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Rifondazione Comunista: “Rete ReAdy, da Mini e centrodestra solo propaganda”

17 aprile 2025 | 17:22
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Rifondazione Comunista: “Rete ReAdy, da Mini e centrodestra solo propaganda”

Il partito va giù duro contro Meloni: “Si riempie solo la bocca ma in realtà fa continui tagli al walfare a livello nazionale”

“La scelta del sindaco di Castelfranco Di Sotto di uscire dalla Rete ReAdy è una mossa tipica della destra, che abbiamo già visto a Pisa nel 2018”, dichiarano Rifondazione Comunista di Pisa e della Zona Cuoio.
“Anche nel capoluogo infatti uno dei primi atti della neoinsediata giunta Conti era stato proprio quello, un contentino a un elettorato di destra impaurito dalla teoria gender, un fantomatico concetto sotto il quale ricade qualunque tentativo educativo di insegnare le più basilari forme di rispetto delle molte diversità tra le persone, con un linguaggio adeguato all’età dei bambini e dei ragazzi e senza assolutamente nulla di scandaloso”.
“La rete ReAdy – proseguono – è un contesto di scambio di buone pratiche tra amministrazioni, che permette anche di condividere percorsi e idee per intervenire a più livelli contro l’omofobia e forme di discriminazioni analoghe, ancora profondamente radicate nella nostra società. Quindi, sostanzialmente, per andare verso un livello minimo di civiltà. E anche di buona amministrazione: su qualunque tema complesso, un’amministrazione lungimirante dovrebbe avere tutto l’interesse a stare in una rete di scambio di idee e confronto, invece di isolarsi”.
“Venendo al paventato  rischio di non poter più dire nulla, di essere puniti o censurati, ci sentiamo di rassicure anche questa destra: come ci dimostrano le dichiarazioni dei vari esponenti del governo Meloni, ad oggi si può esprimere serenamente, pubblicamente e senza conseguenza politica qualsiasi idea e attacco contro la comunità Lgbtq+. Semmai – continuano -, è alla comunità che si tolgono spazi e possibilità di vivere una vita libera da discriminazioni e violenze”.
“E per concludere, speriamo che quanto meno la destra di Castelfranco sia migliore del governo Meloni, che si riempie la bocca del valore della famiglia e della necessità di sostenerla, per poi portare avanti continui tagli al welfare a livello nazionale (si pensi al taglio per il fondo di sostegno per la morosità incolpevole) e nessun reale intervento in grado di superare disuguaglianze e povertà – concludono -, con buona pace (anche) di famiglie, bambini e bambine”.