Cemento a vista e infiltrazioni, petizione per il cimitero foto

Il foglio per firmare è subito lì, accanto alla porta, appoggiato sul bancone del negozio di fiori all’ingresso del cimitero. A lasciarlo, un paio di settimane fa, è stata una signora che non si è qualificata: “In quel momento c’era il mio compagno – racconta la fioraia – e non essendo di San Miniato non ha saputo dirmi chi fosse”. Ad ogni modo, per i tanti frequentatori del cimitero sanminiatese, conoscere l’identità della ‘contestatrice’ conta poco. Conta piuttosto il giudizio generalizzato sulle condizioni di degrado in cui versa il cimitero.

A dimostrarlo sono proprio le firme della petizione: poco più di 150 raccolte in pochi giorni, a dimostrazione che il problema è decisamente sentito. Un problema che pochi giorni fa è tornato anche a scaldare i banchi del consiglio comunale, dove arrivava in discussione una variazione al piano delle opere pubbliche, da cui sono state dirottate e quindi rinviate le risorse per il restauro dei colombari all’interno del cimitero urbano di San Miniato. Un intervento annunciato e atteso da tempo, ma ogni volta rinviato nel tempo. Da qui la rabbia, che sembra aver dato un’ulteriore spinta alla raccolta firme della misteriosa sanminiatese. Una protesta contro le condizioni in cui versa il cimitero del capoluogo, in linea però con le lamentele che sembrano mettere d’accordo quasi tutte le frazioni del comune. “Dovreste tornare quando piove, allora sì che le foto vi verrebbero bene” ci dice una signora che ci sorprende a fare qualche scatto, cellulare alla mano, sui gradini delle scale che salgono alle spalle dei cosiddetti colombari. Scalini che dalla loro costruzione non sono mai stati ultimati: è rimasta solo la semplice gettata di cemento, pronta a riempirsi d’acqua ai primi schizzi di pioggia. “Per non parlare della vetrata rotta” aggiunge la donna, che ci invita a fotografare le condizioni in cui versa il cemento bianco dei colombari, con le superfici scrostate e usurate dal tempo, fino a lasciare scoperti in più punti i ferri sottostanti, a dimostrazione di una struttura che avrebbe avuto bisogno di ben altra attenzione. Sotto accusa, poi, le infiltrazioni d’acqua che si notano in più punti, insieme ad una sensazione di abbandono che sembra mettere d’accordo tutti. “Il problema è semplice – ci dice un’altra donna -: un tempo il Comune di San Miniato aveva 8 custodi, oggi ce ne sono solo 2 ma i cimiteri sono rimasti 18”.

 

Giacomo Pelfer


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