Cantiere ex Etruria, Giglioli: “Non è la prima volta che il consigliere spara cifre a caso”

E a CambiaMenti precisa: "E' già destinato a servizi e ad aree commerciali"

“Non è la prima volta che il consigliere Ferraro spara a caso cifre relative al cantiere ex Etruria a San Miniato Basso, nonostante la sua ultra ventennale partecipazione attiva alla vita politica di San Miniato“. Il sindaco Simone Giglioli risponde così alla Lega sulla conclusione della vicenda che ha interessato l’immobile adiacente alla Casa culturale (qui).

“Le azioni e le cifre alle quali fa riferimento non sono corrette – per il sindaco -. In primo luogo, per quanto riguarda la partita che ha visto coinvolta l’Azienda Speciale Farmacie e la Unipol Sai. L’opera da realizzare era stata affidata al Consorzio Etruria e interessava un terreno messo a disposizione dalla Casa culturale che, in cambio, avrebbe dovuto ricevere in permuta la costruzione delle opere. L’Asf ha anticipato un milione e 86mila euro al Consorzio Etruria che avrebbe dovuto consegnare l’immobile dieci anni fa (2011). Purtroppo la struttura è stata coinvolta nelle difficoltà del Consorzio Etruria, poi avviato a concordato, dalla quale è nata la richiesta di rimborso delle somme versate da parte dell’Azienda Farmacie a Unipol-Sai che, però, si oppose.

La compagnia di assicurazione con la quale nel 2010 era stata stipulata la fidejussione a garanzia della nuova farmacia ha fatto opposizione in tribunale, andando ulteriormente a complicare la situazione. Ci sono voluti diversi passaggi prima di poter ottenere una transazione, un percorso giudicato sia dal cda dell’Asf, sia dal collegio sindacale, sia dal consiglio comunale, come congruo, che si è poi risolto con una transazione da 800mila euro a favore dell’Asf. E’ quindi pretestuoso e inesatto quanto Ferraro dice perché, grazie a tutte queste azioni congiunte, si è potuto completare un cantiere ubicato al centro di una frazione molto importante, fermo per anni a causa delle difficoltà della società costruttrice, che stava creando una situazione di degrado inaccettabile”.

Poi Giglioli risponde anche a Cambiamenti (qui). “La destinazione d’uso dell’immobile che, lo voglio ricordare, non è in alcuna parte di proprietà comunale, non dovrà cambiare perché è già destinato a servizi e ad aree commerciali. Credo quindi che le polemiche debbano chiudersi: è necessario prendere atto dello sforzo della Casa culturale che, con grande tenacia, è tornata in possesso dell’immobile, garantendo la migliore risoluzione possibile della vicenda, una situazione che va a beneficio della collettività”.

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