Variante all’interporto di San Donato: nuovo capannone al posto dello scheletro abbattuto

Con il voto positivo in Consiglio si apre la fase delle osservazioni. Si astiene la Lega, critica la liosta Cambiamenti

È arrivata in discussione nel consiglio comunale di ieri (30 dicembre), la variante che darà il via libera alla costruzione di un nuovo capannone logistico all’interporto di San Donato, destinato a prendere il posto dello scheletro appena abbattuto. Variante che segue il cambio di destinazione d’uso, già richiesto dai nuovi proprietari dell’area (la Kimolos Srl) per sfruttare a scopo logistico (e non più ricettivo) il grande terreno dove vent’anni fa fu avviata la costruzione dello scheletro di cemento che avrebbe dovuto diventare un albergo. Adesso, con la variante appena adottata – e che andrà in approvazione dopo i 30 giorni concessi per le osservazioni – i proprietari potranno costruire sulle macerie dell’albergo un nuovo capannone logistico, su cui ci sarebbe già l’interesse concreto di un privato, ma potranno anche gettare le basi per utilizzare in futuro lo scalo merci ferroviario. La variante, infatti, inserisce per la prima volta lo scalo nel perimetro dell’interporto, oltre a prevedere l’abbattimento di un rudere che consentirà di ingrandire la vicina cassa di esondazione, suggerendo anche una revisione del rischio idraulico della zona a seguito del collaudo della cassa d’espansione di Roffia.

Una variante sicuramente migliorativa per un’area considerata fino a poco tempo fa “una ferita aperta”, come ricordato dal sindaco di San Miniato Simone Giglioli. “In questo modo eliminiamo un ecomostro – ha detto il primo cittadino – al posto del quale sosrgerà un nuovo edificio logistico, in linea con la finalità pensata per quest’area quando nacque vent’anni fa. Adesso l’urbanizzazione della zona è stata completata e l’interporto è quasi tutto occupato, anche di persone. Inoltre recepiamo la legge 41 che ha modificato l’assetto del nostro territorio dal punto di vista idraulico, nella speranza di portare avere presto anche le casse di espansione Navetta 1 e 2 e Scaletta 1 e 2 a valle del bacino di Roffia e sul lato di Fucecchio, che mitigherebbero ulteriormente il rischio dell’Arno”.

“La variante sblocca una situazione che si stava incancrenendo. Quindi esprimiamo soddisfazione per l’intervento, ma non possiamo dimenticare qual è stata l’origine di questa situazione”, ha detto il capogruppo della Lega Roberto Ferraro annunciando l’astensione: “Perché il progetto interporto zoppicava fin da quando fu pensato, sia perché non era utile al comparto conciario sia perché presentava già all’epoca dei rischi idraulici. Il Comune però incassò qualche milione di oneri di urbanizzazione e tutti furono contenti. Poi abbiamo visto i risultati”.

Più critica, invece, la posizione della consigliera della lista Cambiamenti Manola Guazzini, per la quale, “nonostante la variante si presenti addirittura migliorativa”, restano alcune criticità tanto nel merito quanto nel metodo: “Non c’è un aumento di volumi – ha detto Guazzini – ma mi avrebbe fatto piacere che nel dispositivo della delibera si fosse specificato meglio. Nel lotto 1, poi, si dice che all’interno dell’edificio ci saranno anche dei negozi di vicinato. Io sinceramente i negozi di vicinato me li immagino altrove, non certo dentro un interporto, a meno che non ci sia in prospettive qualche altra utilizzazione. A pagina 5, poi, leggo anche che la rete infrastrutturale è completa e sinceramente questo mi preoccupa: io quattro volte al giorno faccio il ponte carrabile ed è sempre un ingorgo continuo alla rotatoria e fin dentro la superstrada. Anche sul verde avrei apprezzato che ci fosse stata una visione complessiva su quell’area, per favorire una ricucitura tra la frazione di San Donato e quella di Ponte a Egola.  Ma il vero nodo della variante è quello idraulico: non vorrei che il collaudo di Roffia fosse il “bomba libera tutti”.  Infine il metodo: avrei preferito una discussione più distesa, piuttosto che mettere questa variante all’ultimo punto di un consiglio tanto impegnativo”.

“Se restiamo sul merito non c’è dubbio sul fatto che la variante sia migliorativa – ha replicato il capogruppo Pd Marco Greco – inseriamo nel perimetro dell’interporto anche lo scalo merci, si prevede l’abbattimento di un rudere e per ingrandire la cassa d’espansione e vengono aggiornate le prescrizioni relative al rischio idraulico. Questa variante semplicemente aggiorna quello che è il rischio in quella zona, prevedendo un abbattimento dei battenti idraulici sulla base del collaudo della cassa di Roffia. Se l’Autorità di bacino confermerà questo studio è chiaro che la parte frontale dell’interporto potrebbe avere una maggiore capacità edificatoria da parte di coloro che vorranno investire, perché ad oggi si deve costruire ad almeno 2 metri dal piano di campagna. Infine non dimentichiamo che quella di oggi è solo l’adozione: adesso ci saranno 30 giorni per le osservazioni e per l’approvazione se ne riparla nel 2022. Quindi non vedo il problema di metodo sollevato da Guazzini: mi sembra più una scusa per giustificare un’astensione rispetto a una variante che di fatto è migliorativa”.

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