Ponte a Egola, si cerca una nuova sede per il centro di aggregazione giovanile

La realtà è ancora chiusa per motivi legati allo stato dell’immobile. Sondaggio per l'utilizzo dell'ex panificio Centi in via Diaz

Centro VocinTransito di Ponte a Egola, è ancora polemica in consiglio fra maggioranza e gruppo Cambiamenti, che nell’ultima seduta di giovedì sera ha potuto discutere un’interrogazione sullo stato dell’arte del centro giovani della frazione, chiuso ormai dal 2018.

Al centro del dibattere il futuro dell’aggregazione giovanile a Ponte a Egola ed anche della scuola, ma anche l’utilizzo corretto delle finanze pubbliche. Il centro culturale per l’adolescenza con sede nell’antica conceria dell’Orologio, nella parte vecchia della frazione, è chiuso per motivi legati allo stato dell’immobile.

“Un’operazione importante, quella che lo costituì alcuni anni fa con i soldi del Centro Infanzia Adolescenza e Famiglia, recuperando la più vecchia conceria di Ponte a Egola – ha detto la consigliera, autrice dell’interpellanza. – Peccato che dal 2018 parte dei locali siano chiusi a causa di problemi strutturali”.

Un tema annoso, in realtà, che riguarda specificatamente lo spazio del centro giovani oggi chiuso ma attaccato a quelli, rimasti aperti anche in questi anni, della biblioteca. “Per quanto riguarda i locali del centro – continua Guazzini – già nel 2020 in risposta ad una nostra interrogazione si parlava di problemi “di umidità e muffa, con spolveramento delle pareti potenzialmente in grado di cagionare problematiche di salute”. Tali locali non sono ancora fruibili, ma l’affitto prosegue”.

Un affitto che, riguardante entrambi gli ambienti, centro e biblioteca, si attesterebbe intorno ai 12mila euro annui, per un totale di 60mila euro spesi in questi anni di parziale chiusura. “Malgrado i lavori fatti in precedenza per eliminare il problema dell’umidità lo stato dei locali non consente interventi risolutivi” ha risposto l’assessore Profeti, che su esplicita richiesta di Cambiamenti ha confermato anche l’avvio di “una ricerca informale per una nuova sede”. “Stiamo valutando alternative – ha detto – Ma in questi anni i progetti legati all’adolescenza non si sono fermati”.

Il punto fermo segnalato da Guazzini è però di natura strategica. “I progetti saranno andati avanti – ha ribattuto – ma quello era un centro di aggregazione, dove fare musica, trovarsi la sera, organizzare eventi e dare spazi gestibili ai ragazzi. Invece di barcamenarsi fra affitti e locali chiusi il comune dovrebbe acquisire una vecchia conceria e dare alla frazione un vero polo, che risolva i problemi dei giovani, della scuola e della biblioteca”.

Al centro delle investigazioni del Comune ci sarebbero i locali dell’ex panificio Centi in via Diaz, riadattati lo scorso anno (con spesa di 70mila euro dei fondi Covid del Ministero) per dare spazio alle classi della scuola media. “Potrebbero non essere più necessarie alla scuola – ha detto l’assessore. – In ogni caso qualsiasi acquisizione dovrà passare per un bando”.

“Vero che non sono soldi dei cittadini di San Miniato, ma questo non vuol dire che li dobbiamo buttare – hanno dichiarato i consiglieri di centrodestra Roberto Ferraro e Maria Beatrice Calvetti – Anche l’operazione del panificio Centi fu un’operazione economicamente discutibile, con 70mila euro spesi per un contratto di affitto di 10 mesi”.

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