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Ripartenza dopo il lockdown, la Regione scommette sulle imprese

Il periodo per le manifestazioni di interesse apre il prossimo 15 giugno

E’ stata fissata per il prossimo 15 giugno la data per l’apertura del periodo per la presentazione delle manifestazioni di interesse da parte di micro, piccole, medie e grandi imprese, singole o aggregate, di tutti i settori economici (ad eccezione di quello agricolo) nell’ambito di Unlock Toscana, lo strumento ideato dalla giunta regionale per superare la fase di che ha visto fermarsi l’economia. Lo scopo è quello di attrre investimenti privati sul territorio e rilanciare economia e lavoro. Il periodo utile alla presentazione della manifestazione di interessi si chiuderà il prossimo 31 luglio

“L’emergenza sanitaria – spiega l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo – ha generato ripercussioni rilevanti sull’economia regionale e per questo, nel tentativo di mitigarne gli effetti, la Regione ha deciso di potenziare l’impegno nell’intercettare e assistere le imprese che intendono attivare investimenti in Toscana. L’obiettivo è quello di mantenere la catena del valore delle filiere territoriali, di favorire lo sviluppo delle attività e il lavoro qualificato nella nostra regione”.

La Regione avvierà un percorso strutturato di sostegno amministrativo, attraverso forme di assistenza, accompagnamento e tutoraggio alle imprese che manifestano interesse alla realizzazione di programmi d’investimento d’impatto territoriale. Le manifestazioni di interesse potranno essere presentate dal sito di Sviluppo Toscana dal 15 giugno al 31 luglio 2020. L’ammontare minimo dei progetti di investimento dovrà raggiungere 500 mila euro nel caso di Mpmi; per le grandi imprese dovrà essere di minimo 1,5 milioni di euro. Gli investimenti dovranno essere completati entro il 31 dicembre 2023.

Quattro le finalità dello strumento: individuare chi intenda realizzare programmi di investimento qualificati in Toscana, disporre di informazioni sugli orientamenti di investimento diretto (industria, manifatturiero, servizi, ricerca, logistica, turismo, direzionale) e relative caratteristiche in termini di tipologia e dimensioni dell’investimento, relativa tempistica, potenziale impatto occupazionale, promuovere il potenziamento delle attività di imprese già presenti sul territorio e l’innesto di nuove attività, individuare imprese con programmi di investimento orientati alla transizione al digitale, all’economia circolare e verso forme avanzate di sostenibilità ambientale.

Ad una prima verifica delle manifestazioni d’interesse (esaminate da un nucleo tecnico intersettoriale supportato da Irpet e Fidi Toscana, articolato in due sezioni: una per le grandi e l’altra per le Mpmi), seguirà, da parte della Regione, un’attività di assistenza e accompagnamento con incontri finalizzati a individuare eventuali procedure di accesso ai finanziamenti pubblici e contatti con investitori specializzati, a favorire rapporti con il sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico e a verificare il livello di fattibilità amministrativa del programma di investimento.

Tra le priorità strategiche settoriali e tecnologiche: le nuove filiere come le scienze della vita, la sicurezza sanitaria, la telemedicina, la sicurezza sociale (come ad esempio i dispositivi per ambienti chiusi, trasporti) e produttiva (il mantenimento di produzioni di base, l’accorciamento di filiere, anche in ottica di autosufficienza nella catena delle forniture o in chiave sostitutiva di importazioni), la silver economy (consumi e servizi per la popolazione over 50). Ma anche le produzioni e l’applicazione di tecnologie digitali (smart specialization), lo sviluppo di piattaforme digitali integrate, l’economia circolare e la chiusura di filiere produttive (in particolare nei settori dell’energia rinnovabile e transizione energetica); della trasformazione agroalimentare; dello sviluppo di piattaforme logistiche/distributive; di attività turistiche digitalizzate o policentriche.

A queste si aggiungono priorità territoriali (localizzazione di investimenti in aree di crisi industriale e nelle aree interne), impatti generati in termini di volume dell’investimento e di occupazione aggiuntiva e le caratteristiche del programma di investimento (progetti di filiera o di distretto, livello di innovatività, attività orientate all’export, operazioni di re-shoring da paesi terzi, espansioni o attrazione di investimenti esteri o di carattere nazionale).

 

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