San Romano, il centro d’accoglienza se ne va foto

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Ha perso tutte le battaglie che ha combattuto sulla vicenda del Cas di San Romano, ma alla fine il comune di Montopoli ha vinto la guerra contro la Mc Multicons, anche se grazie al cambiamento normativo imposto dal governo nazionale.

I due appartamenti di San Romano in cui la cooperativa di Montelupo Fiorentino aveva impiantato un Cas, un centro di accoglienza straordinaria, in questi giorni sono stati liberati e le 22 persone – in gran parte donne e 4 bambini – che vi vivevano sono stati ridistribuiti nei centri dei vicini comuni. Una cambio di rotta repentino da parte di Multicons, che negli ultimi anni ha lavorato molto sul tema dell’accoglienza in Toscana a fronte di una situazione nazionale abbastanza emergenziale. L’azienda infatti, sul Comprensorio, ha o ha avuto anche altre strutture per l’accoglienza. Non più tardi di un anno e mezzo fa, la vicenda dei due appartamenti di San Romano era finita in una guerra di tribunali e carte bollate tra la cooperativa e il municipio. Ma andiamo con ordine.
Da domenica scorsa sono cominciate le manovre di trasferimento di queste 22 persone verso altre strutture, un’attività che ha richiamato l’attenzione dei cittadini a San Romano, a cominciare dal fatto che in poco tempo gli appartamenti sono stati svuotati e nella notte tra domenica e lunedì una quantità considerevole di rifiuti era stata accatastata sul marciapiede antistante i due appartamenti, per esser rimossa da Geofor. Negli ultimi giorni il trasloco è continuato fino a oggi.
Multicons, stando agli atti in possesso del Comune, aveva comunicato circa un mese fa che non avrebbe inteso rinnovare l’appalto per la gestione di questo centro visto che le normative erano mutate, comunicando al municipio e alla prefettura i tempi del trasloco delle 22 persone che vivevano in due appartamenti e annunciando che in questi giorni gli appartamenti sarebbero stati liberati, come del resto è stato. Non solo: la società di gestione del centro aveva anche annunciato che avrebbe provveduto a rescindere i contratti delle utenze, visto che restituiva l’immobile ai proprietari. Una decisione irremovibile, quella di Mc Muticons, che non avrebbe desistito dal suo intento di chiudere quel centro neppure di fronte ad una proposta di proroga avanzata dalla prefettura per circa un mese.
Finisce, quindi, la guerra legale che aveva visto il Comune emettere da subito un’ordinanza sulla base della presunta non idoneità dei locali ad accogliere 22 persone. Un atto che fu subito impugnato nel novembre del 2017 da Multicons davanti la Tar della Toscana. A quel tempo il tribunale amministrativo dette ragione a Mc Multicons che quindi ha continuato fino a circa un mese fa ad operare in quell’immobile di San Romano adibito a Cas ospitando 22 persone straniere su richiesta della Prefettura di Pisa.
Una vicenda che, pur a due giorni dalla fine del primo mandato da sindaco di Giovanni Capecchi nuovamente impegnato in campagna elettorale, fa tirare un sospiro di sollievo essendosi risolta una situazione difficile, come testimoniava l’ordinanza del sindaco.
Nella giornata di oggi il cuoio in diretta ha anche provato a parlare con il legale rappresentante di Multicons Stefano Mugnaini che si è limitato a dire: “Io non posso parlare di questa vicenda, chiedete al comune o alla prefettura”.
“Noi – dice Capecchi – ci siamo sempre opposti a questa soluzione non per motivi ideologici, ma perché eravamo convinti che quella struttura non fosse idonea, ecco perché emisi un’ordinanza che il Tar respinse essendo ritenuta quella struttura una risposta ad un’emergenza. In pratica la Multicons, dopo la sentenza del Tar poteva fare come preferiva. Fino a un mese fa quando mi è arrivata la comunicazione del disimpegno della società su questo Cas attraverso comunicazione scritta. Ovviamente – continua Capecchi – ho subito scritto alla prefettura visto che c’era la sistemare 22 persone che non potevano diventare un’emergenza del comune di Montopoli. Per il momento sono ancora in attesa di risposta. Io spero solo che queste 22 persone siano state sistemate in una struttura più idonea alle loro esigenze in primo luogo di persone dove possano stare meglio di quanto non stessero a San Romano”.

Gabriele Mori

Leggi anche: Profughi a S.Romano, Multicons ricorre contro il Comune

 

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