Rara malattia stronca a 48 anni dirigente della Nuti Ivo

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Una tragedia causata da una malattia rara che colpisce una persona ogni 2 milioni, ma spietata, per la quale non c’è cura.

Luca Nuti, 48 anni, nato e cresciuto a Santa Croce sull’Arno è morto così questa mattina (domenica 12 agosto) all’ospedale San Giuseppe di Empoli dopo un anno mezzo – la diagnosi risaliva al 27 gennaio 2017 – in cui lui e sua moglie Alessandra Gozzini hanno lottato in tutti i modi possibili contro quel frammento di materiale genetico che ha causato una malattia che come spiega la moglie: “Nella sintomatologia è simile a mucca pazza anche se si tratta di un’altra patologia”. Un dramma inspiegabile per la moglie Alessandra, legatissima a Luca (ritratta nella foto pubblicata con Luca come lei stessa ha chiesto al Cuoio in Diretta.it), che lo ha seguito ogni giorno della sua malattia senza tirarsi indietro un solo attimo, per tutti i familiari, amici e colleghi di lavoro. Luca era un dirigente del gruppo Ivo Nuti, da ragazzo aveva studiato da ragioniere poi giovanissimo era entrato nel Gruppo e piano piano si era guadagnato la fiducia di proprietari e dirigenti più anziani, lavorando con impegno, serietà e capacità arrivando a essere una delle figure strategiche nell’organigramma dell’azienda. Poi un anno e mezzo fa la diagnosi a seguito di alcuni controlli e l’inizio del calvario della malattia. “Tutto è cominciato quando Luca, che era una persona molto intelligente e mentalmente pronta ha iniziato a scordarsi le cose, le tabelline e altri aspetti della vita quotidiana, fino a quando un giorno, mentre si spostava dalla conceria Ivo Nuti alla Everest si è perso – racconta la moglie Alessandra che a stento trattiene l’emozione per il grande dolore – da lì abbiamo cominciato fare i primi esami, fino a quando è emerso che si trattava di una malattia rarissima per la quale non esisteva cura. Abbiamo consultato molti medici, professori universitari, ma per Luca non c’è stato niente da fare e alla fine la malattia me lo ha strappato via”.
Luca era una persona molto amata e apprezzata a Santa Croce sull’Arno e in azienda, una persona estremamente competente nel suo lavoro, ma anche stimata per le sue qualità umane. “In questa brutta esperienza della malattia – continua la moglie Alessandra – chi era Luca e quanto fosse amato si è capito bene. A me e a lui la proprietà del gruppo Ivo Nuti, a cominciare da Fabrizio Nuti, ma anche Sauro Lai e tutti gli altri colleghi di lavoro sono stati vicinissimi, ci hanno aiutato e sostenuto moralmente in questo brutto cammino. Nonostante la tragedia non posso che ringraziarli”.
Il corpo di Luca Nuti non potrà essere tumulato subito: prima i ricercatori dovranno fare un’autopsia con finalità scientifiche, visto l’assenso della moglie, per raccogliere informazioni utili alla ricerca su questa malattia. Poi, nei prossimi giorni, potranno essere celebrati i funerali. “Non ci fermeremo qui – aggiunge la moglie Alessandra – ho già parlato negli ultimi mesi con il professor Zanusso, che ha seguito Luca nella malattia e costituiremo una fondazione intitolata a Luca per aiutare la ricerca a combattere questa malattia rarissima e spietata, simile per alcuni aspetti all’encefalite spongiforme, comunemente nota come Mucca Pazza, anche se si tratta di una malattia diversa”. (E.ven.)

 

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