Del Grande: “La decisione di abbandonare il teatro è stata unilaterale e presa prima della pubblicazione del bando”
Per l’amministrazione comunale: “Il Teatro è e resta un bene pubblico, non una proprietà privata o una rendita di posizione acquisita”
“È tempo che il teatro comunale torni ad essere ciò che deve essere: uno spazio di tutti, per tutti, gestito secondo regole chiare e trasparenti. L’era dei personalismi è finita. Inizia l’epoca della cultura partecipata e democratica”. Lo dice Manuela del Grande, sindaco di Santa Maria a Monte, sottolineando che “L’amministrazione comunale resta a disposizione della cittadinanza per ogni ulteriore chiarimento, nella convinzione che la trasparenza sia il migliore antidoto contro le narrazioni distorte e le strumentalizzazioni politiche”.
“In seguito alle recenti dichiarazioni teatrali – spiega la sindaco – di Franco Di Corcia jr riguardo la sua uscita di scena dal Teatro Comunale di Santa Maria a Monte, l’amministrazione comunale si trova costretta a ristabilire la verità dei fatti, con la fermezza e la trasparenza che i cittadini meritano”. Ecco, allora, la versione di Del Grande.
“Contrariamente alla narrazione drammatizzata presentata pubblicamente – spiega -, nessuna esclusione, allontanamento o emarginazione è stata operata dall’amministrazione comunale. È fondamentale sottolineare che a Di Corcia è stata addirittura concessa una proroga della gestione, proprio per garantire la continuità delle attività fino all’uscita del nuovo bando pubblico – una procedura non solo normale, ma espressamente prevista dalla legge e applicata uniformemente a tutte le realtà associative del territorio. La decisione di abbandonare il teatro è stata eventualmente unilaterale e cosa ancora più insolita è stata presa prima ancora della pubblicazione del bando. Con questa scelta il Di Corcia decide di privarsi della possibilità di presentare un progetto all’interno di un processo trasparente e meritocratico, aperto a tutte le realtà culturali del territorio. Una decisione che solleva interrogativi sulla reale volontà di confronto e dialogo”.
Perché, spiega, “Il Teatro Comunale è e resta un bene pubblico, non una proprietà privata o una rendita di posizione acquisita. L’attività ventennale di Di Corcia, pur meritevole, è stata resa possibile grazie a consistenti fondi pubblici, spazi pubblici e sostegno istituzionale. L’amministrazione ha scelto consapevolmente la via della legalità, della meritocrazia e della trasparenza attraverso un bando pubblico. La decisione di non partecipare è stata completamente autonoma, precedente alla pubblicazione del bando stesso.
La reazione teatrale di Di Corcia, che ha trasformato un normale e doveroso passaggio amministrativo in una presunta epurazione, rivela più una strategia mediatica che una reale preoccupazione per il futuro culturale della comunità. L’amministrazione non può e non intende accettare questa distorsione della realtà. Il Teatro Comunale appartiene alla cittadinanza, non a singoli individui, per quanto meritori possano essere stati. La sua gestione deve necessariamente seguire criteri di trasparenza, equità e apertura alla pluralità di voci e progetti culturali. Non esistono diritti acquisiti sulla cultura pubblica”.
Come amministrazione, quindi, “Rivendichiamo con fermezza la scelta di procedere attraverso un bando pubblico, respingiamo categoricamente ogni tentativo di strumentalizzazione politica della cultura, difendiamo il diritto della comunità a un teatro veramente pubblico e plurale, garantiamo pari opportunità a tutti i soggetti culturali del territorio. L’amministrazione comunale mantiene il proprio impegno a garantire che questo spazio culturale continui a essere un luogo di crescita, innovazione e pluralità per tutta la comunità, attraverso processi trasparenti e democratici di assegnazione.
Chi veramente ama il teatro e la cultura non fugge dal confronto, non teme la competizione, non si sottrae al dialogo. La vera cultura si nutre di pluralità, non di monopoli personali”.