Centrale a biogas, Santa Maria a Monte di Tutti dopo la sentenza del Tar: “Per il Comune oltre al danno la beffa”

Il gruppo di opposizione: "Ad oggi tutto lo stoccaggio del materiale avverrà ai piedi dell'impianto nel paese di San Donato e non nella zona industriale a distanza dalle abitazioni"

“Centrale a biogas nell’area Pip e non a San Donato”. Torna a ribadire la necessaria collocazione dell’impianto la lista civica di opposizione Santa Maria a Monte di Tutti.

“Nel verbale originario di approvazione dell’impianto a biogas – dice la lista civica – prodotto dalla Conferenza dei servizi, c’era chiaramente prevista l’indicazione prioritaria affinché lo stoccaggio venisse realizzato nell’area industriale Pip e non a San Donato. Questa indicazione fu allora inserita su specifica richiesta del Comune di Santa Maria a Monte (giunta Turini), che, ricordiamolo, aveva accesso alla Conferenza dei servizi solo con parere consultivo e non vincolante”.

“L’obiettivo dell’amministrazione – prosegue la nota – era quello di permettere all’azienda uno stoccaggio intensivo in una zona più idonea e ridurre al massimo lo stoccaggio ai piedi dell’impianto, ovvero a San Donato, al fine di una migliore diluizione dei mezzi pesanti durante tutto l’anno e di ridurre eventuali maleodoranze. Il Tar, nell’ultima sentenza, ha semplicemente risposto in merito al diniego da parte di questa amministrazione comunale relativo al progetto del biogas di spostare il grosso dello stoccaggio in un sito più idoneo per viabilità e accesso, più lontano dalle abitazioni stoccando su piazzale a mezzo di Silobags chiusi e maggiormente idonei al controllo delle eventuali odoranze del materiale verde stoccato”.

“Oltre al danno la beffa – prosegue la lista – la Prati bioenergia, prima di presentare il progetto, aveva anche acquistato due lotti del Pip, incasso naturalmente introitato dallo stesso Comune che poi ha bocciato il progetto di stoccaggio. Detto questo, cosa è successo in sostanza? Semplicemente, questa amministrazione (giunta Parrella), avendo impostato tutta la campagna elettorale sulla promessa di togliere il biogas a San Donato, ha fatto di tutto per mettere i bastoni fra le ruote all’azienda, ritrovandosi in mano un pugno di mosche, ovvero ottenendo il contrario: peggioramento della gestione ambientale e annullamento della vera attività di controllo. Infatti: ad oggi, l’azienda non è stata inserita fra le attività controllate tramite il sistema di telerilevamento delle emissioni della zona del Cuoio, dato che il Comune non ha aderito al protocollo di intesa con i comuni del Valdarno (protocollo nato principalmente per le imprese veramente inquinanti legate alle attività conciarie e di depurazione); ha ottenuto il risultato che, ad oggi, tutto lo stoccaggio del materiale avvenga ai piedi dell’impianto nel paese di San Donato e non nella zona industriale a distanza dalle abitazioni come era stato indicato nello stesso verbale della Conferenza dei servizi”.

“Ci spiace dirlo – conclude la nota – ma, col tempo, tutti i nodi vengono al pettine e i cittadini sono sempre le vittime di chi vende fumo ai meri fini elettorali, fumo ahimè “non controllato”.

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