Ok al primo bilancio consuntivo dell’era Giannoni a Santa Croce sull’Arno: crediti per oltre 14 milioni
Dubbia esigibilità per 3,5 milioni: “Spostati in una apposito capitolo”. Possibile l’adeguamento dei costi di servizi a domanda individuale
L’assessore Renato Rusconi chiude il primo bilancio consuntivo dell’era amministrativa Giannoni. Un bilancio semplice nella sua complessità, se si volesse usare una figura retorica, ma che in sé porta alcune criticità “che arrivano – spiega il Comune – in parte dalla gestione precedente e in parte dalle condizioni generali dell’economia”.
Un bilancio nel complesso abbastanza tecnico che risponde alla gestione dell’ultimo semestre Deidda e del primo semestre della nuova amministrazione.
Nodo cruciale di questo bilancio sono i crediti da esigere, ovvero quelli relativi alla riscossione dei tributi e delle tariffe, che il Comune di Santa Croce sull’Arno ha maturato nel corso degli anni. Proprio su questo tema, l’assessore Rusconi ha dovuto focalizzare la propria attenzione introducendo un correttivo finanziario che sulla carta può sembrare questione di poco conto, ma che nella pratica affronta uno dei temi fondamentali delle finanze pubbliche degli enti locali.
A complicare le cose poi ci sono le direttive della Corte dei Conti che, senza troppi giri di parole, ha imposto agli enti locali di “scaricare” dal bilancio i crediti ritenuti di dubbia esigibilità, quelli che difficilmente il Comune riuscirà a riscuotere. Si tratta di quei crediti verso terzi, generati prevalentemente dalle voci tributarie e tariffarie che sono più vecchie di 5 anni, quindi, a Santa Croce sull’Arno, quelli maturati e non riscossi tra il 2015 e il 2019. Questi soldi, che pesano per oltre 3,5 milioni di euro, sono stati spostati in un apposito capitolo di bilancio nell’area patrimoniale e questo significa che di fatto escono dalla finanza corrente. Una scelta tecnica imposta dalle normative e non politica.
“Con questa operazione – spiega l’assessore Rusconi -, questi crediti non vengono cancellati ma sono spostati in modo che non intralcino e non alterino la visione del bilancio del Comune. Di fatto sono crediti ‘molto virtuali’ e che se mantenuti nel bilancio rischiano di narrare una situazione più rosea di quella reale. Da ora in poi, in altre parole, non figureranno più come posta attiva, ma saranno congelati in un apposto spazio del bilancio. Questo – continua Rusconi – non significa che sono soldi persi, sono soldi che con difficoltà riusciremo a riscuotere, ma su cui dobbiamo lavorare per cercare di farli diventare soldi reali per l’ente e quindi per tutti i cittadini”.
“E comunque – prosegue Rusconi – al Comune di Santa Croce i residui attivi non mancano. Infatti anche togliendo dalla ‘circolazione ordinaria’ questi 3,5 milioni di euro, al municipio rimangono residui attivi per circa 14 milioni e 300mila euro. Questo significa che il Comune, sommando i 3 milioni e mezzo di dubbia esigibilità con i 14 milioni e 300mila euro di residui attivi, arriva a vantare crediti per circa 18 milioni di euro”. Una cifra molto grande in proporzione al bilancio che solitamente chiude l’ente.
“Una situazione quindi – spiega Rusconi – dove si evidenza una certa difficoltà nell’incassare i crediti che sicuramente c’è, ma che forse negli anni si poteva provare a governare con azioni politiche di maggiore concretezza nel recupero crediti. I cittadini – continua Rusconi – capiranno quindi che per il Comune di Santa Croce non sono tempi di ‘vacche grasse’, nonostante si sia mantenuto il bilancio in equilibrio anche a fronte di una leggera crescita della spesa corrente per vari costi indipendenti dalla nostra volontà. Ciò crea una criticità sui costi di erogazione di alcuni servizi, in particolare una parte di quelli a domanda individuale che abbiamo riscontrato non venivano adeguati nei costi al cittadino dal 2013. Cioè sono rimasti invariati nel tempo e non hanno subito neppure l’adeguamento del costo della vita. Alla luce di questo – conclude Rusconi – i cittadini capiranno bene che con un bilancio che presenta le fragilità suindicate, un minimo di adeguamento del costo di questi servizi per poterli garantire era inevitabile. Certamente se riusciremo a riportare il gettito tributario e tariffario a livelli accettabili nei prossimi anni e il lavoro in tal senso in parte è già cominciato, potremo sicuramente diminuire anche alcuni costi ai cittadini nella logica del pagare tutti per pagare meno”.