“Niente Casa della comunità a Santa Maria a Monte. Non ci sorprende”

Per Santa Maria a Monte di tutti dipende da "scelte sbagliate di politica e logistica sanitaria"

Santa Maria a Monte non sarà sede di alcuna Casa della comunità tra le 11 previste nella provincia di Pisa”. Lo sottolinea la lista Santa Maria a Monte di Tutti, precisando che “La notizia sinceramente un po’ ci amareggia considerando che Santa Maria a Monte è il nono comune dell’Ausl pisana per numero di abitanti, ma non ci sorprende affatto“.

“Stiamo parlando – precisano – di strutture nelle quale i medici di base potranno fornire anche prestazioni specialistiche di supporto (quali, ad esempio, ecografie, servizio diabetologico, elettrocardiogramma, ecc.., secondo le ‘vocazioni’ dei singoli medici). Un modo per valorizzare le professionalità dei medici di base, ma anche di garantire più tranquillità ai cittadini ed ottenere anche una riduzione degli accessi al Pronto soccorso e alle prestazioni specialistiche ospedaliere che – in tempi di pandemia – riteniamo quantomeno utile ed opportuna”.

Per i componenti della lista infatti, “L’aver scelto comuni limitrofi come sedi di Case della comunità escludendo Santa Maria a Monte è il frutto di scelte sbagliate di politica e logistica sanitaria, che l’Amministrazione guidata da Ilaria Parrella ha portato avanti caparbiamente in questi nove anni della sua gestione amministrativa. Infatti la scelta della Sindaca e della sua Giunta di localizzare con ostinazione il distretto sanitario – che è il massimo presidio sanitario comunale – in una zona del centro storico di difficile accessibilità e poco funzionale, lungo una strada (Via San Michele) a senso unico che costringe, ad esempio a chi accompagna un anziano o un disabile in carrozzina, di fare sosta in discesa (magari col freno a mano tirato) per far scendere la persona bisognosa e poi ripartire per trovare un non sempre agevole parcheggio a pagamento, non ha certamente suscitato le preferenze della Società della Salute, che invece destinerà ben 11,5 milioni di euro del Pnrr nell’adeguare le strutture sanitarie ritenute potenzialmente più idonee degli altri comuni.

Era evidente che le Case della comunità fossero individuate in strutture più raggiungibili, più baricentriche rispetto ad un maggiore bacino di abitanti, con parcheggi agevoli tali da permettere agli utenti di evitare manovre e perdite di tempo e più facilmente accessibili anche ai disabili. E pensare che la comunità di Santa Maria a Monte avrebbe potuto avere a disposizione spazi ampi per il Distretto nelle frazioni di pianura, ad esempio se solo si fossero ascoltati i consigli dell’opposizione di allora e si fosse scelto di accettare la disponibilità della Coop di Ponticelli di ospitare il Distretto negli ampi spazi del supermercato e la farmacia comunale, con un vasto parcheggio libero davanti e disponibile gratuitamente (quello del supermercato), probabilmente le potenzialità nel vedere localizzata una Casa della comunità anche nel nostro Comune sarebbero state assai maggiori.

Ma tant’è. Nonostante all’epoca dell’inaugurazione a fine agosto 2018 (in pompa magna, con tanto di pianoforte a coda) si strombazzò sull’ampia gamma di servizi e prestazioni che il nuovo Distretto – costato ben 900mila euro – avrebbe dovuto erogare, la volontà miope di localizzarlo a tutti i costi in quella posizione infelice ha portato oggi, a pochi risultati: un Distretto ordinario, con i servizi sanitari minimi essenziali… e niente di più.

Solo per fare alcuni esempi: a Bientina lo sportello Cup funziona tutti i giorni, a Santa Maria a Monte solo tre giorni alla settimana. I prelievi di sangue a Ponsacco o a Bientina ci sono tutti i giorni escluso sabato e domenica (ed un giorno anche senza prenotazione), mentre a Santa Maria a Monte solo tre giorni alla settimana e solo su prenotazione.

E ci fa anche un po’ sorridere, cara Sindaca, quando lei ora si prodiga nel prolungare di una settimana l’orario di apertura del Distretto per permettere la scelta del medico di base: per carità, un’iniziativa corretta, ma veramente di portata modesta se confrontata al problema di base delle ridotte potenzialità della struttura sanitaria di Santa Maria a Monte. Un disagio che viene molto più da lontano e del quale lei e la sua giunta siete completamente responsabili”.

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