della pandemia e chiedevano di togliere ogni limitazione. Ma a Salvini, nei tanti incontri che hanno fatto, hanno mai contestato la sua avversione all’uso delle mascherine? Hanno mai detto che forse serviva meno propaganda e più realismo? Ecco, crediamo che oggi, in questa difficile situazione, la cosa più importante sia quella di lasciare da parte le polemiche speciose e trasmettere il massimo di fiducia per costruire un’uscita dalla crisi sanitaria, e di conseguenza da quella economica e sociale, con l’impegno di tutti, manifestando in primo luogo la più alta riconoscenza e vicinanza agli operatori del servizio socio sanitario che si trovano in prima linea nella guerra al coronavirus”.

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